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(23 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

L'inverno del nostro scontento. A che punto sta la Riforma Gelmini e come continua la nostra lotta, a Napoli e fuori...

(1 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

L'inverno del nostro scontento. A che punto sta la Riforma Gelmini e come continua la nostra lotta, a Napoli e fuori...

foto: www.caunapoli.org

Le cose in inverno vanno piano, ma vanno. Ed in questo mese, in cui la scena mediatica è stata riempita dalle disavventure del Bunga Bunga, passato ben presto da farsa in tragedia, c'è chi ha continuato a lavorare per applicare la Riforma Gelmini, e chi, da vecchia talpa, ha continuato a sabotarla...
Abbiamo quindi provato a raccogliere alcuni esempi per chi fra un esame e l'altro si può essere distratto, ma magari ha voglia a marzo di riprendere la lotta, e vuole sapere dove e come... Qui sotto leggerete che il nostro sistema universitario è attraversato da forti linee di tensione e che la partita è tutt'altro che chiusa. Ma soprattutto non si deve chiudere in Campania, dove – l'avevamo detto! – l'applicazione della Riforma produrrà degli sfaceli.

Partiamo innanzitutto con alcuni dati: secondo ItaliaOggi del 16 febbraio passano da 7 a 36 gli atenei – fra cui l'Orientale – che rischiano il commissariamento per la chiusura dei bilanci in rosso, non essendo più alleggeriti dai correttivi che permettevano alle università di non superare la soglia del 90% del FFO ed effettuare così nuove assunzioni.
A proposito di assunzioni: dove sono finiti i “principi di efficacia ed efficienza”? L’unico punto fermo è l’assoluta iniquità, il torpore e la cooptazione nelle logiche dei concorsi. Peraltro, come viene palesato dall’art. 23 della legge stessa, oggi si può fare ricerca soltanto se si dispone di un certo reddito. La selezione di classe non è all'opera solo fra gli studenti, ma soprattutto fra i docenti. E cosa potranno mai insegnarci i figli dei ricchi che avremo come professori? È anche così che oggi si riproduce l'ideologia della classe dominante...

Nel frattempo, a proposito di chi la ricerca la vuole fare davvero, regna l'incertezza in materia di dottorati. Confuso e senza risorse è l’iter di applicazione di una legge che avrebbe voluto illuminare i torbidi meccanismi universitari, e invece continua ad incepparsi e paralizzare le carriere e gli studi. Infatti, i rimandi a decreti e regolamenti postumi bloccano l'assegnazione dei dottorati a causa dell’assenza di un’interpretazione univoca dell’art. 19 che dovrebbe fornire disposizioni in materia di ricerca. Ma come il Mini-store dell’Istruzione dichiarava circa un mese fa: “La materia verrà affrontata in un apposito regolamento..., “sono a disposizione 170 milioni di euro...”. Soldi mai visti...

L'inverno del nostro scontento. A che punto sta la Riforma Gelmini e come continua la nostra lotta, a Napoli e fuori...

foto: www.caunapoli.org

In realtà lo spauracchio del commissariamento aleggia, e commissioni frettolose vengono elette da Rettori impauriti dalla spada di Damocle che pende sulle loro teste: tutto questo è sintomatico della “trasparenza”, dell’“autonomia” e della “meritocrazia” tanto sbandierate. I Rettori si affrettano a nominare le commissioni che dovrebbero riscrivere gli Statuti integrando le norme della Gelmini, e fa niente che non siano democraticamente elette e siano autocraticamente dirette.
Come a Messina, dove il reclutamento dei ricercatori che devono lavorare allo Statuto è stato limitato ai prescelti dal Rettore, disattendendo in toto una petizione firmata dal 35% dei docenti. O a Firenze, dove vengono occultate le date del Senato Accademico e dei Consigli di Amministrazione, e la nomina della commissione si è conclusa in sordina senza il coinvolgimento degli studenti. Solo la forte mobilitazione ha fatto sì che a Trieste e Palermo si sia arrivati ad una nomina della Commissione Statuto secondo una “votazione a suffragio universale alla quale hanno partecipato tutte le componenti della comunità accademica, dagli studenti agli ordinari fino al personale amministrativo”.

