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(30 Giugno 2011) Enzo Apicella

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    Un manovra contro i lavoratori e il ceto medio

    (18 Agosto 2011)

    Sono appena trascorse due settimane da una manovra economica lacrime e sangue che ne arriva un'altra- di quasi 50 milairdi di euro- direttamente dettata dalla Banca Europea sula quale da qui alle prossime due setimane interverranno con modifiche e aggiustamenti che certo non ne modificheranno la sostanza.

    La crisi è sistemica ed è l'occasione per attuare in tutta Europa politiche di innalzamento dell'età pensionabile, di aumento dell'età lavorativa, di riduzione del potere di acquisto dei salari e delle pensioni, l'occasione per azzerare diritti e democrazia sindacale, cancellando lo statuto dei lavoratoratori e quell'art 18 che prevede licenziamenti non aribitrari ma solo in "preenza di giusta causa".

    Le famiglie italiane sono sempre più indebitate, tra il 2007 e il 2010 il debito è cresciuto del 28% sfiorando la cifra dei 20 mila euro di debiti a famiglia (saranno oltre 1300 euro annui i tagli alla famiglia italiana), in venti anni di manovre una buona parte dei pensionati e dei lavoratori dipendenti sono precipitati alla soglia di povertà

    Ma per altri, gli ultimi 20 anni sono stati all'insegna della speculazione e dell'arrichimento, basterebbe vedere i profitti accumulati dal capitale cresciuti a dismisura, a mo' di esempio i capitali all'estero non dichiarati in dieci anni - per Bankitalia- sono cresciuti del 50%

    La manovra guarda solo all'abbattimento del debito ma contraendo il potere di acquisto consegna alla miseria interi strati sociali, si fa cassa solo tagliando fondi agli enti locali e alla sanità con l' aumento delle tasse locali e una forte diminuzione dei serizi. Nessun intervento strutturale che permetta all'economia reale di crescere, nessun investimento in nuove tecnologie, solo il saccheggio dei beni comuni per fare cassa, privilegi alla casta politica intatti e l' accorpamento di Comuni e Province cancellerà in molte aree importanti servizi al cittadino. Per meglio favorire le imminenti privatizzazioni arrivano poi le speculazioni borsistiche e finanziarie (gli stessi che poi quando falliscono invocano l'aiuto statale e pubblico) , si vedano le manovre per abbattere i titoli borsistici delle aziende energetiche di proprietà pubblica...

    Se in Germania i capitali esportati illecitamente vi fanno ritorno devono pagare una tassa del 20%, in Italia se la caveranno con un misero 5%. La manovra è di classe perchè salvaguarda i grandi capitali, penalizza il pubblico impiego con lavoratori che andranno in pensione con un anno di ritardo, con la buonuscita che sarà percepita anche con due anni di ritardo (sono oltre 19 mila i dipendenti pubblici che nel 2012 andranno in pensione.....) e la tredicesima a rischio in caso di mancato rispetto dei parametri di risparmio dell'Ente pubblico di appartenenza.

    Tra festività soppresse e ulteriore prolungamento del blocco salariale, saranno proprio i\le dipendenti della pubblica amministrazione a pagare i costi più elevati di questa manovra il cui obiettivo dichiarato è privatizzare tutto il possibile, cancellare il contratto nazionale e introdurre, sul modello Marchionne, la supremazia della contrattazione-di comodo-aziendale.

    Una manovra non certo avversata dalla Cgil e dalla firma della segretaria Camusso del documento comune, sottoscritto a inizio agosto, con Governo e Confindustria. Quella firma (a un documento che prevede la vendita di tutte le proprietà pubbliche...) e l'accordo con Confindustria del 28 Giugno (via libera alle deroghe che annientano la contrattazione nazionale) sanciscono l'accettazione della maggioranza della Cgil delle tesi dei padroni e dei banchieri, gli stessi che vogliono far pagare ai lavoratori dipendenti la crisi finanziaria creata dalle loro stesse speculazioni

    cobas pubblico impiego

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