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No alla tessera del tifoso!

(29 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa


La tessera del tifoso è un programma di "fidelizzazione" varato nel 2008 dall'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazione Sportive (organo del Ministero degli Interni). Nel 2009 il Ministro della Lega Nord e dell'attuale governo, Roberto Maroni, attraverso una circolare (badate bene: NON una LEGGE!) rivolta a questure e prefetture di tutta Italia ha invitato a sollecitare i club alla sottoscrizione della nuova fidelity card entro l'inizio della stagione 2009/10 (Un ricatto vero e proprio... poiché in caso contrario le squadre rischierebbero di giocare a porte chiuse le proprie partite per... CARENZE STRUTTURALI!). Questa la breve storia "legislativa" della tessera, ma occorre entrare nel dettaglio per capire i reali interessi economici e repressivi che si celano dietro questo provvedimento.

Il calcio è la quinta "azienda" italiana, intorno ad esso, infatti, ruotano una serie di interessi economici, politici, nonché pubblicitari, esorbitanti. Per questo motivo, rappresentando un asse portante del "sistema" capitalistico italiano, non contempla più il tifoso come semplice appassionato ma come "cliente", definizione coniata non a caso da Sergio Cragnotti, ex presidente della Lazio, quotando per la prima volta in borsa una squadra di Seria A, seguita poi da Roma e Juventus.

La tessera del tifoso è figlia di questo passaggio. Antonio Manganelli, attuale capo della polizia, lo ha palesemente dichiarato un anno fa: "La tessera nasce storicamente per motivi di marketing, perché si va verso la privatizzazione degli stadi. Le società di calcio sono tra le poche aziende a fini di lucro che ancora non conoscono la propria clientela". Come può, la tessera, essere funzionale a questo scopo? Semplice, è pensata come vera e propria carta di credito ricaricabile. Per questo, a numerosi gruppi economici e finanziari. Per di più, al contrario dell'abbonamento (che si sottoscrive per una sola stagione), essa ha valore quinquennale SENZA POSSIBILITÀ di rescissione, assicurando così, per ALMENO cinque anni, clienti alle aziende citate. Non è un caso che Intesa-San Paolo abbia prodotto le tessere di Milan (oltre 120mila sottoscrizioni in 2 anni) e Fiorentina, o Poste italiane e Visa per la Lazio e Lis-Lottomatica per Roma e Palermo. Prendiamo l'esempio di Millenovecento, la tessera del tifoso dei biancocelesti: viaggia addirittura su doppio circuito, carta di credito MasterCard e carta ricaricabile Poste Italiane. Per questo, acquistando e spendendo tramite tessera del tifoso, si fa esclusivamente il gioco di questi gruppi.

Inoltre le fidelity card hanno al proprio interno un microchip di tecnologia RFID (Radio Frequency Identification), un sistema d'identificazione automatica usato per la localizzazione a distanza di animali o merci (una sorta di GPS). In questo caso però è di tipo "passivo" per cui si attiva solo tramite un lettore posto a breve distanza (ad esempio sportello bancario o tornello dello stadio), che consente però di monitorare, tracciare e raccogliere i dati su tutti i prodotti acquistati e sulle abitudini della persona. Per questo, le grandi aziende sono tra i fautori della tessera del tifoso, per avere indagini di mercato a costo zero, sapendo ogni dato del proprio "cliente". Non è un caso che già nel 2005 il garante della privacy avesse reso pubbliche perplessità su tale tecnologia.

La tessera del tifoso, e ciò deve far riflettere, è un’imposizione del governo (storicamente "diretto" da banche e grandi industrie) ai club, non una loro libera scelta, costituendo una strategia di incentivazione al consumo a 360°. Inoltre, alle fidelity card sono legate una serie di facilitazioni, privilegi e offerte per coloro i quali spendano o comprino di più o usino i servizi forniti da una società partner (il 30 luglio scorso è stato ufficializzato un accordo con Ferrovie dello Stato e Autogrill S.P.A. che prevede sconti e agevolazioni per i possessori della tessera del tifoso) a dimostrazione dell'operazione meramente commerciale che si cela dietro questo provvedimento.

