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Un kibbutz in “Liberazione”: come ti svio dai crimini sionisti

Il caso dello sterminio eugenetico dei sefarditi

(2 Settembre 2004)

Guido Caldiron è uno che scrive su “Liberazione”, organo del PRC. Ci scrive più spesso di tutti e su questioni tra le più delicate. Il suo ambito è la cultura, ma non solo. Il suo ambito è l’universo mondo quando si tratta di antisemitismo. No, no, cosa avete capito? Qui non si parla dell’antisemitismo che tutti conosciamo, di cui abbiamo tragiche testimonianze ogni giorno, che pare costituire la Weltanschauung”, la degenerata costante culturale ed ideologica del tempo, per dirla ancora in tedesco (dopotutto, chi ha pensato meglio di loro?), lo Zeitgeist dell’ultimo e di questo secolo. Il Caldiron non si occupa di questo, non da la minima importanza a un antisemitismo che cerca di liquidare due popoli semiti, palestinesi e iracheni, in un botto solo (poi verranno gli altri: Siria e Sudan sono già in lista d’attesa), non se la prende con una campagna planetaria che, innescata sapientemente da non semiti l’11/9, ha per obiettivo 300 milioni di semiti arabi e, per sovraprezzo, un miliardo e quattrocento milioni di loro correligionari. Neppure riserva grande attenzione neppure a quell’ atteggiamento europeo verso semiti arabi e verso musulmani che minaccia di superare in efficacia il pogrom contro quegli altri semiti attuato, sempre da queste parti, negli anni ’40 e ’50. No, Caldiron punta più in alto, è uno specialista, ha il dono dell’originalità. Mica si fa offuscare la vista dalla caccia all’arabo in atto in tutti e cinque continenti, vuoi con le bombe, vuoi con soluzioni finali alla Sion, vuoi con la repressione poliziesca, vuoi con l’ostracismo sociale. Lo sguardo di Caldiron trapassa tutto questo e va a fissarsi su cose che quasi nessuno riesce a vedere: l’antisemitismo imperversante contro gli ebrei, così spesso mascherato da antisionismo e da critiche alla politica di Israele. Caldiron non si fa fregare e, tra un inno alla cultura jiddish il lunedì e la recensione apologetica all’ennesimo libro dell’ennesimo finto dialogante israeliano il martedì, e il silenzio sulla cultura palestinese nei giorni dispari e pari, sa bene quale è il male del tempo: la perdurante, dilagante, universale campagna antisemita, intesa come persecuzione degli ebrei. No, ancora una volta no: mica si riferisce ai fascisti e post e cripto e para-tali. Figurarsi, con l’ottimo Gianfranco Fini che va a Gerusalemme tenuto per mano dal capo delle comunità ebraiche, o con l’altrettanto ottimo La Russa e camerati che sfilano sotto le bandiere israeliane (“dal Nilo all’Eufrate”)dal Campidoglio alla Sinagoga per zittire e smerdare quei facinorosi antisemiti autentici che, dall’altro lato della piazza, gridano “Sharon boia”.

No Caldiron la sa più lunga: l’antisemitismo senza ebrei è un controsenso, un’invenzione demagogica e strumentale, anche se al momento pare ci siano qualcosa come alcune centinaia di milioni di semiti criminalizzati e perseguitati fino all’estinzione da meno di mezza dozzina di milioni di altri semiti che però, istituzionalmente, nascono crescono e muoiono vittime, hanno l’arma termonucleare, praticano il terrorismo e vengono intrattenuti con il Gioco del Piccolo Torturatore dai più potenti e prepotenti genitori che inerme bimbetto abbia mai avuto. In questo senso Caldiron Guido, ben supportato da un consimile Salvatore Cannavò, la cui furia dialettica si dispiega al meglio quando gratta nelle ferite inferte al mondo “dal terrorismo islamico”, o fa altre argute analisi geopolitiche del genere, ne ha fatte più di Carlo in Francia e, senz’altro, la comunità ebraica italiana, la più silente su quanto viene perpetrato nell’espropriata (o ci siamo dimenticati?) Palestina, non mancherà di esprimergli adeguato consenso e apprezzamento. Soprattutto quando, contro venti e tempeste soffiate da importune verità, il suo giornale riesce a rivoltare la frittata di quell’enorme fiasco che fu la “ragazza ebrea aggredita da maghrebini nel metro a Parigi” (provocazione stavolta fallita, diversamente da tante altre che alimentano il vittimismo ebraico a fronte dell’olocausto palestinese), tornando sulla bolla scoppiata con questa fulminante argomentazione: la bugiardona non avrà detto una sua verità, ma ha detto una verità universale! Mio padre diceva: se non è vero è ben trovato.

