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Sasà Bentivegna, Partigiano

Sasà Bentivegna, Partigiano

(3 Aprile 2012) Enzo Apicella
E' morto ieri a Roma Rosario Bentivegna, che nel 1944 prese parte all’azione di via Rasella contro il Battaglione delle SS Bozen.

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    (Ora e sempre Resistenza)

    Il Dio di Abramo, Breivik e Borghezio

    (29 Luglio 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.cattolicesimo-reale.it

    Il Dio di Abramo, Breivik e Borghezio

    La caduta di gerico conquistata dagli israeliti - foto: www.cattolicesimo-reale.it

    Al primo annuncio della strage di Oslo tutti i giornali italiani si sono affrettati ad accreditare, o quelli più cauti ad adombrare, la pista del “terrorismo islamico”, anche se non tutti con i toni “crociati” (alla Breivik…), del Giornale, di Libero e di Fiamma Nirenstein.

    Fortuna che ci sono Borghezio e Speroni

    La linea non è cambiata, seppure con una giravolta, neppure dopo aver scoperto che l’autore del criminale attentato era, ahinoi, un biondo norvegese e per di più cristiano. Numerosi autorevoli commentatori infatti, visto che l’islam non c’entra, hanno subito ripiegato sulla teoria del “mostro”, del “folle” isolato, che con la politica non c’entra e con la religione ancora meno. Insomma o è terrorismo islamico o non è terrorismo ma solo delitto comune. Che sia terrorismo di destra, maturato in ambienti xenofobi, razzisti e del fondamentalismo cristiano, neanche pensarci!..

    Per far cambiare idea agli illustri commentatori non sono servite neppure le 1500 pagine in cui Breivik ha esposto le sue idee sulla necessità di riportare l’Europa alle “radici cristiane” anche con qualche massacro doloroso ma inevitabile; ha rivendicato i suoi legami con la destra polacca e inglese; ha indicato come suoi riferimenti, insieme a confusi miti nordici, la Bibbia e le crociate; ha preso le distanze, ma solo perché troppo debole verso l'islam, e in definitiva troppo poco cattolico, dal papa.

    Non è servito. Per fortuna che a chiarirci le idee è arrivato Borghezio, spiegando candidamente che lui e Breivik sono, «al netto dalla violenza», due gocce d’acqua, con in comune perfino la simpatica mescolanza di cristianesimo e riti pagani, vichinghi o celtici, del dio Odino o del dio Po poco conta. Un'ideologia resa più piccante dal comune antislamismo al netto, beninteso, dalle stragi di Breivik, ma non da quelle poco diverse del Dio di Abramo, della Chiesa di Lepanto e di Goffredo da Buglione. «Le idee di Breivik sono a difesa della civiltà occidentale», ha spiegato l'amico (di Borgherzio) Speroni, tipico esempio di cattolico in salsa leghista.

    Il Dio di Abramo, Breivik e Borghezio

    Clermont. Urbano II proclama la crociata - foto: www.cattolicesimo-reale.it

    L’album di famiglia di Ratzinger

    E a questo punto qualche interrogativo, almeno, dovrebbero porselo Benedetto XVI e i suoi fedeli. Il papa, ovviamente, ha espresso il suo «profondo dolore» per i fatti della Norvegia e ha esortato «ad abbandonare per sempre la via dell' odio e a fuggire dalle logiche del male». Pure, il Dio della Bibbia e la storia della Chiesa sembrano camminare proprio sulla «via dell’odio», dando qualche legittimità alle idee di Breivik, di Borghezio e altri integralisti cristiani.

    Dio, nella Bibbia, incita ogni due per tre gli israeliti a passare a fil di spada uomini, donne, bambini e anche il bestiame. «Così dice il Signore degli esercit», si legge nel Primo libro di Samuele, «non lasciarti prendere da compassione… ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti». Passi del genere non si contano. Ancora nel Catechismo romano del 1566 si legge: «Enunciata la Legge che vieta di uccidere, il parroco dovrà subito indicare le uccisioni che non sono proibite… Vi sono anzi delle uccisioni compiute per espresso comando di Dio.»

    E sulla scia di Jahvé, Urbano II, alla fine dell'XI secolo, nell'indire la prima crociata, concluse: «Quando andate all’assalto dei bellicosi nemici, sia questo l’unanime grido di tutti i soldati di Dio. “Dio lo vuole! Dio lo vuole!”». Una pratica continuata per parecchio tempo se è vero che sei secoli dopo, nel 1601, nel pieno delle “uccisioni” di streghe ed eretici (si presume “comandate” da Dio), il Santo uffizio decretava: «Amico di Dio è chi uccide i nemici di Dio».

    Certo, da allora, grazie alla cura dimagrante impostagli dall’illuminismo e dalla caduta del potere temporale, la Chiesa è cambiata molto. Ma, per essere credibile, l’attuale versione di un Dio e di un cristianesimo affatto diversi, tutti amore e misericordia, che permette di definire “anticristiano” il catto-nazismo professato a Oslo e a Pontida, deve fare i conti con un album di famiglia piuttosto imbarazzante. Per zittire i Breivik e i Borghezio o gli Speroni di turno i papi dovranno decidersi prima o poi a riconoscere che la Bibbia va letta come opera di fantasia, alla stregua dell’Iliade e dell’Odissea, e non come “parola di Dio” e che meno ancora vanno tenute in conto la parola e i precetti dei papi crociati e inquisitori – anche se elevati alla gloria degli altari.

    Ma, “al netto” da questa serie di errori (e pur senza mettere in conto gli errori nuovi - la omofobia, l'imposizione della propria morale agli altri, la tenace aspirazione teocratica -, che dal vecchio tronco continuano a rifiorire), cosa resta?

    cattolicesimoreale.it

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