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La Turchia cancella il veto alla Russia per il gasdotto "South Stream"

Stizzita reazione dell'Ucraina: "un progetto politico".
L'Europa schiacciata tra USA e Russia e senza un piano di autonomia energetica

(1 Gennaio 2012)

Lo zar di Russia Vladimir Putin invia un nuovo messaggio all'Unione Europea nel solito stile. Giocando stavolta anche sul ruolo geopolitico di un Paese strategico come la Turchia, Mosca fa nuovamente leva sui gasdotti per amplificare la sfera d'influenza su un'Europa economicamente allo sbando e senza una leadership politica unitaria e forte.

Il governo di Ankara ha dato concessione all'onnipotente GAZPROM per la costruzione sottomarina nelle sue acque di competenza del gasdotto "South Stream"; l'intesa è stata siglata nella capitale turca dal ministro dell'energia Taner Yildis con il presidente di GAZPROM Aleksej Miller. Il 30 dicembre è stato ratificato e protocollato in un incontro a Mosca. Per parte sua, Yildis ha affermato che "nonostante la Turchia non partecipi alla costruzione del gasdotto, valuterà eventuali future proposte di collaborazione". Un affare da quasi 16 miliardi di euro controllato per la metà del valore dalla stessa GAZPROM (50%), la partecipazione italiana di ENI (20%) ed il restante 30% equamente diviso tra la tedesca WINTERSHALL HOLDING e la francese EDF.

La prudenza è d'obbligo, ed è una costante per un Paese con un peso politico ed economico così rilevante: l'eliminazione del veto per la costruzione su suolo turco dà un chiaro segnale positivo a Mosca, ma la Turchia deve anche tenere in considerazione i suoi stretti rapporti con l'Unione Europea. Lo scorso ottobre Bruxelles ha respinto la richiesta di GAZPROM di inserire il suo gasdotto nelle infrastrutture strategiche trans-europee; un no sempre rivedibile in futuro che appare piu' come un alt temporaneo, ma che al momento tende a privilegiare rotte collegate con la parte piu' settentrionale dell'Europa. Il "North Stream" infatti collega i giacimenti dell'Est con la Germania. Contemporaneamente, la politica di sviluppo atlantica sostenuta da alcuni Paesi della UE predilige la realizzazione di "Nabucco", il progetto alternativo di gasdotto di impronta mediterranea che taglierebbe fuori proprio le rotte russe.

L'Ucraina è la chiave di volta per l'approvvigionamento europeo di gas, dato che da qui passa il 80% della risorsa. Il governo di Kiev non ha digerito la cancellazione del veto da parte della Turchia: il ministro degli esteri Konstantin Grichtchenko ha parlato di "un'opera politica piu' che economica". Osservazione non trascurabile e supportata da diversi fattori: la linea del "gasdotto ortodosso" taglia fuori nazioni critiche verso l'espansionismo del Cremlino, prime fra tutte l'Ucraina stessa e gli Stati baltici di Estonia, Lettonia e Lituania; inoltre la rotta prevista, una volta attraversato il Mar Nero e raggiunte le coste della Bulgaria, si dividerà in due tronconi orientati a nord nell'area tra Austria e Repubblica Ceca, ed a sud verso la Grecia ed il Mezzogiorno italiano (QUI una cartina da visualizzare).

Putin ringrazia il governo Erdogan "del bel regalo per il nuovo anno" lanciando anche un esplicito messaggio a Bruxelles sottolineando "la grande importanza di un progetto paneuropeo che cambierà la vita dell'Europa". Diventa sempre piu' eloquente il fatto che il vecchio continente si stia sempre piu' allontanando da politiche di autonomia energetica; l'assenza di una forte ed unitaria linea politica volge tutta a favore del Cremlino. E di nuovo sembra di vedere lo scontro tra le due superpotenze globali, USA e Russia, protagonista di oltre la metà del secolo scorso. Bruxelles appare come semplice terra di conquista sia da Est che da Ovest, ed è facile capire perchè l'asse atlantico USA-Regno Unito faccia implicitamente il tifo per il crollo della moneta unica.

InformazioneOperaia

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