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(1 Maggio 2009) Enzo Apicella

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Modena. Dittatura e razzismo alla New Holland

(15 Ottobre 2009)

Che gli operai non vivono una condizione di uomini liberi, ma siano degli schiavi sfruttati oppressi degli schiavi moderni, questa è una verità assodata.
Un dato di fatto che la stessa realtà di vita della fabbrica ci sbatte in faccia brutalmente, attraverso l’applicazione dell’unica legge che lì conta e domina, quella del padrone.
Tutto il resto la democrazia, l’uguaglianza, la libertà di pensiero, di parola di espressione, i diritti, sono solo tanta aria fritta.

Nella storia degli operai ci sono stati tanti periodi bui e terribili riguardo la nostra condizione di vita e lavorativa, la nostra capacità di antagonismo, ma questo momento storico risulta essere il più tragico e drammatico, per la presente situazione di totale sbando, di arretramento culturale in cui gli stessi operai oggi sono precipitati.
La fabbrica mostra quotidianamente il metro di misura di un fondo che pare senza fine, a una situazione e condizione degli operai che li rende inermi ed esposti alla totale mercé del padrone.
Riportiamo alcuni episodi avvenuti alla New Holland di Modena:

-Abbiamo il capo squadra della linea APH (1570) Imparato che minaccia e ricatta gli operai con frasi del tipo: “se vuoi il giorno di ferie che mi hai chiesto oggi devi farmi più pezzi di quello che comporta la cartella di produzione” e viene di prassi coperto dall’azienda malgrado le proteste delle RSU.
-Abbiamo il capo squadra del reparto macchine utensili (1012) Carugati,che sempre pronto e solerte nel soddisfare il volere del suo superiore Marcucci, pur di compiacerlo si inventa sul momento leggi o normative contrattuali del tipo: non si può uscire in più di due operai dal reparto o andare a prendere il caffè in più di due (diversamente ciò potrebbe risultare un assembramento sedizioso?) o chi non fuma non può uscire dal capannone a prendere una boccata d’aria , un invito al tabagismo? Mentre il reparto che gestisce è allo sfascio lui pensa solo a contestare ad alcuni operai quella produzione prevista dai tempisti impossibile da ottenere anche a causa dei macchinari spappolati dietro la minaccia “vi metto al turno centrale” sapendo che la causa sta nell’incuria dell’azienda, che comporta gravi rischi alla sicurezza del lavoro nel reparto!!!
-Abbiamo il capo squadra della linea APL (1572) Chiatto che durante l’applicazione del WCM nella propria squadra, trovando alcune giacche personali di alcuni suoi operai appese a degli attaccapanni; e chiedendo a chi appartengono le riconsegna a mano agli operai italiani, mentre all’operaio di colore che si appresta ad andarla a ritirare la butta nel bidone dell’immondizia. Il tutto davanti agli altri operai della squadra e al delegato della FIOM che restano esterrefatti per il gesto. Come RSU unitarie abbiamo chiesto un provvedimento disciplinare nei confronti del capo, che infliggesse almeno un giorno di sospensione vista la gravità del gesto e il problema del razzismo crescente. Ma come volevasi dimostrare la legge non è uguale per tutti, mentre per noi operai basta una piccola infrazione per essere ripresi, multati o sospesi a loro tutto è concesso.
-Abbiamo il “forse” capo del personale Colacicco, che di fronte a delle banali richieste delle RLS di stabilimento, tipo le liste di nominativi di chi è autorizzato a fare determinate mansioni e cose, o per effettuare un semplicemente controllo su quanto avviene all’interno dello stabilimento in merito alle norme della L.626, è solo capace di prendere a pretesto la legge sulla privacy, impedendo così ai delegati addetti alla sicurezza di acquisire dati e informazioni ed essere messi così in condizione di esercitare il loro ruolo nel modo migliore.
-Abbiamo il certo capo del personale Barrile che non tiene informate le RSU sui cambiamenti e le modifiche che l’azienda vorrebbe intraprendere, oppure se anche le informa poi avviene spesso tutto il contrario mettendo in difficoltà le RSU. Al suo sfogo fatto all’unione industriali dove diceva dopo aver ricevuto le critiche dalle RSU “d’ora in avanti allora vi faccio firmare un verbale di informazione, cosi nessuno può dire che non vi avevamo informato o abbiamo cambiato i piani”, noi diciamo ma magari fosse cosi, avremmo modo anche per dimostrare che lo SLAI COBAS non viene neanche chiamato agli incontri!
-Poi abbiamo il caso, del funzionario Franchi quello che con la macchina ha investito il delegato della UILM nell’ultimo picchetto organizzato dalle RSU, cosa voleva dimostrare costui, forse che era anche disposto ad ammazzare un operaio pur di entrare. Ma non c’era nessun bisogno di questo gesto, perché gli impiegati e i capi in quell’ occasione venivano lasciati entrare. (non abbiamo paura che ci rubate il lavoro, avete fatto di tutto per andare in ufficio) ed inoltre i profitti li rendono gli operai che producono merci, non gli impiegati davanti al monitor.

Alle RSU di FIM, FIOM, UILM e FISMIC, vorremmo dire che di fronte a tutti questi accadimenti non si può più stare zitti oppure, accontentarsi di un volantino di denuncia.
Mentre agli operai diciamo che pensare di tacere e abbassare la testa di fronte a questi soprusi, e credere così di salvarsi il culo è solo una pura illusione. Un modo di pensare e di agire sbagliato perché più accettiamo queste cose, più sprofondiamo verso il basso e risalire dopo sarà ancora più duro. Dobbiamo smetterla di ragionare e muoverci individualmente, ma dobbiamo unirci: OPERAI contro PADRONI e di conseguenza contro i capi che in fabbrica li rappresentano. Dobbiamo mettere da parte le beghe personali e ragionare come se fossimo un'unica testa, per gli interessi della nostra classe, la classe operaia.

MODENA 14/10/09

RSU SLAI COBAS NEW HOLLAND

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