Ma recentemente (29 agosto 2004), il Nostro è riuscito in un’impresa che ha del sovrumano. Ha colmato di immagini, riquadri, e uno smisurato articolone ben due pagine di “Liberazione”. Ha titolato “La rivoluzione conservatrice di George W.Bush”, ha messo l’occhiello “Alla vigilia della convention repubblicana, che si apre lunedì a New York, viaggio nelle radici politiche e culturali della Nuova Destra americana” e, senza falsa modestia, ha sottotitolato “Un bilancio del percorso compiuto fin qui dai nuovi conservatori. Un’occasione per cercare di capire come il blocco ideologico e sociale che ha portato Gorge W. Bush a guidare il paese più potente del pianeta, potrà essere sconfitto di qui a pochi mesi”. Mica male, no? C’era da leccarsi i baffi prima ancora di inciampare nel sottotitoletto “La genesi della coalizione delle destre”. Ebbene sì, Caldiron ha viaggiato. Un po’ come quei poveri ronzini delle nostre antiche botticelle, con i due lembi neri di cuoio accanto agli occhi.

Insomma, Caldiron ci ha scaricato addosso una chilata abbondante di piombo sul “chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo” della banda Bush, riuscendo al contempo di non dire una parola, di non menzionare un nome, di non rintracciare un segno che facesse riferimento alla squadra da cui l’ex-alcolizzato redento e evangelizzato è stato selezionato ed esposto nelle vetrina dell’ipermercato della menzogna nordamericana. Li avete presenti? Non vi dicono niente i nomi degli ideologi, propagandisti, lobbysti, programmatori, della “guerra preventiva”, altrettanti criminali cospiratori che da prima di Reagan e per tutti gli ultimi trent’anni hanno lavorato per arrivare dove Bush è stato messo adesso e per esercitare sull’universo mondo un terrorismo da inevitabile, ineluttabile apocalisse? Un bel quadro ve lo potrebbe fornire il libro di Mauro Bulgarelli “L’Impero invisibile”, dove trovereste anche tutti i riferimenti, i documenti, le citazioni, insomma le prove di una congiura in cui tutti, ma proprio tutti i protagonisti sono estremisti della comunità ebraica statunitense: autentici neonazisti per i quali resta aperto solo un interrogativo: se nella loro crociata di sterminio dei peccatori e di colonizzazione degli schiavi debba avere la parola definitiva Israele o gli USA, se cioè la potenza sterminatrice statunitense serva da apripista per gli scopi israeliani in Medio Oriente, nelle metropoli, nelle risorse, oppure se sia l’ideologia razzista ed espansionista del sionismo ad aver fornito agli USA, in combinazione con il fondamentalismo evangelico e la tolleranza papalina, la base etico-religiosa per la guerra totale di appropriazione del mondo.

