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(20 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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Dopo il 15 ottobre a Roma qualche insegnamento

(28 Ottobre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

Dopo il 15 ottobre la stampa italiana ha consacrato le sue prime pagine a una denuncia indignata della “violenza”. Strumento delle forze di repressione statali, l’ex giudice Di Pietro ha proposto al governo di rianimare la sinistra legge Reale. L'ex MSI Alemanno ha ritrovato gli accenti della sua giovinezza per impedire le manifestazioni a Roma.

Il PD e i suoi alleati (Vendola e gli ex PRC e PDCI) esagerano nelle proteste pacifiste e nel sostegno incondizionato alle forze di polizia del governo.

La direzione della Cgil e quella della Fiom denunciano formalmente l’interdizione delle manifestazioni, ma, senza vergogna, si piegano.

Di che hanno paura? Contrariamente a ciò che pubblicano i media, l’oggetto della loro inquietudine non sono i "black block" e alcuni gruppuscoli « anarchici » (che non hanno più prospettive politiche degli "ultrà" devastatori degli stadi di calcio) facilmente manipolabili.

Ciò che temono i difensori dell’ordine capitalistico sono le conseguenze politiche della formidabile regressione sociale che devono infliggere ai lavoratori e ai giovani.

Sanno meglio di chiunque che non basta proclamare che la lotta delle classi è superata per mettervi fine e che la collaborazione stretta dei dirigenti sindacali non basterà a proteggerli eternamente dalla rabbia delle masse. Ciò che accade in Grecia attualmente non è che un inizio degli scontri a cui si devono preparare.

Ciò di cui la borghesia ha bisogno :

La crisi del capitalismo non cessa di approfondirsi, i dirigenti degli stati europei non giungono a mettersi d’accordo, eccetto su questo: bisogna ridurre drasticamente il numero degli statali (insegnanti, ospedalieri...), liquidare quel che resta della protezione sociale (pensione, sanità...) liberare totalmente la flessibilità, istituire il diritto del lavoro “fatto in casa”, liberalizzare, privatizzare tutto, cominciando dalle università.

Tutto questo porta a ...rafforzare la crisi, a causa dell’abbassamento dei consumi. Ma non si discute con la ragion d’essere del capitalismo: la ricerca del tasso massimo di profitto. In questa marcia verso la barbarie la gioventù patisce i colpi più duri.

I giovani sacrificati al profitto:

Un esempio in Francia con la legge Cherpion, votata senza dare dell’occhio questa estate.

Detta per "lo sviluppo dell’alternanza e la messa in sicurezza dei percorsi professionali" abbassa a 14 anni l’età richiesta per l’ingresso nell’apprendistato, rimettendo in causa il principio dell’obbligo scolastico fino ai 16 anni, Estende l’alternanza scuola – impresa a tipi d’impiego fin qui proibiti: interim, lavori stagionali, lavori a domicilio, ecc. Obiettivo: più di un milione di giovani in alternanza.(1)

Questa legge "inquadra" anche gli stage. Uno stagista è pagato un terzo dello smic (lo smic è il salario minimo garantito), appena 420 euro mensili alla fine del terzo mese. Gli stage durano sempre più tempo e il numero degli stagisti esplode: "gli stagisti erano 800000 nel 2006, 1,2 milioni nel 2008 e sono circa 2 milioni oggi. Ci si avvicina al 10% della popolazione attiva" ("Le Monde campus", 29 03 2011). Il decreto del 1° agosto 2011 instaura l'obbligo di prevedere uno stage in ogni "percorso" che conduce alla licenza. La nozione di conoscenze sparisce a vantaggio di quella di "competenze" stabilita secondo "referenze". La nozione di qualifica non appare più nel nuovo decreto, che non comporta alcun inquadramento nazionale dei diplomati.

Stage più alternanza, sono milioni i giovani che il governo consegna così al supersfruttamento per sostituire i lavori salariati inquadrati nel diritto del lavoro. (si veda l’articolo in “Combattre pour le socialisme n°44 su "socialisme.free").

