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(Contratto Metalmeccanici)

05.12.12 - Prima analisi dell'accordo separato metalmeccanici

(6 Dicembre 2012)

Nota della redazione e dell'autore: questo è un primo commento a caldo sull'accordo separato. Abbiamo ritenuto fosse utile pubblicare subito questa nota. Nel più breve tempo possibile, pubblicheremo un'analisi più precisa e puntuale confrontando i testi del ccnl 2008 e 2009.

Salario
I 130 euro di incremento dei minimi definiti dall'intesa separata nascondono due gabole non da poco:
In primo luogo si sana qualsiasi scostamento tra quanto avuto nel triennio precedente, i 127 euro, e il tasso di inflazione reale. In termini sindacali significa che persino la foglia di fico dell'accordo separato sul modello contrattuale del 2009 che defini' l'indicatore IPCA e il successivo recupero dello scostamento, tranne la famosa inflazione importata su cui si erano esercitati molti sindacalisti di professione, altro non era che una balla colossale per consentire la riduzione dei salari. (...)


In secondo luogo l'intesa stabilisce che la seconda rata ( 45 euro al quinto livello il 1/1/14) e la terza (50 euro al quinto livello il 1/1/15) sono nei fatti a disposizione delle singole aziende che potranno posticiparne il riconoscimento fino a 12 mesi e/o darli alla contrattazione di secondo livello, o meglio a disposizione di intese aziendali per particolari obbiettivi, secondo quanto definito dal patto sulla produttivita' siglato recentemente. Sebbene sia stato definito, per ora, un riallineamento sui minimi nazionali che induce a presupporre il mantenimento formale del valore del contratto nazionale, l'introduzione di questo schema di possibile deroga sui minimi, da una parte apre per la prima volta ad una differenziazione temporanea dei minimi salariali nazionali, dall'altra sottrae risorse alla contrattazione di secondo livello, i padroni dal loro punto di vista penseranno di disporre a loro piacimento di quelle tranche e le riconosceranno nei tempi dovuti solo a fronte di ulteriori ricatti e peggioramenti.
Si sostanzia cosi sempre piu' la contrattazione di restituzione o di ricatto, secondo lo schema ormai ben noto. Quali aziende potranno usufruirne? Tutte quelle interessate da crisi,avvio produzioni o incrementi produttivita'. Cioe' tutte.


Sulle qualifiche si compie l'ennesima operazione a danno dei lavoratori. Nel 2005 e nel 2008 resistemmo alle pretese di Federmeccanica di introdurre un livello aggiuntivo tra terzo e quarto come tentativo di impedire il passaggio dal terzo al 4 livello, assolutamente di miglior favore per i lavoratori. Nacque cosi' la mediazione della terza erp, non molto positiva ma comunque confinata ad alcune tipologie lavorative. Ora con la pattuizione di una 3 super si condannano i terzi livelli a non diventare mai quarti.
Sempre sull'inquadramento sono previste ulteriori manomissioni nei prossimi mesi con l'evidente obbiettivo di cancellare l'automatismo tra secondo e terzo livello e introdurre il 4 super, livello tra quarto e quinto con il sapore della stessa beffa realizzata con il 3 super.

Incredibile quanto previsto sulla contrazione temporanea dell'orario di lavoro in caso di minor lavoro. Fermo restando l'esistenza degli ammortizzatori sociali (bonta' loro!!!) l'azienda, previo esame con le rsu, senza cioe' alcun vincolo ad intese, puo' disporre di ferie e permessi dei lavoratori anche in modo collettivo. Un bel modo per dire senza mezzi termini che la crisi la pagano direttamente i lavoratori! Una pesante lesione del diritto del lavoratore a godere le proprie ferie e permessi secondo le proprie esigenze.
Si escludono dal computo quelle in corso di maturazione, mentre si prendono, non solo il residuo anni precedenti, ma persino quello gia' maturato nel corso dell'anno e non ancora goduto. Sugli orari di lavoro si compie il vero omaggio a federmeccanica. Si conferma che l'orario settimanale di lavoro e' di 40 ore, ma solo in maniera simbolica in quanto e' computato come media annuale, salvo accordi aziendali. In sostanza si conferma, in ossequio a accordo 28 giugno e patto produttivita' il possibile aumento dell'orario di lavoro settimanale (ferrovieri docet).

Si cancella ogni potere della rsu sulla flessibilita' di orario in quanto l'azienda ha il solo obbligo all'esame congiunto, poi trascorsi dieci giorni applica l'orario anche unilateralmente.

La collocazione della mezzora di pausa refezione sul turno e' consegnata a intese aziendali. Si incrementa il numero di ore di flessibilita' max in un anno, che passano cosi' da 64 a 80. L'azienda anche qui potra' fruirne unilteralmente dopo aver disbrigato l' esame congiunto con le rsu.

Per quanto attiene ai PAR, quelli a disposizione dell'azienda per chiusure collettive diventano 5. E' grave che, di questi 5, ben 3 l'azienda possa decidere di renderli non usufruibili e monetizzarli a fine anno.

L'impegno tra le parti sul premio di risultato e' eloquente. Si definisce che tra i criteri per il riconoscimento del premio c'e' l'effettiva prestazione di flessibilita'. Cioe' il premio fedelta' per chi partecipa alla flessibilita' aziendale, una sorta di premio partecipazione, variante del premio presenza.

Sul trattamento di malattia l'accordo separato fa un'operazione meschina. Si introduce un meccanismo di pesante penalizzazione per le cosidette malattie brevi, quelle cioe' sino a 5 giorni di durata. Oltre la terza malattia breve nel corso dell'anno verra' ridotta la retribuzione, del 34% per la quarta malattia e del 50% per la quinta e successiva. Nascono pertanto quattro possibili fasce di retribuzione malattia: 50% 66% 80% 100% Le imprese ottengono cosi' di aggredire la parte piu' consistente, perche' piu' frequente, del diritto alla malattia e concedono un simbolico incremento ai rari casi di malattie della seconda fascia del precedente schema che passa dal 50% all'80%.

Questi i principali punti che ad una prima veloce lettura appaiono piu deleteri dell-intesa separata.

Sergio Bellavita Rete 28 aprile Fiom

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