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    Ahmadinejad, a beirut per ribadire peso iran

    Si annuncia una visita di stato storica quella del presidente iraniano nel Paese dei Cedri. Saranno siglati importanti accordi nel settore dell’energia. Ma i sunniti più radicali organizzano proteste contro il leader sciita.

    (8 Ottobre 2010)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com


    SERVIZIO DI MARIO CORRENTI

    Roma, 08 ottobre 2010, Nena News – Il ministro dell’energia iraniano Majdi Namjo da ieri è a Beirut per preparare l’arrivo di Mahmoud Ahmadinejad che la prossima settimana sarà protagonista di una visita di stato senza precedenti per il piccolo Paese dei Cedri, superiore per importanza persino a quella recente del leader siriano Bashar Assad. Il presidente iraniano è atteso il 13 ottobre in Libano e da settimane vanno avanti i preparativi, gestiti in buona parte dal movimento sciita libanese Hezbollah, della sua visita che sino ad oggi ha fatto parlare più per la presunta intenzione di Ahmadinejad di recarsi nel sud del paese per lanciare sassi verso il territorio israeliano, che per la sua importanza strategica ed economica. Gli analisti locali mettono in evidenza lo status sempre più rilevante che oggi Ahmadinejad occupa sullo scacchiere mediorientale. Il boicottaggio occidentale del programma nucleare iraniano se da un lato sta avendo per l'Iran conseguenze sul piano economico e commerciale, dall’altro non ha scalfito la potenza crescente, anche militare, di Tehran che riesce a far sentire tutto il suo peso nelle dinamiche politiche e diplomatiche nella regione. "Tehran è sempre stata dalla parte del Libano, soprattutto per quanto concerne la ricostruzione e lo sviluppo del paese", ha sottolineato Michel Aoun, generale cristiano-maronita leader del Movimento patriottico libero alleato di Hezbollah.

    Libano ed Iran – ha comunicato con enfasi l’ambasciata iraniana a Beirut – firmeranno un accordo nel settore dell’energia di grande rilievo per il Paese dei Cedri da anni alle prese con una grave carenza di energia che e' causa di continui blackout dell’elettricità che colpiscono la popolazione e penalizzano l’industria. La Repubblica islamica esporterà gas naturale verso il Libano, dove costruirà anche una raffineria di petrolio. A Teheran si terrà presto un incontro con i rappresentanti di Siria, Libano e Iraq per stabilire i termini dell'esportazione di gas iraniano nei tre Paesi arabi. La collaborazione con l’Iran, gigante mondiale nella produzione di petrolio, è un salto in avanti talmente importante per il Libano che il premier sunnita (e tra i principali imprenditori del Vicino Oriente) Saad Hariri, che per anni ha denunciato le interferenze di Tehran nella politica interna libanese, ha deciso di accogliere con grande calore il presidente iraniano. Secondo il quotidiano al Akhbar di Beirut, Hariri avrebbe dato ordine ai dirigenti del suo partito, Mustaqbal (sostenuto dai libanesi sunniti), di astenersi dal partecipare all’organizzazione di qualsiasi attività di protesta nei confronti di Ahmadinejad.

    Oltre ad incontrare Hariri, il presidente del parlamento Nabih Berri e il capo dello stato Michel Suleiman, Ahmadinejad parlerà anche all’università di Beirut e avrà colloqui con un gran numero di personalità politiche, anche cristiane e sunnite. I ministri iraniani al suo seguito firmeranno diversi accordi di cooperazione con i loro omologhi libanesi. Hezbollah e il suo segretario Hassan Nasrallah, assieme a molte migliaia di attivisti sciiti, accoglieranno con grandi festeggiamenti il presidente iraniano nei quartieri e nei sobborghi meridionali di Beirut, storiche roccaforti del movimento sciita libanese. Nel frattempo centinaia di bandiere della Repubblica islamica già sventolano sugli edifici e le moschee sciite lungo la «Linea Blu», che segna il confine internazionale tra Libano e Israele, mentre gigantografie di Ahmadinejad dominano ai lati delle carreggiate dell'autostrada Beirut-Tiro. A Maroun al Ras, a poche centinaia di metri dal confine con lo Stato ebraico, proseguono senza sosta i lavori per il completamento dell’«Iran Garden», un centro sociale costruito con donazioni iraniane dopo la distruzione del villaggio sotto i bombardamenti israeliani nell'estate 2006. Appare perciò infondata la notizia riportata ieri dal quotidiano (sunnita) al Liwaa sull’annullamento della visita di Ahmadinajad nel sud del Libano dove avrebbe l’intenzione di lanciare pietre contro Israele dalla Porta di Fatima, oltre visitare le cittadine di Bint Jbeil e Qana, duramente colpite dai cannoneggiamenti israeliani.

    A turbare una visita di grande significato per il Libano e l’intero quadro strategico mediorientale, saranno le proteste nel nord del Paese dei Cedri dei militanti sunniti più radicali. Poster con la foto del presidente iraniano coperta da una grande «X» rossa sono apparsi a Tripoli con la firma del «Fronte di azione islamica - Commissione energia» che accusa l'Iran di aver trasformato il Libano in una «base militare persiana» nel Mediterraneo. Si preparano a manifestare contro Ahmadinejad anche i salafiti di Tripoli. Fonti della sicurezza libanese hanno riferito nei giorni scorsi al quotidiano kuwaitiano al-Anbaa che potrebbero scendere in piazza migliaia di sunniti contro Ahmadinejad.

    Tripoli è una delle roccaforti storiche del salafismo in Libano, una rigida corrente sunnita che afferma di richiamarsi ai valori fondanti dell’Islam delle origini e che rifiuta la «bidaa», l’innovazione. E’ nota la forte avversione che i salafiti provano nei confronti dei musulmani sciiti, che considerano alla stregua di pagani. I salafiti di Tripoli hanno la loro roccaforte nel quartiere di Abu Samra e in talune occasioni sono stati in grado di mobilitare ampie porzioni di popolazione sunnita (nella città esiste una piccola minoranza di alawiti, una setta di origine sciita) che pure non condivide la loro visione oscurantista. Gli organizzatori delle proteste hanno in programma di bruciare la bandiera iraniana e poster di Ahmadinejad e di tenere manifestazioni con molte migliaia di attivisti. Nena News

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