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    Israele, con la complicità dei governi europei, blocca la Flottiglia Aerea

    (9 Luglio 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

    Israele, con la complicità dei governi europei, blocca la Flottiglia Aerea

    foto: www.radiocittaperta.it

    Dopo la Freedom Flottilla, Israele è riuscita a bloccare, senza particolare clamore – i telegiornali italiani, ad esempio, non sembrano essersene accorti – anche la Air Flottilla, un tentativo organizzato da mesi di portare contemporaneamente negli aereoporti israeliani centinaia di attivisti solidali con la Palestina provenienti da una cinquantina di paesi, non solo europei. Il piano israeliano ha funzionato: i paesi dai quali gli attivisti sono decollati hanno partecipato attivamente alla caccia ai componenti della missione, che sono stati bloccati a volte prima di salire sugli aerei, in altri casi sono stati bloccati al momento di prendere una coincidenza, in altri all’aeroporto di Tel Aviv. La complicità di paesi come Grecia e Italia è stata totale, a conferma di quanto era già possibile capire per quanto riguarda il blocco nella penisola ellenica delle imbarcazioni della Freedom Flottilla. La collaborazione dell’esecutivo socialista di Atene si è spinta ancora più in là, funzionando da avamposto avanzato di Israele nel Mediterraneo nel primo caso e nei cieli nel secondo. Tra l’altro la Grecia sta progettando di espandere la propria cooperazione tecnico-militare con Israele. Lo ha ammesso oggi il ministro della Difesa del paese Panos Beglitis, citato dall'agenzia Ria Novosti. ''Presto firmaremo un accordo di cooperazione militare che riguarderà principalmente l'industria della difesa e la fornitura di armamenti'', ha detto Beglitis.
    Qui di seguito vi proponiamo tre lanci di agenzia di oggi pomeriggio:

    (Ansa) Le autorità israeliane hanno negato il permesso di ingresso complessivamente a 69 passeggeri giunti oggi all'aeroporto di Tel Aviv, perche' ritenuti direttamente coinvolti nella manifestazione 'Benvenuti in Palestina'. Lo riferiscono i mezzi di comunicazione israeliani. Nelle ultime ore, aggiungono, in totale sono stati interrogati 310 passeggeri per i quali esistevano dubbi sulla opportunita' o meno di accordare il permesso di ingresso. Fra i respinti figurano persone di nazionalita' diversa, fra cui belgi, spagnoli, statunitensi, tedeschi e olandesi.

    (Adnkronos) - Le autorità israeliane hanno fermato 62 presunti attivisti filopalestinesi al loro arrivo all'aeoroporto Ben Gurion. Per 25 di loro e' stata gia' decisa l'espulsione da Israele sul primo volo disponibile. Si tratta, riferisce il sito ynetnews, di cittadini belgi, francesi, spagnoli, olandesi e americani. Gli espulsi fanno tutti parte dell'iniziativa della Fly-tilla, che aveva organizzato per oggi l'arrivo per via aerea di centinaia di attivisti filopalestinesi in Israele. L'iniziativa e' scattata dopo che, su pressione israeliana, le autorità greche hanno impedito la partenza dai propri porti delle imbarcazioni della Freedom Flotilla II che dovevano cercare di violare il blocco navale imposto da Israele alla Striscia di Gaza. Le autorità israeliane si sono però attivate anche per bloccare la Fly-tilla. E' stata fornita alle compagnie aeree una lista nera di 342 indesiderabili, in base alla quale é stato negato l'imbarco a 200 attivisti. Intanto sei manifestanti israeliani sono stati fermati all'aeroporto Ben Gurion dove erano arrivati con cartelli di benvenuto per i partecipanti della Fly-tilla. Degli attivisti fermati, 20 sono arrivati da Roma con un volo Alitalia e altri 10 da Ginevra con volo EasyJet, riferisce il sito online Ynet news. Due cittadine americane arrivate questa mattina dalla Grecia sono gia' state costrette a far ritorno ad Atene. (...) Gli organizzatori di "Benvenuti in Palestina", una settimana di manifestazioni contro l'occupazione israeliana e manifestazioni culturali in Cisgiordania, avevano annunciato l'arrivo oggi in aereo di 600-1000 attivisti. Gli israeliani hanno pero' mandato alle compagnie aeree una lista nera con 342 indesiderabili, sulla base della quale a 200 persone e' stato vietato di salire a bordo degli aerei diretti all'aeroporto Ben gurion.

