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Cossiga e' morto

(18 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

DA PEACEREPORTER

Giorgiana Masi, Gladio, sequestro Moro e varie trame oscure della politica italiana.
Francesco Cossiga ne ha viste tante e di tante è stato protagonista. Ma anche in politica estera - di riflesso a quelle interna - il "fattore K" si è fatto sentire.

Non è mai stato ministro degli Esteri, ma nel 2005 il presidente emerito della Repubblica Italiana fu per esempio relatore in Parlamento della Relazione 185. Il rapporto informava, quindici anni dopo la sua entrata in vigore, sulla legge 185/1990, quella che avrebbe dovuto subordinare l'export di armi italiane al controllo politico.

In quell'occasione il senatore a vita se la prendeva con la campagna Banche Armate, nata da alcune riviste missionarie e ripresa da altre organizzazioni, che invitava i risparmiatori a interrogare i propri istituti di credito sulle loro operazioni connesse alla compravendite d'armi.

A Cossiga non andava giù neanche la Relazione stessa, che a suo parere ficcava troppo il naso nei conti delle banche.
Giudicava quindi "eccessiva l'enfasi con la quale la relazione dà conto dell'ammontare complessivo delle operazioni finanziate dagli istituti di credito.
Infatti, in mancanza di ulteriori informazioni sull'oggetto delle operazioni finanziate, si forniscono dati che risultano non solo fuorvianti, ma suscettibili di alimentare campagne di informazione del tutto prive di fondamento, come nel caso della campagna banche armate."

Tre anni dopo, siamo nel 2008, l'ex senatore a vita concede un'intervista al Corriere della Sera e poi al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth in cui se ne esce con una delle sue tipiche "rivelazioni".

In una quasi-replica delle esternazioni su Gladio, Cossiga parla dell'esistenza di un "Accordo Moro" in base al quale l'Italia sarebbe sempre stata territorio franco per la lotta armata palestinese in cambio di un impegno a non colpire obiettivi nazionali sul suolo patrio e nel mondo.
Il più grande intrallazzatore della prima e della seconda Repubblica, che all'epoca ama accreditarsi come "amico di Israele", spiega che l'attentato alla sinagoga di Roma del 1982 (in cui rimase ucciso un bambino di due anni) e quello all'aeroporto di Fiumicino del 1985 contro la compagnia aerea israeliana El Al (dieci morti) furono di fatto "coperti" - o quanto meno ignorati - dal Sismi, che né li impedì né si curò poi di cercarne gli esecutori. Al tempo del secondo attentato, Cossiga era presidente della Repubblica.
Durante l'intervista, il presidente emerito si lascia anche scappare che un simile accordo è ancora in vigore (ricordiamolo, è il 200 con gli Hezbollah del Libano. E infatti negli anni Ottanta l'Italia non subisce gli stessi attentati disastrosi che colpiscono gli altri membri Unifil, Francia e Usa.

Inutile dire che l'intervista suscita scalpore e indignazione nella comunità ebraica in Italia e all'estero.

Senilità o dichiarazioni a orologeria per accreditarsi in una nuova fase politica? E' difficile che il membro storico del comitato esecutivo dell'Aspen Institute Italia parlasse a sproposito. Ma a volte amava farlo credere.

Gabriele Battaglia

www.operaicontro.it

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