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Gingrich ripete che i palestinesi non esistono

Il "frontrunner" repubblicano alle presidenziali del 2012 dice che i palestinesi sono stati "inventati" a tavolino e spera che le sue ridicole affermazioni servano a fargli ottenere i favori delle lobby filo Israele.

(11 Dicembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Gingrich ripete che i palestinesi non esistono

foto: nena-news.globalist.it

MICHELE GIORGIO

Gerusalemme, 11 dicembre 2011, Nena News - Superano ormai ogni limite i candidati alla nomination repubblicana per le presidenziali americane. La gara a chi si mostra più vicino a Israele in corso da mesi, ha toccato il punto più basso l’altra sera grazie a Newt Gingrich, già noto per le sue posizioni ultraconservatrici. L’ex Speaker e attuale «frontrunner» repubblicano, pur di ottenere l’appoggio della influente lobby filo Israele, è arrivato al punto da definire i palestinesi «un popolo inventato» a tavolino all’unico scopo di lottare contro lo Stato ebraico. Intervistato da un giornalista di Jewish Channel, una rete tv via cavo, Gingrich ha detto che nel 1948 «non c'era la Palestina come stato» (e non c’era neanche Israele, ha omesso di ricordare il vulcanico esponente repubblicano) e che quel territorio in realtà «era un pezzo dell'impero Ottomano». Pertanto, ha affermato Gingrich, «credo che abbiamo avuto un popolo palestinese inventato, composto da arabi e che storicamente è sempre stato una parte della comunità araba».

Era da un bel po’ di tempo che non si ascoltavano tante sciocchezze. Gingrich ha provato a superare a destra persino la premier israeliana Golda Meir che il 15 giugno del 1969 disse al Sunday Times «Non esiste una cosa come il popolo palestinese … Non è come se noi siamo venuti e li abbiamo cacciati e preso il loro paese. Essi non esistono». E in questa operazione volta a mostrarsi più israeliano degli stessi israeliani, Gingrich non ha mancato di attaccare con parole durissime il presidente in carica Barack Obama, che pure, negli ultimi due anni, dopo una iniziale linea critica nei confronti di alcune politiche di Tel Aviv contro i palestinesi, ha adottato una posizione di pieno sostegno a Israele. Per il «frontrunner» repubblicano, Obama è incapace di affrontare in modo deciso i pericoli per gli Stati Uniti e Israele che esistono in Medio Oriente. «E’ come se qualcuno portasse vostro figlio allo zoo e di fronte alla gabbia del leone gli dicesse che dietro le sbarre c’è un coniglio», ha ironizzato Gingrich.

Inevitabile l’irritazione palestinese. «È la dichiarazione più razzista che io abbia mai sentito, riflette intolleranza e mancanza di informazione e conoscenza del Medio Oriente, del giudaismo, del cristianesimo e dell'Islam», ha detto alla Cnn, il negoziatore dell’Anp Saeb Erekat. «Il popolo palestinese ha abitato questa terra sin dall'alba della storia ed intende rimanervi fino alla fine dei tempi», ha aggiunto da parte sua il premier Salam Fayyad. Ma il commento più duro è venuto da Hanan Ashrawi, storica portavoce palestinese. «Gingrich – ha detto – manca di contatto con la realtà...le sue parole sono frutto di ignoranza e intolleranza... sono un modo volgare di cercare di conquistare il voto dei filo israeliani». Non potrà replicare al candidato repubblicano il giovane manifestante palestinese Mustafa Tamimi, ferito venerdì a Nabi Saleh da un candelotto lacrimogeno sparatogli in faccia da un soldato israeliano (a bordo di una jeep presa di mira dai sassi). Tamimi è spirato ieri in ospedale. Ma forse era sempre stato un fantasma poiché, dice Gingrich, «i palestinesi non esistono».

Nena News

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