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Bologna. primo giorno di scuola, bidelli sul tetto

(19 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in confederazione.usb.it

Bologna. primo giorno di scuola, bidelli sul tetto

foto: Resto del Carlino

Bologna – lunedì, 19 settembre 2011 Un gruppo di collaboratori scolastici rimasti senza lavoro, insieme ad un delegato USB, sono saliti sul tetto dell' Istituto Comprensivo Lame in Via Beverara 158 a Bologna, per protestare contro la perdita del posto di lavoro e contro le condizioni in cui viene ridotta la scuola pubblica.

I lavoratori chiedono che si apra un percorso per risolvere la loro situazione, sia coinvolgendo l'Amministrazione Scolastica sia l'Assessorato alla Scuola della Regione Emilia Romagna.

Si tratta di lavoratori con una età media di 50 anni che già dalla fine di questo mese non sapranno come far fronte alle spese per sé e per la loro famiglia.

USB Scuola Emilia Romagna

19 settembre 2011 - Adnkronos
SCUOLA: EMILIA ROMAGNA, RITORNO SUI BANCHI TRA WEB E PROTESTE
A BOLOGNA PERSONALE ATA E USB SUL TETTO ELEMENTARI BOTTEGO


Bologna - Sono tornati stamattina sui banchi di scuola gli studenti dell'Emilia Romagna che per due ore, sono stati connessi in rete tra loro, grazie alla diretta web 'Una scuola grande come la regionè voluta da Viale Aldo Moro e dall'Ufficio Scolastico Regionale. Ma la riapertura delle scuole è stata accompagnata anche dalle proteste del personale scolastico precario o rimasto senza un posto. È il caso dei bidelli disoccupati che, insieme alle Usb, stamattina solo saliti sul tetto delle scuole elementati Bettego di Bologna. Quanto alla diretta web, dalle 10 alle 12, docenti, studenti e dirigenti si sono connessi in rete, raccontando in particolare gli ultimi progetti e le iniziative in campo di innovazione. Questo, infatti, il tema al centro della trasmissione digitale cui hanno partecipato, da Modena, anche l'assessore regionale all'Istruzione Patrizio Bianchi e il presidente della giunta Vasco Errani che ha portato il suo saluto a tutti gli alunni. Innovazione nella didattica e negli strumenti, dunque, dagli istituti tecnici aeronavali, al licei fino alle scuole elementari. Filmati prodotti dai ragazzi, programmi di didattica web per la scuola dell'epoca digitale, iniziative per connettere la scuola al mondo del lavoro, aule di informatica dove si sperimentano nuove forme di approfondimento. Sono solo alcuni degli esempi di didattica quotidiana della scuola che riapre le classi.

19 settembre 2011 - Il Resto del Carlino online
Inizio d'anno difficile
Bidelli senza lavoro restano sul tetto della scuola


Tensione all'Istituto comprensivo Lame in via Beverara per la protesta di una decina di bidelli: "Ci buttate come vecchie scarpe, moriremo di fame". Fallisce la mediazione