Niente di questo sarebbe stato possibile senza la partecipazione delle direzioni sindacali (operai, studenti, insegnanti) all’elaborazione di queste “riforme” che oggi proteggono con un silenzio completo.

Qui si concentrano le difficoltà per i movimenti della gioventù scolarizzata (come per la classe operaia nel suo insieme). Da una parte, una larga frazione dei giovani ha coscienza che le loro rivendicazioni si fondono con quelle dei salariati e che solo uniti possono raggiungere i loro obiettivi, dall’altra questa aspirazione urta nel rifiuto dei dirigenti delle organizzazioni sindacali a rompere la collaborazione – concertazione col potere.

Si ricordano le delegazioni delle assemblee generali degli studenti che nel 2007 si recarono dalla CGIL e dalla FIOM per chiedere loro di organizzare lo sciopero generale contro la riforma Gelmini e … le manovre dilatorie in risposta. L’odierna mobilitazione degli studenti cileni si è alimentata delle mobilitazioni dei minatori del rame e il suo successo dipende totalmente dalla realizzazione di un fronte unico dei lavoratori, dei giovani e delle organizzazioni operaie. La lotta su questi obiettivi dovrebbe essere al centro dell’attività di ogni organizzazione che si ispiri al socialismo.

Bisogna allora considerare i raggruppamenti che sono apparsi in primavera sotto l’etichetta “gli indignati” come un punto d’appoggio?

"Gli indignati", un movimento sostanzialmente piccolo borghese :

"Trasformare l'indignazione in Rivoluzione" era la parola d'ordine di una organizzazione per la manifestazione del 15 ottobre a Roma. Significa mantenere la confusione sulla situazione politica attuale e sulla natura del “movimento degli indignati”.

In realtà i suoi promotori ignorano sprezzantemente ogni analisi del sistema capitalista e la divisione della società in classi.

L'appello internazionale per la giornata del 15 ottobre non formulava alcuna rivendicazione precisa, soprattutto sul debito, ma : "rivendicare i propri diritti e chiedere una democrazia autentica", un "programma" al quale Draghi, Geithner, e Merkel applaudono senza alcuna ipocrisia.

"Ciò che caratterizza al meglio la mobilitazione degli « indignati » è che non sanno bene dove vanno, come ci vanno, e se ne compiacciono ". ("Le Monde" del 5 10).

Paul Krugman editorialista del New York Times fa la stessa osservazione, perché ci vede un’opportunità per Obama. "E qui si aprono reali opportunità politiche. Non credo per i repubblicani di oggi, (…). Ma ai democratici viene offerta una seconda occasione.(…)" ("La Repubblica", 21 ottobre).

Il sito "Pensare liberi news" fissa così le regole per la manifestazione del 15 ottobre a Roma :

• Chiunque partecipi all’evento non rappresenterà nessun partito o sindacato o altra associazione ma si presenterà come singolo individuo.

• Nessuna bandiera sarà presente. Gli striscioni riguarderanno i contenuti che vorremo portare, non l’attacco a singoli politici. Saremo riconoscibili da questo.

• Non violenza. In caso di sgomberi da parte delle forze dell’ordine non si reagirà, tutti saranno invitati a mantenere la calma e a non andarsene dalla piazza.

Ciascuno partecipa come "individuo" e come "individuo" offre la testa ai manganelli della polizia! Questa deve essere la "démocrazia partecipativa"…

"L'individuo innanzitutto " è il credo di una borghesia che sogna il ritorno al contratto di lavoro individuale. L'articolo 8 della manovra comincia a fare di questo sogno una realtà (sulla traccia dell'accordo Confindustria - sindacati del 28 giugno).

Gli "indignati" non costituiscono un movimento per la rivoluzione socialista, anzi combattono contro l’organizzazione del proletariato in classe.

Conformemente al progetto del loro padre spirituale.

