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Praga. Il convitato di pietra

Praga. Il convitato di pietra

(8 Aprile 2010) Enzo Apicella
Usa e Russia discutono il nuovo Trattato Start. Delle armi nucleari di Israele, denunciate da Mordecai Vanunu, non si parla.

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(No basi, no guerre)

27 febbraio. Io non sono complice: presidio davanti alla Ederle

(25 Febbraio 2010)

Crimini di guerra: così li definisce, senza mezzi termini, Emergency, da sempre in prima linea nel soccorrere le vittime di ogni guerra. E’ quanto sta avvenendo in questi giorni, a causa dell’ennesima offensiva scatenata dalla Nato per colpire e distruggere i ribelli; ma, sotto il fuoco dei caccia e delle artiglierie, ci finiscono sempre i civili: come mercoledì, quando sotto le bombe ci sono finiti tre pulmini stracarichi di civili – tra cui donne e bambini – in fuga dall’inferno. «Ci dispiace – hanno prontamente commentato i comandanti in campo dopo la notizia di questa strage – ma è difficile distinguere i civili dagli insorti».

Appunto, è difficile; e, del resto, questa è una storia che si ripete; quando si tratta di causare la morte non esistono bombe intelligenti che sappiano distinguere tra un bambino e un uomo armato: hanno il compito d uccidere con la propria potenza, le bombe, mica di fare l’identikit del proprio bersaglio.
Ma c’è di più: Emergency, dall’ospedale allestito a Lashkar-gah, denuncia la chiusura di tutti i corridoi umanitari. I feriti e i civili non possono lasciare la zona di combattimento, mentre i medici non possono entrarvi per portare soccorso. Ai ceck-point della Nato decine – forse centinaia – di persone vengono fermate e viene loro impedito di proseguire, condannate a morire sul ciglio di una strada. Non si tratta di “danni collaterali” - la nota formula per dire che i fini giustificherebbero i mezzi, la vittoria l’omicidio – ma di uccisioni provocate consapevolmente. Crimini di guerra, come denuncia Emergency, che violano ogni convenzione, di pace e di guerra.

Noi non vogliamo essere complici di quanto sta avvenendo in queste ore per mano delle stesse strutture militari che, proprio nella nostra città, si dicono portatrici di pace, democrazia e speranza. Guerra, imposizione e morte sono quanto seminano coloro che, per interessi economici e politici, seminano nel mondo bombe e distruzione.

Sabato mattina, dalle 10.30, saremo davanti ai cancelli della caserma Ederle (V.le della Pace), assieme a Emergency, per gridare la nostra rabbia e la nostra indignazione. Ora basta: con la guerra, con le morti, con la distruzione: fuori da Vicenza chi commette crimini di guerra.

No Dal Molin

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