    (AGI) Il piano B degli attivisti filo-palestinesi della Freedom Flotilla 2 non ha funzionato: immobilizzati a terra in Grecia dal blocco navale sollecitato da Israele, centinaia di dimostranti hanno tentato invano di raggiungere lo Stato ebraico in aereo per dimostrare la loro solidarieta' con i palestinesi. Decine di partecipanti alla "Fly-tilla", come e' stata ribattezzata, sono stati fermati all'aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv, non appena messo piede a terra, mentre altri 200 sono stati bloccati in vari aeroporti europei mentre tentavano di imbarcarsi alla volta dello scalo israeliano. Secondo Yedioth Ahronoth, un volo dell'Alitalia in arrivo da Roma e' stato indirizzato verso il Terminal 1 dell'aeroporto di Tel Aviv per speciali controlli di sicurezza, dopo che e' stata segnalata la presenza a bordo di una decina di attivisti. Stessa sorte per un aereo dell'EasyJet proveniente da Ginevra, su cui erano imbarcati una cinquantina di manifestanti. Una trentina di persone sono state fermate per essere interrogate. Intanto, a 200 attivisti e' stato impedito l'imbarco in vari scali europei: le autorita' del Ben Gurion, infatti, nei giorni scorsi avevano scoperto l'identita' di 342 partecipanti alle iniziative pro-palestinesi e avevano inviato alle compagnie aeree 'liste nere' con i nomi, chiedendo di bloccarli. A convincere le linee aeree a collaborare e' stata la prospettiva di dover "pagare di tasca propria" il volo di rientro degli attivisti respinti in Israele. Finora, 50 passeggeri di un volo Lufthansa sono stati bloccati all'aeroporto di Roissy, a Parigi, insieme ad altre decine in attesa di prendere un aereo della Malev con una coincidenza per Israele. Altri 3 sono stati bloccati a Bruxelles, mentre a Ginevra sono scoppiati tafferugli quando una cinquantina di dimostranti ha cercato di superare i controlli di sicurezza per imbarcarsi. L'appoggio fornito dai vettori internazionali ha suscitato le proteste degli organizzatori della Fly-tilla, che hanno minacciato azioni legali. In un comunicato, hanno ricordato che "chi viaggia e' protetto dal diritto internazionale e dagli accordi bilaterali. Quelli che hanno avuto la prenotazione cancellata eserciteranno il loro diritto al reclamo". Nonostante le precauzioni messe in atto per sventare il piano degli 800 attivisti, le forze di sicurezza israeliane temono comunque che diverse centinaia "possano ancora arrivare". Al momento, ha fatto sapere un poliziotto, "e' tutto normale. Tuttavia, siamo pronti a gestire la situazione".

    Ora invece vi proponiamo la corrispondenza di Marta Fortunato per NenaNews

    Più di duecento attivisti bloccati negli aeroporti europei, sei rispediti a casa dalle autorità israeliane di Tel Aviv e tre arrestati. Queste sono le ultime notizie riportate dagli ufficiali israeliani.
    Tanti i mezzi utilizzati da Israele per fermare gli oltre 600 attivisti internazionali in arrivo oggi all’aeroporto Ben Gurion per partecipare all’evento “Welcome to Palestine”, organizzato da oltre 40 associazioni palestinesi. Una lista nera di 347 nomi. Ed una lettera del Ministero degli Interni di Israele indirizzata a tutte le compagnie aeree per chiedere di “non imbarcare i radicali pro-palestinesi” sui voli diretti a Tel Aviv. Nel documento, pubblicato dal quotidiano israeliano The Jerusalem Post, si legge che “a seguito delle dichiarazioni degli attivisti pro-palestinesi in arrivo in Israele per sconvolgere l’ordine e per confrontarsi con le autorità israeliane” è stato deciso di rifiutare loro l’ingresso nel paese “secondo la Legge di Ingresso in Israele del 1952.

    Invito al quale molte compagnie aeree hanno risposto positivamente, secondo quanto riferito da Israel Radio. Un portavoce della polizia ha riferito al quotidiano israeliano Ynet che “le linee aeree hanno capito che saranno responsabili e dovranno sostenere le spese di tutte quelle persone che arriveranno in Israele e che verranno rispedite nei paesi di provenienza”.
    Un centinaio di attivisti sono stati bloccati all’aeroporto Charles de Gaulle (Parigi) dalla compagnia ungherese Malev e da quella tedesca Lufthansa. Altri non sono stati fatti imbarcare negli aerei dell’EasyJet a Genova e Ginevra. L’appello lanciato dagli organizzatori palestinesi non è stato ascoltato. In un comunicato stampa diffuso ieri si chiedeva alle compagnie aeree di “non accettare le azioni provocatorie ed illegali e i ricatti del governo israeliano”.

    “La Francia è preoccupata che vi siano incidenti e scontri tra attivisti e autorità israeliane nel caso in cui i primi raggiungessero la capitale israeliana” ha affermato Bernand Valero, portavoce del ministro degli esteri francesi. “Noi siamo persone pacifiche e non vogliamo sconvolgere l’ordine in Israele” ha dichiarato Olivia Zemour, leader dell’organizzazione euro-palestinese – “l’aeroporto è sotto occupazione israeliana”.

    Sophia Deeg, coordinatrice tedesca degli attivisti ha aggiunto: “molti dei partecipanti sono famiglie o persone anziane che non sono mai state in Palestina. Il loro intento è solo quello di mettere in luce la forte restrizione della libertà di movimento che è in vigore in Palestina”.
    Scopo principale di questi uomini, donne e bambini in viaggio verso la Palestina è quello di fornire un supporto morale a questo popolo che da troppi anni vive sotto occupazione. Esattamente dal 1967, quando l’esercito israeliano ha invaso la Cisgiordania e Gaza.

    Nel comunicato stampa diffuso dalle associazioni palestinesi organizzatrici si legge che “i partecipanti francesi, belgi, inglesi, tedeschi, italiani ed americani, poiché mossi da intenti totalmente pacifici, hanno deciso di comune accordo di non avere niente da nascondere e di informare le autorità israeliane della loro volontà di recarsi immediatamente in Cisgiordania dopo l’arrivo al Ben Gurion”.

    Tuttavia Israele ha utilizzato la linea dura. Le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dalle più alte cariche israeliane si stanno traducendo in azione: tutti coloro che arriveranno all’aeroporto Ben Gurion verranno arrestati o rispediti a casa.

    Radio Città Aperta - Roma

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