Stéphane Hessel predica l'unione nazionale intorno a governanti borghesi :

Il libro di Stéphane Hessel "Indignatevi" è stato largamente promosso dai media. Erige a modello l’unione nazionale (partiti e sindacati) realizzata attorno a De Gaulle alla fine della guerra. Unione nazionale a cui attribuisce le conquiste sociali di questo periodo, e facendo ciò revisiona la storia negando il potente movimento rivoluzionario (scioperi, occupazione di fabbriche, …) degli anni 1944-45, che il governo d’unione nazionale aveva precisamente per ruolo di far rifluire.

Scrive :

« I responsabili politici, economici, intellettuali e l’insieme della società non devono dare le dimissioni, né lasciarsi impressionare dall’attuale dittatura dei mercati finanziari che minaccia la pace e la democrazia ».

Cosa sono dunque questi "mercati finanziari" apparentemente estranei alle borghesie nazionali e ai loro governi ?

« è vero, le ragioni di indignarsi possono apparire oggi meno nette dove il mondo è troppo complesso. Chi comanda, chi decide ? (…) Non abbiamo più a che fare con una piccola élite di cui comprendiamo chiaramente i comportamenti. E’ un vasto mondo di cui sentiamo bene che è interdipendente. »

"Chi comanda? chi decide?" : Al servizio di chi sono i governi? Non ha nessuna importanza!!!

In compenso :

« Sia da parte degli oppressori sia da quella degli oppressi, bisogna arrivare a un negoziato per fare sparire l’oppressione ; questo permetterà di non avere più violenza terrorista. Per questo non bisogna lasciare accumulare troppo odio. ». Oppressori-oppressi, stessa lotta: sono i fondi di magazzino del corporativismo.

In pratica ciò porta a questo:

Il 15 giugno scorso, sotto l’etichetta degli indignati, giovani di Barcellona hanno organizzato una marcia sul parlamento regionale per impedire ai deputati di entrarvi per votare misure d’austerità. Alcuni deputati sono strattonati, insultati, interviene la polizia, 6 manifestanti sono arrestati, ci sono 45 feriti. Il sangue del vecchio « pacifista » non ha fatto che un giro, e si schiera immediatamente dal lato della ...polizia :

“( dichiara un) fermo rigetto di ogni oppressione, aggressione o pressione, insulto o atteggiamento violento, utilizzato da gruppi minoritari che approfittano della legittime e pacifica ondata di indignazione che si è impadronita delle città spagnole il 15 maggio ” (comunicato dall’editore catalano di S.Hessel, pubblicato da "Le Monde" 17 giugno).

Il programma dell’ex ambasciatore di Francia all'ONU si può riassumere così: non toccare il parlamento, non toccare il governo, non toccare il potere. Agli oppressi non resta che chiedere la carità agli oppressori.

In queste condizioni, si capisce bene le motivazioni della pubblicità fatta agli “indignati” :

"la stampa prova grande soddisfazione. Occupy Wall Street è in tutte le pagine.(…) Mai le manifestazioni contro la guerra in Iraq, anche quella di 100000 persone nel 2003, hanno beneficiato di un trattamento come questo.(…)." Ma "Le Monde " (20 ottobre) deve aggiungere: "Il 15 ottobre Nate Silver del Washington Post, ha spulciato i giornali locali e i dati disponibili. Ne ha dedotto che i partecipanti alla manifestazione internazionale non erano più di 70000 in 150 città".

A dispetto del sostegno mediatico intenso, la partecipazione alle manifestazioni del 15 ottobre è stata piuttosto debole, non così a Roma.

A Roma, l'allineamento politico sugli "indignati" apre la via alla repressione antioperaia:

A Roma molte decine di migliaia di lavoratori e di giovani si sono riuniti sullo sfondo di una crisi politica profonda nelle file della borghesia.

A Roma, sindacati di primaria importanza tra cui la Fiom hanno chiamato a partecipare alla manifestazione. Con organizzazioni studentesche e i partiti nati dall’implosione del PRC con diverse associazioni hanno costituito un "comitato d'organizzazione leggero " (secondo il blog di Salvatore Cannavò). Si noti, e non è un dettaglio, che tutto questo bel mondo s’era ben guardato dall’organizzare una manifestazione centrale davanti al parlamento al momento del voto della manovra.

