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Operazione stenterello: carabinieri in azione a Gavinana

(3 Luglio 2009)

Nella notte tra il 30 giugno e il 1 luglio nel quartiere di Gavinana a Firenze sud i Carabinieri hanno svolto un'operazione militare nei confronti di due compagni del CPA, uno dei quali di origine basca.

Verso 00.30 i due compagni, che si erano avviati verso le macchine dopo una birra in un bar, sono stati bloccati da diversi uomini in borghese che li hanno immobilizzati, perquisiti e minacciati con pistole puntate alla testa: "SE SI MUOVE SPARAGLI" ..... LA DICE LUNGA SUL CLIMA CHE SI RESPIRAVA. Subito dopo due volanti appostate poco distante sono sopraggiunte: da queste sono scesi due uomini armati di mitraglietta. I due compagni, uno dei quali ammanettato, sono stati condotti in caserma.

Il compagno basco è stato trattenuto perchè ritenuto un militante di ETA in possesso di documenti falsi, mentre la ricerca di armi eseguita sulla persona e nei veicoli ha dato esito negativo. L'altro è stato rilasciato dopo circa tre ore, senza nessun verbale.

La situazione si è risolta verso le 17.00 del giorno seguente dopo l'intervento di un avvocato e dopo accurati controlli sulle impronte digitali e prove salivari che hanno dimostrato l'estraneità del compagno ai fatti che gli venivano contestati...in due parole SCAMBIO di PERSONA come attestano anche i verbali.

Conosciamo bene la situazione che si vive nel Paese Basco: partiti, organizzazioni e associazioni giovanili della sinistra indipendentista vengono illegalizzate, radio e giornali chiusi e i prigionieri torturati quotidianamente.
Il teorema del «todo es ETA» arriva a colpire i compagni baschi che anche fuori da Euskal Herria lottano per il proprio popolo contribuendo a iniziative di lotta e solidarietà.

Quello che è accaduto non è casuale ma l 'ennesimo tentativo di criminalizzare e isolare i legami internazionali di lotta che si sviluppano in Europa.
La solidarietà è un'arma ed è il meccanismo che la repressione vorrebbe stroncare.
Questo è il livello che ci viene imposto e a cui abbiamo il dovere di continuare a rispondere così in Euskal Herria come a Firenze e in Italia.

Da parte nostra non siamo più disposti ad accettare intimidazioni, provocazioni e criminalizzazioni di questo genere.
Non è possibile che una nottata di mitra, manette, minacce e reclusione nelle gabbie della caserma si risolva con un "ci scusi, arrivederci può andare", che non può e non deve passare sotto silenzio.
Il goffo tentativo di cercare l'operazione da sbandierare sulle pagine dei giornali, su cui costruirsi ulteriori teoremi aggiungendo lustro alle loro divise, non ha portato questa volta i risultat i sperati.
Oggi infatti non si vedono le foto delle conferenze stampa con il ridicolo materiale sequestrato, magari falsificato come le molotov della Diaz di Genova, o le foto dei mostri da sbattere in prima pagina, accanto ai ghigni soddisfatti di qualche milite che avrà anche le congratulazioni delle istituzioni "democratiche" e del loro "papi". Non si vorrebbe far vedere però nenache lo schifo di questa notte, le conseguenze che poteva avere, di quanti ogni giorno sono costretti a subire questi soprusi ed, in alcuni casi, percosse e torture. Non importare evocare il Cile per ricordarselo, Bolzaneto insegna. Sottovalutare situazioni come queste legittima chi le compie a fare ulteriori passi avvanti con conseguenze facilmente immaginabili.

Ora più che mai è necessario rafforzare la solidarietà con il Paese Basco e con tutti quei compagni indagati, sotto inchiesta e rinchiusi in carcere perchè nei loro percorsi di lotta e nella loro crescita politica hanno scelto di alzare la testa e provare a decidere per il proprio futuro.

EUSKAL HERRIA NON CAMMINA DA SOLA!
NOI NON SAREMO MAI SOLI!
CONTRO LA REPRESSIONE NON UN PASSO INDIETRO!

Centro Popolare Autogestito fi-sud
EHL Firenze

Fonte

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