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Israele, scontro sui tagli alle forze armate

Netanyahu e i generali israeliani sono contrari a qualsiasi riduzione del budget della difesa. Ma la protesta sociale, conseguenza dell’aumento del costo della vita, potrebbe costringerli ad accettare tagli mai avvenuti in passato.

(28 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Israele, scontro sui tagli alle forze armate

foto: www.nena-news.com

MICHELE GIORGIO

Gerusalemme, 27 settembre 2011, Nena News – «Chi tocca i fili muore». Potrebbe sintetizzarsi così la chiusura a riccio dei comandi militari israeliani, sostenuti dal premier-falco Netanyahu, nei confronti di qualsiasi ipotesi di taglio del budget destinato alle Forze Armate. Ma se in passato ultranazionalisti e alti ufficiali erano riusciti facilmente a rispedire puntualmente al mittente le proposte di riduzione delle spese militari – facendo leva anche sul prestigio delle Forze Armate -, ora il costo della vita elevato e le recenti massicce proteste popolari a Tel Aviv e in altre città contro la politica economica del governo, potrebbero portare a tagli senza precedenti del budget della Difesa.

I comandanti militari, per difendersi, dipingono un futuro nero per Israele se i tagli alle spese militari diventeranno concreti. Una fonte militare anonima citata di recente dal quotidiano Jerusalem Post, prevede addirittura il collasso totale di Israele entro cinque anni in conseguenza di una riduzione del budget della Difesa, a partire dal 2012. «Saranno Forze Armate molto diverse da quelle attuali se non saremmo in grado di installare sistema di difesa antimissile, di comprare altri aerei, carri armati e munizioni», ha detto la fonte. Non è di questo avviso il ministro della Difesa Ehud Barak, che pure è un ex capo di stato maggiore ed il militare più decorato della storia di Israele. Barak è convinto che le Forze Armatesiano chiamate a fare la loro parte in un’epoca di riduzione di spese e di politiche a favore del lavoro e della popolazione più povera. Non pochi, come il giornale economico online Globes, fanno notare che i conti della Difesa restano in parte inaccessibili, cosa che non accade per gli altri ministeri.

Secondo indiscrezioni, la commissione capeggiata dal professore Manuel Trajtenberg, nominata dal governo Netanyahu per individuare possibili tagli alle spese e per migliorare le condizioni di vita della popolazione, avrebbe raccomandato tagli alle spese militari per 809 milioni di dollari. In quel caso il budget israeliano per la difesa sarà nel 2012 di 6,5 miliardi di dollari. I comandi militari invece sostengono che sotto gli 8 miliardi di dollari, le Forze Armate avranno difficoltà insuperabili.

Lo scorso 14 settembre la columnist di Globes, Stella Korin Lieber, ha messo in dubbio l’attuazione dei tagli alle spese militari suggeriti dalla Commissione Trajtenberg. «Nessun primo ministro israeliano è mai stato cacciato via a causa della povertà e della mancanza di cibo e di case per una parte della popolazione – ha scritto Lieber – mentre diversi primi ministri sono stati costretti a dimettersi a causa di sconfitte militare ed operazioni di sicurezza terminate con molte vittime (israeliane, ndr)». «Per questa ragione» prevede Lieber, «l’Esercito non perderà un centisimo del suo budget». Nena News

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