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Incredibile, ma vero.

(20 Ottobre 2009)

Se ne è accorto anche il ministro Giulio Tremonti, che la crisi economica sta producendo effetti devastanti, e pronto alla bisogna, fa sapere che per lui il posto fisso è importante per non far vivere gli incubi della precarietà di vita.

Se non li si conoscesse, per quello che rappresentano e cioè gli interessi dei poteri forti, ci sarebbe da far salti di gioia.
Il ministri Tremonti e la sua maggioranza sono gli apripista della presunta ineluttabilità del mercato senza regole, hanno investito l'azione di anni di pressioni politico-culturali tese a creare le condizioni di smantellamento dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, e adesso cosa può essere successo per innescare dichiarazioni cosi' inattese?

Come possiamo scordare, che attraverso il controllo del sistema delle informazioni, hanno bombardato con: la sinistra è fuori dai nostri tempi, retrogada, poco incline alle "riforme", statalista, ecc.ecc.
Scaricando pulsioni "moderniste" tese a rivedere completamente diritti, chiamati con demagogia, privilegi?
Politiche subite da un centrosinistra incapace di far da argine, teso ad abbassare sempre di più i paletti, incline anzi, ad essere più realista del re in persona.

E ora?

Ora che per costoro, finalmente, si è arrivati allo spremere i lavoratori come limoni, perchè questo dietrofront, che sembrerebbe vanificare l'azione politico-padronale, spesa in questi anni?

Ora, purtroppo per loro, la crisi del sistema economico capitalista, non è più questione di analisi approfondite, o dibattiti tra presunti esperti, perchè la crisi sta arrivando più impietosa che mai, e gli effetti sono a dir poco devastanti e visibili a livello di massa.

Ora le favole, sulla precarietà che creerebbe occasioni in più, non la si può più raccontare, pena il veder in prima persona, reazioni popolari incredibilmente dure, e poco disposte a farsi ribidonare.

Serve quindi ai vari Tremonti, e c'è da scommettere, anche alle loro finte opposizioni, lo svoltare repentinamente concezioni, per non farsi individuare come principali creatori dello sfacelo eonomico nel quale sono immersi settori consistenti, della popolazione.

Sintetizzando al massimo, si può dire, che i padri naturali della finanza creativa, e dellla precarizzazione di massa, capiscono la brutta aria che tira e da buoni opportunisti, provano a tirarsi fuori dalle loro responsabilità in prima persona.

Facendosi forza sulla mancanza di una sinistra, che voglia agire da sinistra, e quindi sulla non esistenza di un partito di classe, che oggi potrebbe chiedere conto di politiche devastanti, che stanno creando panico generalizzato e insicurezza nei vari settori del mondo del lavoro.

Una situazione da cui, la casta berlusconiana e non solo, sente il bisogno di invertire, del resto è risaputo che la lotta di classe non la fanno solo le classi disagiate, ma è anche il frutto delle politiche di sfruttamento totale, e questa volta i vari Tremonti hanno una gran paura di dover pagare il conto di politiche sciaugurate.

I comunisti non governisti, gli anticapitalisti, hanno tanti motivi in più, per chiedere invece, che i costi della crisi, li paghino i padroni e i loro lacchè, e c'è da scommettere che non lo faranno in amara solitudine, ma affiancati dalla rabbia di chi vede messa in discussione la propria esistenza.

L'onda lunga di questa azione, può portare a risultati imprevedibili fino a poco tempo prima, e anche se in extremis, Tremonti e soci vari, provano a sfangarla, con dichiarazioni di intenti e furbatine varie.

Con la faccia che si ritrovano credono anche di poterlo fare con estrema velocità di tempi.

Incredibile, ma vero, non son più tempi, per le favole, riemerge la realtà e la sua faccia non è per niente allegra, si vede, che le favole sperimentate sulla propria pelle, non son proprio piaciute.

Enrico Biso

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