Eppure sono nomi che rimbalzano tra le carte, o no? Sono tutti ministri, segretari, sottosegretari, vice-sottosegretari, consiglieri, direttori, esperti dell’attuale amministrazione. Sono tutti in pasta per milioni di dollari con il complesso militar-industriale, con le milizie mercenarie, con le multinazionali della ricostruzione di quanto l’apparato militare distrugge. Sono tutti sicofanti di Sharon e viceversa. Prima o poi hanno tutti coperto spie di Israele. Michael Ledeen, teorico del fascismo universale, Zgbniev Brzezinsky, uomo della grande scacchiera tutta americana, Lewis Libby, protagonista di quell’Iran-Contras con il quale, mentre si fingeva di dare appoggio diplomatico a Saddam, onde sputtanarlo negli ambienti antimperialisti, si armava fino ai denti l’Iran e con il ricavato da ciò e dal traffico di droga si faceva fuori il Nicaragua; Richard Perle, detto anche “principe delle tenebre”, malvivente in affari d’armi con Adnan Kashoggi; Donald Rumsfeld, basta la parola, ma anche il suo progetto per un Gruppo “Proactive Preemptive” che avrebbe dovuto compiere azioni terroristiche da attribuire ai presunti terroristi nemici; Paul Wolfowitz, star di tutte le associazioni per delinquere succedutesi negli USA in questi decenni, Trilateral, Bilderberg, PNAC, disco rotto della frase “Dobbiamo assumere le necessità di assicurare con ogni mezzo la supremazia americana nel mondo”; William Bristol, primo consigliere di Bush e direttore del PNAC (Project for a New American Century); John Bolton, segretario di Stato per il controllo degli armamenti e leader della ONG dell’infiltrazione USA USAid (quella che per prima lanciò “l’allarme Darfur”, così splendidamente raccolto dalla nostra stampa di sinistra); Richard Armitage, pluricondannato per Iran-Contras, azzardo e droga, protagonista dell’operazione “Phoenix” che liquidò in Laos qualcosa come 35.000 civili; Elliott Abrams, protagonista assoluto dell’Iran-Contras, sottosegretario di Reagan che ha coperto i massacri compiuti da commando americani in Guatemala e Salvator. Ce ne sono altri, da superare la spedizione olimpica degli USA: Samuel Huntington (“Scontro di civiltà”), Paul Nitze, Eugene Rostow, Max Kampleman, Iames Woolsey (direttore Cia), Phyl Kaminsky, Dick Cheney, Douglas Feith (export-import di armi con Israele)…. Nove su dieci sono esponenti autorevoli della comunità ebraica: E’ un caso? Provengono tutti dalla covata di Reagan, sono tutti delinquenti coinvolti pubblicamente in commerci di droga, stragi, conflitti di interessi, operazioni sporche. Ovunque sono arrivati, hanno collocato al potere la criminalità organizzata, dalla Jugoslavia alla Georgia, dai dittatori sudamericani alla Russia di Eltsin, dalla repubbliche centroasiatiche all’Iraq. Sono tutti membri delle varie lobby, o think tank (serbatoi di pensiero) che, negli ultimi trent’anni, hanno lavorato per formulare e imporre la politica statunitense della guerra preventiva, dell’uso del terrorismo e dei massacri indiscriminati: Committee for the Present Danger, American Enterprise Institute, Council on Foreign Relations, JINSA (Jewish Institute for National Security Affairs), Project for the New American Century (PNAC), Center for Security Policy. Sono quelli del mezzo trilione di bilancio per le guerre, degli scudi stellari, della necessità di eliminare con Saddam le sue “armi di distruzione di massa”, del Patriot Act, dell’appoggio incondizionato a Israele, dell’invenzione, finanziamento, addestramento, armamento e direzione di Al Qaida, del traffico di droga tra Colombia, Afghanistan e USA che gli porta in cassa ogni anno qualcosa tra 500 e 1000 miliardi di dollari, della guerra preventiva e permanente, del ricupero del controllo sull’Africa, degli Stati Canaglia, del Plan Colombia, dei golpe e complotti contro Hugo Chavez e la rivoluzione bolivariana, degli “stretti legami tra Iran e Al Qaida” (propagandati incredibilmente nell’ultimo numero da un cialtrone pachistano, trasparente velinaro Cia, sul settimanale già di sinistra “Avvenimenti”, e pensare che ci ho scritto per molti anni…), dell’imminente assalto al Sudan, innescato da un paio di movimenti “di liberazione” mercenari quanto il famigerato UCK kosovaro, della frantumazione della Jugoslavia, Clinton o non Clinton, perché presidenti democratici o repubblicani, non fatevi illusioni Castellina e Rossanda, quelli stanno sempre lì, come le metastasi nei neoplastici terminali e sempre lì, da Monroe in poi, sta l’idra imperialista statunitense. Sono la ciccia e lo scheletro della politica USA

Vi pare poco? Chissà. Comunque poco deve sembrare al Guido Caldiron che, dotato di vista più lunga della nostra, come già detto, punta direttamente e esclusivamente sul fondamentalismo religioso protestante “come radici politiche e culturali della nuova destra americana”, a parte, sul finale, “alcuni ebrei americani che mollarono gli ormeggi e si allontanarono dall’ala liberal del Partito Democratico”. Carino, no? Quasi affettuoso. All’inglese: understatement, minimalismo si dice da noi. Del resto del mollare di “alcuni ebrei” è detta subito ampia giustificazione: la Guerra arabo-israeliana del 1967…Ragazzi, le vie dell’antisemitismo sono davvero infinite.

Lo sterminio eugenetico dei bambini sefarditi

Proverei a suggerire all’esperto di antisemitismo del tabloid cartonato di Rc di procurarsi copia del programma andato in onda in Israele il 14 agosto, alle 21, su Channel Ten, per Dimona Productions, reperibile anche nel sito del più liberal dei giornali israeliani: www.haaretz.com/hasen/spages/458044.html. Si intitola “100.000 Radiations”. Partecipavano testimoni, esperti del Ministero della Sanità, vittime. Ne devo notizia a Olga Daric. Grazie.