Il loro comunicato di convocazione alla manifestazione aveva per titolo :

“gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri, chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!”

Niente che possa traumatizzare gli "indignati" ; un’ "alternativa" : quale? La "democrazia reale", cos’è'? Tutte le formulazioni dell’appello sono accuratamente scelte per essere perfettamente compatibili col sistema capitalistico e lo stato borghese.

Mentre lo sviluppo della crisi spinge milioni di persone a chiedersi se un altro sistema economico è possibile, in nome dell’alternativa, il "comitato d’organizzazione leggero" le ricaccia nel vecchio solco della “ridistribuzione delle ricchezze” cara alla chiesa con, per giunta, l’aggettivo “radicale” ("Si deve ridistribuire radicalmente la ricchezza").

Mentre la partecipazione numerosa alle manifestazioni studentesche della settimana precedente lasciava prevedere l’importanza numerica dell’adunata del 15 ottobre, il “comitato di lotta leggero” ignorava sprezzantemente la trappola che si preparava sotto gli occhi di tutti: nessun servizio d’ordine centrale organizzato dai sindacati per proteggere i manifestanti.

Il governo doveva solo aspettare l’effrazione delle vetrine e gli incendi per lanciare l’assalto contro tutta la manifestazione; dopo la violenza poliziesca veniva l’interdizione di manifestare a Roma e l’unione nazionale si realizzava per reclamare un rafforzamento della repressione.

Il rifiuto delle direzioni sindacali di organizzare lo scontro col governo per rovesciarlo con i metodi della lotta delle classi (sciopero generale, manifestazioni davanti alla sede del potere) non fa sparire questa lotta, al contrario assicura la vittoria della borghesia. E’ il colmo, in Italia dove la Confindustria e la chiesa hanno dovuto decidersi ad abbandonare Berlusconi, il che non li rende più progressisti, ma mette ancora di più l'accento sulla responsabilità dei burocrati.

I dirigenti della Fiom capitolano di fronte al sindaco di Roma :

Mentre i dipendenti della Fiat e di tutta la metallurgia si confrontano con la chiusura delle fabbriche, con i licenziamenti, col ricorso massiccio alla cassa integrazione, con la distruzione del contratto nazionale, la decisione della direzione della Fiom di sostituire alla manifestazione centrale a Roma del 21 Ottobre un sit in Piazza del Popolo permetterà ad Alemanno di dichiarare: " L'ordinanza che proibisce i cortei sarà prorogata. Le manifestazioni statiche sono un successo e non creano disturbo ai romani”.

Nel resoconto del meeting del 21 fatto da "La Repubblica" (22 ottobre) c’è questo fatto quanto mai rivelatore dell’orientamento della direzione della Fiom: "I problemi salgono quando al microfono va Susanna Camusso. Si alzano fischi, da più parti della piazza. Quelli di Termini Imerese sono aggressivi, intorno a loro si schiera il servizio d´ordine della Fiom".

In nome della non violenza nessun servizio d’ordine per affrontare la repressione poliziesca, ma ce n’è uno per proteggere la rappresentante del PD e della Confindustria nella CGIL.

Per i rivoluzionari i punti d’appoggio sono da cercare nell’avanguardia cosciente che la concertazione è l’arma dei padroni e dei governi borghesi, non in Landini e co.

A questa avanguardia bisognerebbe immediatamente proporre di riunirsi per strappare il fronte unico dei sindacati contro Alemanno e il governo, per il ritiro immediato della proibizione delle manifestazioni a Roma. Il che equivale ad esigere che convochino una manifestazione nazionale dei lavoratori e dei giovani a Roma al Campidoglio.

26 ottobre 2011

Nota

(1) L'insegnamento in alternanza (lo studente passa, per esempio, 3 settimane al liceo poi 3 settimane nell’impresa ) riguardava finora studenti degli istituti di formazione professionale per adulti e alcuni studenti dei licei professionali. La sua estensione permetterebbe tra l’altro, una riduzione massiccia del numero degli insegnanti in questi istituti.

traduzione di Michele Basso

Jean-Louis Roussely

Fonte

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