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(24 Giugno 2010) Enzo Apicella
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(Flessibili, precari, esternalizzati)

Gonzaga (MN): continua l'attacco al lavoro, attraverso precariato, elusione delle norme e sfruttamento.

Della serie: la ricchezza del terzo settore è la miseria dei lavoratori: Gonzaga (MN) la coop sociale era un call center. I 15 lavoratori chiedono di essere assunti e vengono licenziati.

(3 Agosto 2008)

articolo licenziamenti a Gonzaga

Il degrado della situazione occupazionale nel mantovano sta raggiungendo l'apice. Si sta realizzando quanto la filosofia dela legge 30, mai cambiata, anzi inasprita, prevedeva al momento della sua approvazione: la "stabilizzazione" della precarietà come caratteristica distintiva del mondo del lavoro.
Attorno a questo principio vale tutto: dalla somministrazione di manodopera, al lavoro a chiamata, fino all' utilizzo improprio delle norme, alla loro elusione, mancato rispetto, sempre sfruttando i lavoratori per massimizzare il profitto dei padroni.
Le storie che Mantova sta vivendo in questi mesi rappresentano l'esempio di quello che sta accadendo in tutto il paese: l'ultima è quella di Gonzaga, dove una coop sociale, avvantaggiata dalle norme che facilitano le assunzioni di persone disabili, in realtà era un call center che aveva assunto 15 dipendenti con stipendi da fame (400 euro per 36 ore settimanali) che alla richiesta di essere regolarizzati, sono stati licenziati in tronco.
Se penso alle origini della cooperaazione, allo spirito di mutualità delle cooperative di lavoro, sociali e di consumo, a quello che ha significato l'associazionismo ed il volontariato per la nostra democrazia..........
Oggi questi soggetti (dalle coop, alle associazioni, dal terzo settore, fino agli intrecci fra soggetti diversi) servono in buona parte come braccio armato contro i lavoratori, per cui possiamo davvero coniare quale emblema della vicenda lo slogan: la ricchezza del terzo settore è la miseria del lavoro.
Il panorama legislativo non è esaltante, ma le norme che ancora tutelano il lavoro devono essere applicate e occorre che l'ente pubblico vigili e controlli, schierandosi sempre dalla parte dei lavoro, per la tutela dei diritti, al fianco delle lotte dei lavoratori e del sindacato.
In un contesto politico simile, dunque, solo la lotta ed il conflitto sociale potranno difendere il poco che è rimasto per poi poter dare speranza alle rivendicazioni sociali di estensione delle garanzie e di stabilità del lavoro che deve tornare ad essere un diritto fondamentale della nostra società e come tale consideratro anche a livello normativo.
Occorre, dunque, riprendere la lotta per l'abolizione della legge 30, della Bossi - Fini e delle disposizioni razziste e xenofobe che hanno ripercussioni fortissime sullo stesso mondo del lavoro, la lotta per i servizi, la scuola, la sanità pubblica.
In caso contrario potremo solo denunciare inutilmente, appellarci ad un'etica andata perduta, assistere inermi ad un degrado studiato a tavolino dalla destra a cui a suo tempo non siamo stati in grado di opporci a sufficienza ma nemmeno di analizzarne la compiutamente la pericolosità.
Oggi la realtà vede l'accondiscendenza della stessa "opposizione" parlamentare (eloquente al riguardo il tardivo rimpallo di responsabilità sulle recentissime norme "anti - precari", così come le disposizioni europee sull'orario di lavoro e le molte politiche su lavoro e servizi condotte negli enti locali), l' effettiva mancanza di rappresentanza politica della nuova classe operaia, marginalità sociale e sudditanza culturale: ripartiamo dal basso, dalle lotte, dal rifiuto alla omologazione, per una società diversa e di neguali,l rispettosa degli interessi dei più deboli, di tutti.

Monica Perugini
capogruppo Comunisti Italiani Provincia di Mantova

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