Con il pretesto di combattere la tricofitosi (ringworm) nella testa dei bambini sefarditi immigrati, perlopiù dal Marocco, o rapiti dallo Yemen, il Ministero della Sanità israeliano, sotto la supervisione di Simon Peres, acquistò nel 1951 negli Stati Uniti sette macchine di Raggi X e li adoperò per un esperimento nucleare di massa su un’intera generazione di cavie umane sefardite. A 100.000 bambini sefarditi vennero sparate in testa e sul corpo (non coperto da protezioni) dosi 35.000 volte superiori alla soglia massima di raggi gamma. Tali da friggergli il cervello. Per avergli risparmiato gli esperimenti, a quel punto ufficialmente proibiti, sui propri detenuti, o malati mentali, il governo USA versò a quello israeliano 300 milioni di sterline israeliane all’anno, per una somma che oggi varrebbe miliardi di dollari. 6000 bambini morirono subito, gli altri svilupparono tumori che hanno continuato a uccidere e uccidono anche oggi. In vita, le vittime hanno sofferto e soffrono di epilessia, amnesia, Alzheimer, psicosi, emicranie croniche. Essendo stato esposto l’intero corpo, i bambini svilupparono difetti genetici. La generazione che sopravvisse diventò in perpetuo la classe più povera, malata ed emarginata del paese. Uno storico spiega nel documentario che l’operazione era parte di un programma eugenetico mirato a eliminare le componenti deboli o difettose della società. Mengele. Nel programma si indicano i responsabili del progetto: Nahum Goldman, capo del Congresso Ebraico Mondiale, Levi Eshkol, primo ministro, Shimon Peres, allora direttore generale del Ministero della Guerra, Eliezer Kaplan, ministro delle finanze, Jospeh Burg, ministro della Sanità, accusato dai rabbini yemeniti di essere il responsabile del rapimento dei loro bambini. E’ stata questa cabala che nel 1977 avrebbe poi eletto primo ministro Menachem Begin. Alcune centinaia di spettatori hanno visto questa trasmissione in Israele. Chissà se Guido Caldiron ne vorrà sentire le impressioni, magari per confermare che davvero infinite sono le vie dell’antisemitismo.

Fulvio Grimaldi
Mondocane fuorilinea (31/8/04)

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Commenti (5)

UN AUTENTICA PORCHERIA.....

Andate nei siti neonazisti a vedere le stesse argomentazione di Grimaldi. In un giornale preteso comunista non si pubblicano simili porcherie.... Il KKK chiama il governo Usa ZOG: zionist occupation governement. E qui chiudo.

(6 Settembre 2004)

Ci tocca ancora leggere di complotti ebraici???

Bravo Fulvio Grimaldi! In piena epoca di globalizzazione e capitalismo imperante sempre più prepotente e, apparentemente, senza limiti tu ci spieghi che a portare al potere Bush non c'è voluto una cricca di petrolieri, mega finanzieri, industriali, potenti lobbisti, padroni della cinematografia (protestanti, cattolici, ebrei, atei, mormoni, irlandesi francamente non ce ne può fregare meno) ma la "cricca degli estremisti ebrei". Vorrei farti i complimenti ma, onestamente, non posso perchè hai mancato troppo di originalità (una minestar che faceva schifo ai tempi dei "Protocolli dei Savi di Sion" figurati ora che è così spudoratamente riscaldata). Consigli per il tuo proseguo professionale: Berlusconi e la lobby brianzola. La depravata ambizione delle razze venete alle origini del potere democristiano. Intelighenzia valdese e liquidazione del partito comunista in italia....

(7 Settembre 2004)

Angelo (tuo lettore ed estimatore sull'Ernesto e su Liberazione... ma forse erano altri tempi).

Grimaldi impazzito.....

Sottoscrivo l'ottimo commento di Angelo.Leggevo con interesse gli articoli di Fulvio sull'Ernesto e Liberazione, ove già non mancava qualche pisciatina fuori dal vaso. Ma qui non si tratta di antisemitismo di sinistra, qui ci si "ispira" alla pornoletteratura dei protocolli, alla più rivoltante tradizione reazionaria che non a caso, giudeofobicamente, comincia con l'"accusa del sangue"; ovviamente sottratto ai bambini, come i bambini mangiano i comunisti, o ai bambini i comunisti cinesi asportano organi...

(7 Settembre 2004)

Marco

Immagino.....

Caro Fulvio.
se invece del cattolicissimo (ma per me solo padrone e finanziere) Calisto Tanzi dietro il disastro Parmalat ci fosse stato, che sò, Calisto Levi o Calisto Luzzato chissà che bel commento avresti scritto?

(7 Settembre 2004)

Francesca

Giovani comunisti pavia

Tutto il mio appoggio ai Giovani Comunisti Pavesi che hanno avuto il coraggio di censurare il rivoltante "articolo" di Grimaldi. Per essere rivoluzionari comunisti bisogna perlomeno saper distinguere tra reazione e progresso. I GC di Pavia hanno dimostrato di saperlo fare, a differenza di altri buoni solo all'enfasi parolaia.

(7 Settembre 2004)

Marco, Rifondazione Pavia

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