Bologna - E' ancora sul tetto della scuola di via della Beverara a Bologna il gruppo di bidelli dell'Usb rimasti senza lavoro a causa dei tagli al personale Ata nella scuola pubblica. "Abbiamo chiesto alla Regione di aprire un tavolo tecnico per trovare una soluzione per le centinaia di bidelli rimasti senza lavoro, ma anche per dare una risposta alle scuole che non riescono ad aprire senza personale- spiega dal tetto il leader dell'Usb scuola di Bologna, Francesco Bonfini- aspettiamo di sapere la data in cui verra' fissato il tavolo: solo allora scenderemo".
E' dalle 8.30 che sono sul tetto dell'edificio che ospita le scuole elementari (dentro c'e' regolarmente lezione). Erano arrivati, spiega ancora Bonfini, all'orario di apertura, per volantinare e spiegare ai genitori la loro situazione. Poi hanno chiesto alla preside della scuola (l'istituto comprensivo 3), Anna Meris Vigarani, di poter partecipare alla diretta web organizzata dalla Regione (dalle 10 alle 12) in occasione del primo giorno di scuola: erano previsti collegamenti tra varie scuole delle diverse province ed anche interventi dell'assessore regionale alla Scuola, Patrizio Bianchi (in collegamento da Modena), e del governatore Vasco Errani (a Faenza). La preside ha rifiutato, dicendo che si trattava di una diretta su argomenti didattici, e cosi' loro, per protesta, sono saliti sul tetto passando attraverso una portafinestre, spiega ancora Bonfini.
Inizialmente erano saliti in 14, poi qualcuno e' sceso per impegni personali. E' passata per un controllo la Digos, spiega sempre il sindacalista Usb, avvisata dalla preside: sono saliti sul tetto a controllare, raccomandandosi di mantenere chiusa la porta d'accesso al tetto, spiega Bonfini. "Noi staremo qui finche' non ci comunicano la data di apertura del tavolo- dice Bonfini- ma non abbiamo ostacolato in alcun modo lo svolgimento delle lezioni, alla scuola pubblica ci teniamo. Tra l'altro, alla diretta web ha partecipato anche una scuola privata dei Salesiani qui vicino, in via Jacopo della Quercia, invece a noi hanno negato l'intervento di un minuto". Dalla Regione fanno sapere che il tavolo tecnico e' gia' fissato per questa settimana, anche se non si conosce ancora il giorno esatto. Da viale Aldo Moro spiegano anche di aver tentato una mediazione per permettere al gruppo di bidelli dell'Usb di partecipare alla diretta web, ma la preside (e dunque l'ufficio scolastico regionale) non ha voluto. Per la Regione l'intervento sarebbe stato pertinente: l'argomento dei tagli, infatti, e' stato toccato sia da Errani che da Bianchi, nel corso dei collegamenti.

19 settembre 2011 - Corriere della Sera online
Scuola, bidelli sul tetto in via della Beverara


Gli operatori scolastici protestano contro la perdita del posto di lavoro
di Sarah Buono

Bologna - Un gruppo di collaboratori scolastici, con un delegato Usb, sono saliti sul tetto dell'Istituto Comprensivo Lame in Via Beverara 158, a Bologna. Gli «occupanti» protestano contro la perdita del posto di lavoro e contro i tagli alla scuola pubblica. Hanno un età media di 50 anni e non sanno come far fronte alla necessità delle loro famiglie. C'è anche una coppia - marito e moglie - entrambi senza lavoro. Sono una decina i collaboratori sul tetto, altrettanti sulle scale dell'Istituto. Il loro contratto è scaduto a giugno, nel migliore dei casi ad agosto e da allora non percepiscono lo stipendio.
Ora chiedono che si apra un percorso coinvolgendo l'assessorato regionale alla Scuola e l'amministrazione scolastica. Per la prossima settimana è già stato fissato un incontro con l'assessore regionale alla Scuola patrizio Bianchi. In provincia di Bologna sono circa 120 i collaboratori che non sono stati assorbiti nelle graduatorie.

19 settembre 2011 - Repubblica.it
La scuola comincia fra le polemiche I bidelli salgono sul tetto


Alle scuole elementari dell'Istituto comprensivo 3, in via della Beverara, una decina di collaboratori scolastici che ha perso il lavoro ha volantinato poi, dall'alto, ha gridato col megafono: "Ci buttate come vecchie scarpe, moriremo di fame"
di ILARIA VENTURI

Bologna - La campanella è suonata in Emilia da pochi minuti quando comincia la prima forma di protesta contro i tagli alla scuola. Sono alcuni collaboratori scolastici che hanno perso il lavoro a manifestare dal tetto delle scuole elementari Bottego dell'Istituto comprensivo 3 di Bologna, in via della Beverara, dopo aver volantinato: "Questo è il lavoro che ci date, salire sul tetto e morire di fame. Ci buttate via come scarpe vecchie".
Con loro sul tetto anche un delegato Usb. La preside dell'istituto ha informato l'Ufficio scolastico provinciale e chiamato le forze dell'ordine. Sono presenti sul posto alcuni agenti della Digos. Tutto era iniziato poco prima, quando il gruppetto di bidelli aveva chiesto, senza ottenere inizialmente il consenso, di poter partecipare alla diretta web organizzata dalla Regione che mette in collegamento potenzialmente tutte le scuole dell'Emilia e alla quale partecipano l'assessore Patrizio Bianchi e il vicedirettore dell'Ufficio scolastico regionale Stefano Versari, con un messaggio del governatore Vasco Errani.
L'assenso a discutere del problema dei lavoratori della scuola durante la diretta web è arrivato più tardi: è stato comunicato da una funzionaria della Regione che ha spiegato ai manifestanti che o sarà concessa loro la parola oppure saranno Bianchi o Errani a parlarne.

