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Sull'aggressione subita dai giovani comunisti di Venezia

Mozione presentata al congresso provinciale di Venezia del 11/5/02

(11 Maggio 2002)

Sulla esperienza del csoa "zona bandita" e sul rapporto partito - movimento

L'iniziativa dei giovani comunisti veneziani di restituire un punto di riferimento ed un luogo di aggregazione ed azione politica al centro storico veneziano, come è stato in questi mesi il csoa "zona bandita" ai giardini Papadopoli, ha permesso la sedimentazione di un ricco patrimonio di esperienze, relazioni sociali, iniziativa militante, che deve essere assunto e valorizzato dal Partito tutto. La validità del percorso politico ed il successo delle iniziative proposte dimostrano la necessità di uno spazio simile in città.

Le zone opache di questa esperienza risiedono nel clima di aperto contrasto che l'area politica dei centri sociali ha opposto e sta opponendo all'azione dei giovani comunisti, sfociato nell'aggressione subita dai compagni del Prc da parte di una ventina di "militanti" del Rivolta. La pretesa del monopolio sulle pratiche di occupazione dei luoghi sociali, e del relativo controllo organizzativo e di guida politica, spiega l'azione del Rivolta.

In questa fase politica siamo peraltro di fronte alla necessità di difendere i centri sociali dagli attacchi della destra, a livello locale e nazionale, sferrati anche attraverso l'attacco a singoli esponenti dei centri. Cosi facendo ribadiamo la necessità di pratiche di confronto e lavoro comune con i diversi soggetti della costellazione che compone il movimento.

Coerentemente invitiamo il Partito ad interrogarsi sul significato degli eventi accaduti allo "zona bandita" . L'obiettivo di blindare la discussione ed imporre una linea ed una azione politica senza confronto dialettico, ma tramite accordi tra vertice delle organizzazioni, nasconde solamente pratiche di egemonia burocratico/muscolare.

Il Partito deve esprimere la propria posizione, frutto del proprio dibattito interno , in qualsivoglia ambito politico. L'accordo con Verdi e centri sociali, anche a livello istituzionale, deve prevedere la possibilità di esprimere punti di vista e strategie indipendenti del Partito, che nel confronto con gli alleati del momento fa nascere l'indirizzo per un'eventuale azione politica comune.

Doro Francesco, Calzavara Luciano, Marin Lino, Demin Massimo, Pellegrini Enrico, Zollo Sergio, Bozzato Luigi, Marceca Antonino

MOZIONE RESPINTA DAL CONGRESSO

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