Il "cliente" però non può farla fuori dal vaso... altrimenti che immagine offrirebbe agli sponsor! Che idea di ordine darebbe ai moralisti e ai politici! Lo stadio deve diventare una sorta di teatro, con gli spettatori seduti al loro posto, rispettosi delle regole e dei codici di comportamento, amanti dei loro presidenti, con il trasporto emotivo e canoro ridotto allo zero... emblema dunque di una società sopita senza il minimo barlume di ribellione! (esempio lampante il "tifo" da pop-corn in NBA).

La curva è storicamente un luogo di autodeterminazione, con regole e codici propri, motore unico del tifo, ma anche di contestazioni e di folklore... però un cittadino, tanto meno un tifoso, nella società capitalistica non può pensare ed agire liberamente! Per questo, la tessera viene rilasciata solo previo nulla osta della Questura (i vostri dati verranno aggiunti e tenuti nel sistema operativo...), come il passaporto e il porto d'armi, presupponendo che chi va allo stadio è un potenziale soggetto pericoloso e deve essere controllato all'origine. Accettare che qualcuno possa dirvi se abbiate i requisiti per entrare in uno stadio, in un cinema, ad una manifestazione, in un bar o in un ristorante significa assecondare la morte della libertà. Paradossale è il fatto che secondo i principi che regolano le fidelity card, uno stupratore o un killer abbiano i requisiti adatti ad entrare in uno stadio rispetto ad un ragazzo diffidato per aver scavalcato una vetrata. Il nulla osta della questura presuppone un altro problema, la schedatura di massa. Con il pretesto dell'autorizzazione per entrare in un impianto sportivo, le forze dell'ordine controlleranno per filo e per segno le vostre vite, i vostri orientamenti politici, la vostra fedina penale, le vostre amicizie, aprendo nuovi fascicoli con tutte le conseguenze del caso...

Chi sottoscrive la tessera avrà il "privilegio" di accedere al settore ospiti per le trasferte, sempre che l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive non lo chiuda lo stesso, come accaduto per Genoa-Milan del campionato 2009-10. Negli altri casi i non possessori della fidelity card potranno comunque comprare i biglietti cartacei per gli altri settori, trovandosi così mischiati ai tifosi avversari provocando possibili tensioni. In questo modo si acuirebbe la violenza più che debellarla!

Ora, la risposta alla domanda più ovvia forse: chi non può sottoscrivere la tessera del tifoso?

1. le persone attualmente sottoposte a DASPO (norma, che va da 1 a 5 anni, lesiva di ogni fondamento giuridico poiché inflitta in ATTESA del processo. Un uomo potenzialmente innocente, come più volte accaduto, può essere allontanato dagli stadi per anni con obbligo di firma in questura.)

2. coloro che siano stati condannanti tramite processo penale, anche in primo grado, per reati da stadio (si noti che non viene messo il limite temporale).

Nel caso dell'AS Roma Privilege Card è sufficiente anche una semplice denuncia da stadio per non potersi abbonare. Per di più, in barba ad ogni legge, chi ha scontato in passato la propria condanna (esempio: condanna penale nel 1990 per lancio di una bottiglietta) non potrà abbonarsi mai più, pagando di fatto la propria "colpa" per tutta la vita.

Infine, una nota di colore: per possedere la tessera del tifoso bisogna impegnarsi a rispettare le regole del “codice etico” (non insultare gli avversari, non stare in piedi, non tirare un fazzoletto ecc.) sottoscrivendo un apposito documento.

Le fidelity card sono perciò un palese esperimento repressivo e di controllo, da testare su una realtà ribelle e scomoda come quella ultras, per utilizzarlo poi più in là in altri ambiti della società civile. È inoltre uno squallido tentativo di corrompere una passione e farla diventare del tutto schiava degli interessi economici Per questo diciamo:

NO AL CAPITALISMO, NO ALLA REPRESSIONE, NO ALLA TESSERA

DEL TIFOSO, NO AL CALCIO MODERNO!

NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI!

Rossa Gioventù

29 agosto 2010

www.webalice.it/mario.gangarossa

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