19 settembre 2011 - Il Fatto quotidiano
Protesta dei bidelli sul tetto di una scuola: “A rischio 300 posti di lavoro”


Bologna - Sono saliti questa mattina sul tetto dell’Istituto Comprensivo Lame di via della Bevarara 156 a Bologna. Parliamo di un piccolo gruppo dei 371 bidelli che non si vedranno rinnovato il contratto di lavoro per la stagione 2011-2012. L’ennesima puntata di un disastrato anno scolastico che prende il via oggi, ha inizio il 7 settembre quando l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bologna pubblica le convocazioni per il 9 settembre per assegnare gli incarichi annuali al personale ATA. Qui, centinaia di lavoratori hanno scoperto di non essere stati convocati, nonostante la continuità con cui da anni prestavano servizio nelle scuole.
Già a fine giugno era stata fatta la previsione di 728 tagli tra il personale ATA (136 assistenti amministrativi, 12 assistenti tecnici e 574 collaboratori scolastici) per l’Emilia Romagna. Ora si scopre che sono superiori al previsto. Le Usb ne hanno chiesto conto all’amministrazione: dopo l’incontro in Provincia con il provveditore Vincenzo Aiello, che ha preso atto dell’urgenza della situazione, e che assegnerà una ventina di posti in più a fronte dell’ingente richiesta proveniente dalle scuole, vengono rimandati a chi effettivamente gli strumenti adeguati li ha: la Regione. Che come ha appena dichiarato, riferendosi alla Finanziaria che impone istituti comprensivi da mille alunni e da 500 nelle scuole di montagna: “l’organizzazione scolastica è competenza delle Regioni”, addirittura ricprrendo alla Corte Costituzionale.
I rappresentanti Usb che stanno seguendo la vicenda chiedono alla Regione di reintrodurre progressivamente i posti sottratti, usufruendo di una parte dei fondi del MIUR, derivanti dai fondi sociali messi a disposizione dall’Europa dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale che per il quinquennio 2007-2013 ammontano complessivamente a 3.574.339.322,00 euro e di cui, denunciano le Usb, il ministero avrebbe impiegato fin’ora solo il 20%.
Se si fa un confronto con le altre voci del bilancio, salta all’occhio la sproporzione: “Se si pensa che sono i 4 milioni dedicati all’istruzione (uno dei quali, ricordiamo, interamente dedicato alle private), e li confrontiamo con quelli distribuiti alle altre voci del bilancio – denuncia Francesco Bonfini, responsabile scuole per Bologna delle Usb – che vedono 5 milioni dedicati alla crisi del commercio, 8 alle ditte d’artigianato, ben 50 di credito alle imprese, solo per citare alcuni, si capisce bene che la prestazione fornita dai lavoratori nelle scuole viene ritenuto accessoria, pur essendo l’unico a garantire un servizio “acquistato” con certezza, per così dire”. Sempre seguendo la scia di un paragone efficace: “Siamo di fronte a un numero di esclusi dal lavoro pari a quello di una media industria. Se così fosse, sarebbe in prima pagina su tutti i giornali”, fa notare Bonfini.
Esclusi che sono fondamentali per il funzionamento dell’istituto scolastico e dello svolgimento della didattica stessa.
I contratti di lavoro a tempo determinato che vengono rinnovati anno per anno spesso presentano aspetti che rasentano l’irregolarità. Molte di queste persone arrivano alle 36 ore settimanali grazie al cosiddetto “spezzato”: ovvero la composizione di più turni di lavoro suddivisa fra le scuole che ne hanno bisogno, spesso dislocate sul territorio in maniera improponibile. Molti di loro invece, acquisiscono incarichi in corsa, per così dire, ovvero chiamate dell’ultima ora per supplenze brevi. Queste chiamate attingono alle graduatorie di istituto che ciascuna scuola ha, che si differenziano da quelle provinciali che determinano gli incarichi annuali. Molti invece, all’orario intero non ci arrivano nemmeno, con la conseguente ripercussione sullo stipendio. Se si pensa che un bidello prende circa 900 euro al mese a orario pieno, per un impiego da dodici ore settimanali il salario è da fame.
Incarichi che non possono rifiutare, pena la perdita del cosiddetto “diritto al completamento” e lo slittamento in graduatoria. Molti di loro si trovano infatti a dover tenere spenti i cellulari per non dover rifiutare un posto di lavoro che gli consegnerebbe uno stipendio che rasenta e spesso supera in difetto l’assegno di disoccupazione. Siamo al paradosso.
Un’altra particolarità: se si va a leggere i contratti dei collaboratori scolastici, si scopre che non hanno un tetto nel carico di lavoro, per cui queste persone si trovano a lavorare il doppio senza essere retribuite. A lavorare senza limite. Un esempio: un bidello a “guardia” di 300 ragazzi, oppure svuotare un magazzino in due anziché in quattro. Siamo in crisi, si dirà. Ma le conseguenze di questi tagli sono ancora più gravi: aumentano e denunce penali per violenze nelle scuole perché manca la sorveglianza, che a prescindere da questo in contesti dove sono presenti minori è fondamentale. Vengono sospese le mansioni di collaborazioni alla didattica, che soprattutto nelle materne sono essenziali, e ai quali devono sopperire gli insegnanti con conseguente peggioramento dell’istruzione e soprattutto della sorveglianza (si pensi a un bimbo che va cambiato).
Non solo: se mancano i bidelli, chi apre la scuola? O gli educatori delle cooperative oppure la scuola apre più tardi (e chiude prima). “Il personale serve e le scuole spesso, non vedendosi assegnare il personale richiesto, utilizzano stratagemmi spesso poco legittimo per far fronte a questa carenza – sottolinea Bonfini – sappiamo che già diverse scuole stanno cercando di sfruttare gli educatori per l’apertura delle scuole la mattina; è previsto un ulteriore riduzione dei fondi per le pulizie affidate a ditte esterne, con conseguente peggioramento delle condizioni igieniche; nelle scuole dell’Infanzia sarà impossibile assistere adeguatamente bambini di 3 anni con tutte le loro necessità; negli istituti superiori verrà messa a repentaglio la sorveglianza e, di conseguenza, la sicurezza di alunni e insegnanti”.