L'inverno del nostro scontento. A che punto sta la Riforma Gelmini e come continua la nostra lotta, a Napoli e fuori...

foto: www.caunapoli.org

Il punto è che, malgrado l’approvazione, l'applicazione della Riforma è ancora in discussione. Gli Atenei italiani sono in fermento e gli studenti, i soggetti più motivati e intransigenti nel contrastare la Gelmini, vigilano sulle date di decisione interna. Nonostante le sessioni di esami in corso, Senati Accademici, Consigli di Amministrazione e Commissioni di spicciola elezione non hanno trovato pace, e le dimissioni dei rappresentanti che si rendono complici della Gelmini vengono reclamate a gran voce.gli studenti di Pisa hanno bloccato la nomina della Commissione, invalidando le sedute del SA e del CdA . A Bologna, poi, gli studenti e i precari hanno interrotto il CdA riunitosi il 15 Febbraio, richiedendo un referendum sullo statuto. Dopo pochi giorni è l’assemblea di ateneo ad essere interrotta, considerata una farsa Così, nella prima settimana di Febbraio poiché “il rettore ha già deciso sulle nostre teste” componendo la Commissione senza includere i ricercatori già nel Marzo scorso.

L'inverno del nostro scontento. A che punto sta la Riforma Gelmini e come continua la nostra lotta, a Napoli e fuori...

foto: www.caunapoli.org

A Torino invece, per impedire agli studenti di bloccare anche la seconda seduta della Commissione di stesura, il rettore ha disposto un ingente dispiegamento di forze dell’ordine, vere e proprie barricate in divisa di un centinaio di agenti davanti al rettorato. Questo episodio è indubbiamente lo specchio dell’irrigidimento e chiusura istituzionale che tenta di ignorare le conseguenze nefaste di una riforma e guarda solo l’immediata “messa a norma” dell’Università per non essere segnalati nel libro nero ministeriale.

Ma non possiamo sottostare ancora alle logiche di palazzo: l’opposizione reale, l’opposizione dal basso al Governo ed ai governi delle università deve guadagnare terreno, generalizzare le lotte e fonderle in un unico blocco che necessita di spazi di discussione e di confronto, di arricchimento e dibattito. A maggior ragione per quello che sta succedendo in Campania...

Mercoledì 23, infatti, a palazzo Chigi il Ministro Gelmini, il presidente Caldoro e i rettori dei sette atenei campani hanno sottoscritto un accordo di programma che prevede la soppressione di 34 corsi di laurea e la chiusura di 6 sedi decentrate, secondo un processo di federazione degli atenei, attivo per 5 anni a partire dal prossimo anno accademico.

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foto: www.caunapoli.org

Come dice la Gelmini, «le università campane sono tra le prime ad attuare la riforma dell’università»: il Sud mantiene dunque i suoi primati negativi. Mentre il fantoccio Caldoro esulta, vedendoci un inizio di federalismo. Ed ha ragione, perché con il federalismo il nostro territorio sarà ancora più saccheggiato, immiserito, abbandonato... Già da ora parecchi corsi dell'Orientale, della Federico II e degli altri atenei campani saranno soppressi...

Noi non ci siamo limitati a dire NO a tutto ciò nel 2008 o nel 2011. Abbiamo sin da gennaio contestato i Senati accademici delle Università napoletane per sabotare l'applicazione della Riforma. Ma la lotta è di tutti, e per questo – come nelle “calde” giornate di autunno – invitiamo tutti a costruire quest'opposizione reale, a confrontarci, a cercare insieme informazioni. Per questo vi invitiamo a restare informati, a passare nelle assemblee all'università dove ogni giorno si discute, si prova a decidere come opporsi a questi provvedimenti; a tenere sempre d'occhio quei palazzi che per tutto l'inverno si sono riempiti dell'intelligenza e dell'energia collettiva di tanti studenti che sono riusciti a svegliarsi dal torpore in cui ci vogliono costringere e mostrare che siamo pronti a riprenderci ciò che ci spetta! Il futuro non è scritto!

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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