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Egitto, venerdi' di protesta contro israele

Israele prova a risolvere la crisi con l’Egitto dando il via libera all’ingresso di molte migliaia di soldati egiziani nel Sinai. Ma la rabbia dei giovani egiziani non si placa e tanti al Cairo oggi ribadiscono la richiesta di espulsione dell’ambasciatore israeliano.

(27 Agosto 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Egitto, venerdi' di protesta contro israele

foto: www.nena-news.com

Il Cairo, 26 agosto 2011, Nena News - E’ un venerdì di protesta contro Israele per l’uccisione, lo scorso 18 agosto, di cinque guardie di frontiera egiziane, quello sta vivendo oggi il Cairo. Migliaia di egiziani provenienti da ogni parte del paese si stanno raccogliendo davanti alla sede diplomatica di Israele per la «manifestazione del milione». Non si raggiungerà quella cifra così alta ma la partecipazione al raduno comunque sarà massiccia. «Continueramo la nostra protesta finchè Israele non presenterà scuse ufficiali e l'ambasciatore israeliano non sarà cacciato dal Cairo», ha spiegato Ahmed Maher, leader del Movimento 6 Aprile protagonista lo scorso gennaio nella rivolta contro l’ex raìs Hosni Mubarak. La scorsa settimana un giovane imbianchino di Sharkia, Ahmed Shehaat, ha fatto notizia in tutto il mondo scalando l’alto edificio che al Cairo ospita l’ambasciata israeliana. Una volta raggiunta la vetta, Shehaat ha strappato la bandiera israeliana e ha issato al suo posto quella egiziana.

Forte a livello popolare, la crisi tra Israele ed Egitto si sta risolvendo a livello politico e diplomatico. Il governo egiziano sembra aver messo da parte l’intenzione di ritirare l’ambasciatore da Tel Aviv come aveva minacciato di fare la scorsa settimana. I giovani egiziani però insistono e affermano che il fine del raduno è anche quello di chiedere una revisione dell’accordo di pace tra i due paesi, siglato più di trent’anni fa a Camp David. «Il trattato con Israele deve essere emendato per permettere all'Egitto di rafforzare la sua presenza militare nel Sinai», ha spiegato Ahmed Maher ponendo l’accento su uno dei principali punti di contrasto di tensione tra le due parti.

Tel Aviv accusa il Cairo di non fare abbastanza per fermare i gruppi armati che agiscono nel Sinai ma allo stesso tempo non consente alle forze armate egiziane di dispiegarsi in quella parte di territorio. Proprio oggi la stampa internazionale riferisce che in una deroga agli accordi di smilitarizzazione del Sinai, Israele è incline ad autorizzare l'ingresso in quella regione di migliaia di soldati egiziani. Lo ha detto all' Economist il ministro della difesa Ehud Barak. Ma le sue parole stanno facendo molto rumore in Israele. Alla Knesset molti dicono che il governo non può modificare gli accordi di Camp David senza essere stato autorizzato dalla maggioranza dei deputati. Nena News

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