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PD e PDL "compagni di merende": già ladri di voti alle elezioni politiche; ladri di voti e di seggi anche alle elezioni

l'ultimo editoriale di "Riforme Istituzionali".

(2 Febbraio 2009)

Ladri e non assassini, si potrebbe immediatamente obiettare commentando il titolo, ricordando, infatti, che tale espressione fu utilizzata dai mezzi d'informazione durante il processo per gli omicidi del cosiddetto "mostro di Firenze".

No, non è così.

Se rubare acqua ad un assetato equivale a condannare a morte chi subisce questo furto, lo stesso si può dire di una democrazia nella quale, alterando il principio "una testa un voto", ad alcuni partiti potrebbe essere consentito di ottenere seggi altrimenti non conseguibili con metodo democratico, attraverso, cioè, la consapevole e libera scelta degli elettori.

Tutto ciò è già successo alle ultime elezioni politiche a seguito del tacito accordo tra le maggiori forze politiche: PD e PDL.

Forti di una legge elettorale con soglia di sbarramento, e per di più in grado di assegnare al primo arrivato il Governo del Paese, hanno di fatto costretto gli elettori a ragionare in termini di voto utile. Molti elettori si sono infatti trovati di fronte ad un bivio, o meglio, di fronte ad una costrizione: rischiare di buttare il proprio diritto di voto nel water sostenendo forze politiche in ogni caso non in grado di competere per il governo del paese o a rischio soglia di sbarramento, o accettare il ricatto del voto utile votando il "meno peggio" fra le due forze politiche maggiori.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

Un gran numero di elettori, di fronte al ricatto del voto utile, ha preferito aggiungersi al numero dei non votanti (sono aumentati sia il numero di non votanti che le schede bianche e nulle, passando, in totale, dagli 8.844.258 del 2006 agli oltre 10.500.000 del 2008. Un fenomeno che, per dimensioni, avrebbe dovuto costituire motivo di approfondimento).

Dall'altra parte, abbiamo assistito all'azzeramento della dialettica parlamentare, con il Parlamento ridotto a "pensiero unico", nella totale assenza di forze politiche (perché espulse dalla soglia di sbarramento) in grado di rappresentare istanze sociali ignorate sia dalla PDL al governo che dal PD all'opposizione.

Un'emergenza democratica ben rappresentata dai numeri reali del consenso. E' bene infatti sottolineare come l'attuale maggioranza parlamentare sia stata votata da un esiguo 36% degli elettori aventi diritto. Il centro-destra, che nel 2006 ottenne soltanto 277 seggi alla Camera, nel 2008 ne conquista ben 340 pur passando dai 18.977.843 elettori del 2006 ai 17.063.874 del 2008.

Quasi 2 milioni di voti in meno e ben 63 Deputati in più!

Ed è soltanto dalla lettura di questi numeri che ben si comprende lo "sforzo" di PD e PDL per cercare di riprodurre un meccanismo analogo anche per le elezioni europee.

Non essendovi, infatti, esigenze da soddisfare per garantire la cosiddetta "efficienza di Governo", l'unica spiegazione possibile per il tentativo di espulsione in atto, anche dal Parlamento europeo, delle forze politiche minori, è la consapevolezza che così facendo sarà possibile ottenere un numero di seggi maggiore a discapito, appunto, delle liste che non riusciranno a superare la soglia di sbarramento.

Dopo aver quindi rubato voti e seggi alle ultime elezioni politiche, PD e PDL, forti in Parlamento del furto già consumato, si apprestano a compiere un nuovo furto di democrazia.

PD e PDL "compagni di merende"?
No! molto peggio!

Franco Ragusa - www.riforme.net

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