19 settembre 2011 -Telesanterno
Bologna: bidelli senza lavoro sul tetto di una scuola

Un gruppo di collaboratori scolastici rimasti senza lavoro, insieme ad un delegato Usb, sono saliti sul tetto dell’Istituto comprensivo Lame a Bologna, per protestare contro la perdita del posto di lavoro e contro le condizioni della scuola pubblica. I lavoratori hanno chiesto che si apra un percorso per risolvere la loro situazione, sia coinvolgendo l’amministrazione scolastica sia l’assessorato alla Scuola della Regione Emilia-Romagna. Si tratta di lavoratori con una eta’ media di 50 anni che gia’ dalla fine di questo mese- viene spiegato- non sapranno come far fronte alle spese per loro stessi e per la loro famiglia.

19 settembre 2011 - Zic.it
Scuola, collaboratori senza lavoro: sul tetto per protesta
Un gruppo di lavoratori ed un delegato Usb sul tetto dell’istituto comprensivo Lame, in via della Beverara.


Un gruppo di collaboratori scolastici rimasti senza lavoro, insieme ad un delegato USB, sono saliti sul tetto dell’Istituto Comprensivo Lame in Via Beverara 158 a Bologna, per protestare contro la perdita del posto di lavoro e contro le condizioni in cui viene ridotta la scuola pubblica.
I lavoratori chiedono che si apra un percorso per risolvere la loro situazione, sia coinvolgendo l’Amministrazione Scolastica sia l’Assessorato alla Scuola della Regione Emilia Romagna.
Si tratta di lavoratori con una età media di 50 anni che già dalla fine di questo mese non sapranno come far fronte alle spese per sé e per la loro famiglia.

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