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Atene. Ordine pubblico

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(4 Maggio 2010) Enzo Apicella
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Atene brucia!

Una scintilla che potrebbe incendiare la prateria dell'Europa scossa dalla crisi.

(9 Dicembre 2008)

Come a Genova nel 2001, ad Atene un poliziotto ha assassinato un giovane manifestante: Alexandros Andreas Grigoropoulos aveva solo 16 anni.

La mobilitazione incessante degli studenti e dei lavoratori greci contro i tagli dei finanziamenti all’istruzione pubblica e contro la privatizzazione delle università ha innervosito a tal punto il debole e corrotto governo di Karamanlis da creare le condizioni per l’omicidio di Andreas. Solo le testimonianze dei passanti e lo scoppio di una ribellione generalizzata nelle piazze di tutta la Grecia hanno portato all’arresto del poliziotto omicida, che però non mette in discussione l’impunità degli apparati repressivi. E’ forte la tentazione dei governi europei, in difficoltà di fronte alle mobilitazioni dei settori colpiti dalla crisi che scuote il mondo capitalista, di rafforzare una repressione militare e un controllo asfissiante che nei fatti eliminano ogni possibilità di esercizio effettivo della democrazia. Gli apparati di sicurezza diventano così sempre più intoccabili in quanto determinanti per governi in crisi di legittimità e incapaci di rispondere alla crisi in termini politici e di consenso.

La gioventù greca ha risposto a questo omicidio politico con una ribellione senza precedenti che sta infiammando le strade di tutto il paese. I manifestanti chiedono le dimissioni del governo di Nuova Democrazia e una punizione esemplare per i poliziotti colpevoli. Ma esprimono anche la rabbia di chi subisce gli effetti di una durissima crisi economica che le élites vorrebbero far pagare alle classi lavoratrici. Andreas è vittima di una destra autoritaria e filoamericana ma anche di un metodo di gestione autoritario delle contraddizioni sociali che accomuna tutti i governi europei al di là del loro colore: i tagli draconiani all’istruzione pubblica e la volontà di ripristinare una fortissima selezione di classe nel sistema educativo sono stati decisi dall’Unione Europea ed imposti in ogni singolo paese da governi socialisti, liberali o conservatori, rappresentando una priorità nella costruzione di un polo geopolitico europeo opposto ma uguale a quello USA. Non è un caso che il Partito Socialista greco, il PASOK, balbetti ancora e non si muova con decisione contro un governo di destra pure estremamente debole in termini di consensi e di voti in parlamento.

Sta quindi agli studenti e ai lavoratori, ad un nuovo blocco sociale anticapitalista, rispondere con la lotta e l’organizzazione al tentativo delle classi dominanti europee di gestire la crisi tramite la repressione e la guerra tra poveri.

La capillare e determinata risposta che i compagni greci stanno dando non ci sorprende: è il prodotto di una sinistra di classe e anticapitalista che in questi anni non ha rinunciato a radicarsi nel conflitto sociale e nei movimenti popolari e giovanili rifuggendo ogni tentazione istituzionalista.

Esprimiamo il nostro dolore e la nostra rabbia per l'uccisione del giovane compagno. Manifestiamo la nostra piena e incondizionata solidarietà alle organizzazioni della sinistra greca che hanno scelto di rispondere con la mobilitazione all’omicidio di Andreas Grigoropoulos. Chiediamo insieme ai compagni greci le dimissioni del governo, la fine dell’impunità per gli apparati repressivi, il ritiro di tutte le misure antipopolari su istruzione e lavoro. Invitiamo i movimenti italiani a unirsi a quelli greci in una lotta che non può che essere unitaria, avendo le stesse controparti.

Roma, 8 dicembre 2008

La Rete dei Comunisti

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