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Raffaele De Grada 1916 2010

Raffaele De Grada 1916 2010

(4 Ottobre 2010) Enzo Apicella
E' morto all’età di 94 anni Raffaele De Grada, comandante partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, critico d'arte.

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(Memoria e progetto)

Una verifica dovuta sul progetto della Federazione della Sinistra

(5 Dicembre 2009)

Nei passaggi del processo di costituzione della Federazione della Sinistra, ci sembra che stiano prevalendo preoccupazioni e priorità diverse da quelle che – come compagni della Rete dei Comunisti - abbiamo segnalato in questi mesi di confronto che abbiamo aperto su un progetto possibile di tenuta e ricostruzione di una sinistra anticapitalista nel nostro paese.

I punti di divergenza tra La Rete dei Comunisti e le altre forze politiche che animano il progetto della Federazione della Sinistra (PRC, PdCI, Socialismo 2000, Lavoro e Solidarietà) sono ormai noti:

1 - Riteniamo che lo spazio politico per la sinistra nel nostro paese sia indipendente e alternativo al Partito Democratico, non solo sul piano delle scelte strategiche e di prospettiva ma anche sul piano delle alleanze elettorali,
2 - Riteniamo che nuove ipotesi organizzate sulla questione sindacale e su quella sociale siano decisive ai fini di un recupero di radicamento e credibilità tra i lavoratori e i settori popolari,
Dovrebbero essere altrettanti noti i punti sui quali la Rete dei Comunisti ritiene che già da oggi tutte le forze possano far convergere la loro azione unitaria:
1. una offensiva culturale a tutto campo che metta insieme le associazioni, le riviste e i centri studi per avviare una controtendenza profonda soprattutto in ambito universitario e nella scuola ma che cerchi di penetrare in profondità anche nel territorio e tra i settori popolari
2. terreni di sperimentazione comuni dentro il conflitto sociale a partire dalle aree metropolitane dove le condizioni dei settori popolari sono sempre più degradate e condizionate dalle ideologie reazionarie e razziste

3. la questione democratica sulle forme della rappresentanza (il sistema proporzionale come unico modello della rappresentanza democratica), la difesa e l’estensione delle libertà e la fine delle discriminazioni antisindacali, l’opposizione allo stato di polizia e la messa al bando della famigerata legislazione d’emergenza che ci trasciniamo come “normalità” dagli anni Settanta;

4. La lotta alla guerra e al ruolo imperialista dell’Italia (Afghanistan, Libano, l’alleanza strategica con la NATO e con Israele) fatta salva una severa riflessione, non formale, sulle scelte operate durante la negativa esperienza nel governo Prodi

5. La resistenza attiva all’oscurantismo del Vaticano e dell’egemonia reazionaria sulla politica, la società e la scienza;

6. La dimensione sociale e strutturalmente anticapitalista della questione ambientale (a cominciare dall’opposizione frontale al nucleare, alle grandi infrastrutture e al complesso delle speculazioni devastanti per il territorio)
Al momento ci sembra però che la questione elettorale e il deficit di indipendenza dal Partito Democratico (a differenza per esempio dalla Linke tedesca o dai partiti comunisti europei più forti), stia prevalendo su tutte le altre preoccupazioni e riproduca – attraverso gli ipotizzati accordi con il PD per le elezioni regionali – quella “coazione a ripetere” che già nei mesi scorsi avevamo indicato come errore strategico nella ricostruzione di una sinistra nel nostro paese.
A ben guardare non possiamo nasconderci che è il PD a decidere se e quando allearsi con la Federazione della Sinistra e non viceversa. Assumersi la responsabilità di sostenere questa alleanza elettorale anche in regioni come la Campania, il Lazio, la Calabria (solo per fare degli esempi in cui il PD si è dimostrato particolarmente compromesso con le peggiori scelte antisociali) rischia di produrre frutti amari che nella “migliore” delle ipotesi porteranno ad un rifiuto del PD pro UDC, e nella peggiore nel coinvolgimento di una prevedibile sconfitta elettorale vista la crisi di rappresentanza dello stesso PD.
Ne è da sottovalutare, in questo rischioso contesto di “appiattimento”, la funzione spregiudicata che sta assumendo Di Pietro, anche grazie alla mobilitazione del 5 Dicembre prossimo, come nuovo riferimento per ampi settori di elettori della sinistra.
Se questa è la situazione, impegnandoci a mantenere aperto e leale un confronto - e lì ovunque sarà possibile – una azione comune con le forze che animano la Federazione della Sinistra, riteniamo che una discussione sul progetto – seria e liberata dalle contingenze – non potrà che riprendere mettendo in conto anche la prossima verifica elettorale delle Regionali.
Riteniamo che su questo terreno il progetto la Federazione della Sinistra stia commettendo un errore strategico e di cultura politica con possibili esiti ulteriormente disgreganti per il tessuto militante. Se i fatti smentiranno questa nostra valutazione non potremo che tenerne conto e discutere in profondità. Ma se confermeranno l’analisi e le esperienze concrete che abbiamo portato come contributo in questi anni, le compagne e i compagni che stanno avviando in questo modo la Federazione della Sinistra dovranno prendere, onestamente, atto che nulla è più come prima ed arrivare a conclusioni, che non potranno che essere più approfondite e dirimenti di quelle che li hanno portati a ripercorrere esattamente una strada già fatta ma che ha portato alla perdita di credibilità e di rappresentanza tra i settori popolari.

1 dicembre

Contropiano

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