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La lettera di risposta

La lettera di risposta

(28 Ottobre 2011) Enzo Apicella
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(Dove và la CGIL?)

Il sindacato soggetto terzo tra imprese e lavoratori.

(7 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in medioevosociale-pietro.blogspot.com

C'è una mutazione genetica in corso nel Dna della Cgil indotto da una nuova dottrina del suo rapporto con i lavoratori che merita di essere studiata a fondo per le sue inquietanti conseguenze sulla "natura" del Sindacato. Sono state introdotte per legge norme come quella dell'arbitrato ed ora sui licenziamenti che di fatto trasferiscono diritti indisponibili dalla persona del lavoratore ai sindacati. La rappresentanza sindacale nel collegio arbitrale di impianta sul diritto del lavoratore ad avere un giudice naturale a cui rivolgersi e lo sostituisce. Se passa l'art.8 con il quale l'art.18 diventa disponibilità di parti sociali un diritto soggettivo fondamentale alla giusta causa viene affidato alla "benevolenza" del sindacato a cui il lavoratore si rivolge per farsi assistere. Insomma si spogliano i lavoratori di potestà giuridiche, si riducono a pura merce, e si affidano ruolo nuovi al sindacato. Quindi il sindacato non è più lo strumento che agisce per conto del lavoratore e lo difende accrescendo il corpus dei suoi diritti e rivendicando le sue ragioni nei confronti della azienda ma una entità terza a se stante al quale il lavoratore è costretto a rivolgersi dalla legge e che acquista un potere drammatico su di lui. La Cisl è il principale veicolo di questa nuova dottrina. Il cittadino è dotato di tanti diritti che vengono perduti nel momento in cui diventa lavoratore e per esercitarli è costretto a rivolgersi ad un sindacato. Siamo ad una mostruosa involuzione del giuslavorismo.

Intanto la moltiplicazione degli enti bilaterali e delle iniziative comuni tra le organizzazioni padronali e quelle dei lavoratori crea un groviglio fittissimo di interessi alimentato da una normativa contrattuale che destina a specifici scopi parti del salario che crea financo un conflitto di interessi tra il lavoratore che non vorrebbe rinnovare il contratto in un certo modo ed il suo sindacato che deve continuare ad alimentare il suo rapporto con la parte datoriale.

Avremo un processo di scollamento di interessi tra i sindacati ed i lavoratori fino al punto di diventare divergenti e fino ad annullare ogni potere effettivo degli iscritti sulle loro rappresentanze.

Pietro Ancona

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