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(29 Aprile 2010) Enzo Apicella

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    Immagini rimosse. I crimini dei soldati italiani ieri e oggi.

    Proiezione di Fascist legacy a Roma il 6 marzo

    (23 Febbraio 2008)

    Fascist Legacy è un documentario della BBC mandato in onda, in Inghilterra, nel 1989 . Racconta la storia dei crimini commessi dagli italiani all’estero durante il fascismo e nel corso della seconda guerra mondiale . Il nostro paese è tra quelli meno abituati a fare i conti con il suo passato coloniale e bellico, nonostante questo sia segnato da ogni genere di atrocità. Il ricordo che si è preferito conservare è quello di un paese distrutto dalla fame e dalle bombe , mentre ciò che si è rimosso è il debito nei confronti di quanti hanno sofferto a causa delle ambizioni di grande potenza nostrane. Il mito dell’italiano buono e del suo colonialismo dal volto umano si è imposto all’opinione pubblica per vari motivi, non ultimo il fatto che l’intera storia del fascismo – senza voler dimenticare le “ imprese ” del periodo liberale – è stata sottoposta ad un riesame , con risultati sconcertanti e a tratti paradossali. Così quanto accaduto in Etiopia dal 1935 o sul confine orientale tra il 1941 e il 1943 non sembra avere un grosso peso sul giudizio di una storia che sempre più appare smontata e ricostruita a seconda delle necessità politiche del momento. Il 25 gennaio scorso, all’indomani della caduta del governo Prodi, il Consiglio de i Ministri ha approvato il decreto legge di rifinanziamento in blocco di tutte le missioni militari italiane all’estero, compresa la missione di guerra in Afghanistan, e alcuni giorni dopo, il 10 febbraio, si è commemorata la “Giornata del ricordo”, introdotta nel calendario delle solennità civili con un provvedimento del 2004 per commemorare le vittime italiane delle foibe . Due questioni apparentemente distinte ma che in fondo possono dirci qualcosa sul modo in cui una certa lettura del passato può risultare conveniente per ragioni che h anno a che fare con i tempi attuali. Si dice che la vicenda delle foibe sia stata a lungo tenuta in disparte . Ma se si ha a cuore la verità storica, non è giustificabile una lettura de gli eventi a senso unico, che finisce col dimenticare quel che è avvenuto prima, ovvero quella politica di italianizzazione forzata della Jugoslavia che portò all’internamento e all’uccisione di migliaia di persone . Il punto è che le guerre in cui sono stati coinvolti nostri soldati non sono mai passate alla storia come imprese criminali. Nel caso dell’Etiopia, nonostante il massiccio uso dei gas tossici e massacri come quello della città conventuale di Debra Libanos nel 19 37, si è parlato di una missione civilizzatrice , legata ad un colonialismo d’emigrazione . Nel caso balcanico, si affronta deliberatamente solo ciò che è avvenuto dopo l’8 settembre del 1943, per poter onorare i nostri morti.

    L’immagine dei “nostri” soldati all’estero viene sempre dipinta con toni rassicuranti anche oggi, quando le guerre , le aggressioni imperialiste sono chiamate “ missioni umanitarie ”. E il ruolo che l’Italia si sta ritagliando nel mondo, con la presenza militare ormai estesa in più di venti paesi, dal Libano alla Bosnia, dal Kosovo fino all’Afghanistan, ci mostra una tendenza del nostro paese sempre più aggressiva e imperialista. In Afghanistan il numero delle vittime aumenta sempre di più: il solo 2007 si è chiuso con oltre 7000 morti, di cui almeno 1400 sono civili uccisi soprattutto dai bombardamenti aerei della NATO. Si fa ormai fatica a continuare a spacciare le operazioni di guerra in atto – tra queste il raid condotto dagli italiani a Bakwa tra il 3 e d il 4 febbraio, con numerose vittime civili – come interne al piano di “ ricostruzione ”. I fatti confermano invece scenari di escalation del conflitto. In tal senso, non bisogna dimenticare che dall’estate 2006 l’Italia impiega, nell’ovest dell’Afghanistan, la Task Force 45. Si tratta di circa 200 uomini impegnati nell’OPERAZIONE SEGRETA SARISSA, volta a combattere i talebani a fianco delle Delta Force statunitensi e delle SAS britanniche, in particolare nella provincia occidentale di Farah . Il tutto accuratamente celato dai mezzi di informazione, i quali, per diffondere l’immagine bonaria del soldato italiano completamente dedito alla sua missione di pace, hanno sempre dato spazio a notizie riguardanti consegne di viveri o di quaderni e giocattoli in scuole e orfanotrofi, senza mai informare sull’impiego bellico dei reparti in quella che non può che de finirsi una cruenta guerra imperialista.

    Fermare la guerra sarà certamente difficile , ma ciò non vuol dire che non bisogna provarci, anzitutto tirandoci fuori dalle campagne in cui si celebrano valori patriottici e guerrafondai, cercando di evidenziare semmai le logiche che sottendono l’intervento del nostro paese nei vari teatri di guerra. Se le politiche di conquista del passato rivivono nella volontà attuale di portare la democrazia a suon di bombe in paesi appetibili per risorse o collocazione strategica, fornire una chiave di lettura su eventi in apparenza lontani può contribuire a modificare il senso comune della storia. Non è certo un caso se un documentario sui crimini di guerra commessi dal nostro paese non sia mai andato in onda integralmente sui nostri teleschermi. Riproporlo, dunque, ha un significato preciso: far chiarezza sul passato per meglio criticare il presente.

    Giovedì 6 marzo, proiezione di Fascist legacy a Villa Mirafiori (via Carlo Fea, 2), Aula II, ore 18.30

    Organizzano:
    Corrispondenze Metropolitane – collettivo di controinformazione e d’inchiesta
    Villa Mirafiori in Mobilitazione

    Corrispondenze Metropolitane

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