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(28 Gennaio 2011) Enzo Apicella
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(Lotte operaie nella crisi)

NO ALLE POLITICHE DI AUSTERITA’
DEI PADRONI E DEI GOVERNI

(15 Gennaio 2013)

Il capo economico del FMI (Fondo Monetario Internazionale) e il capo dell’Eurogruppo (i paesi europei che hanno la moneta unica) hanno dichiarato che le politiche economiche perseguite in questi anni in Europa, (dosi sempre più pesanti di austerità che hanno messo in ginocchio le classi popolari) sono servite solo ad aggravare la crisi e a produrre 27 milioni di disoccupati.

Questi signori, esponenti e rappresentanti della classe padronale, si sono dimenticati di dire che questa macelleria sociale è servita a garantire i profitti e le rendite delle banche e delle grandi aziende capitaliste e che la politica dell’austerità più che mai stringe il cappio intorno al collo non solo della Grecia, ma anche del Portogallo, della Spagna e dell’Italia stessa.

Non dobbiamo mai dimenticarci che questa politica dei padroni è stata portata avanti da Berlusconi e poi da Monti, quest’ultimo sostenuto unitariamente e compattamente dai tre principali schieramenti che oggi si presentano alle elezioni. Stiamo parlando degli amici di merenda Berlusconi-Maroni, del trio composto dall’uomo delle banche, Monti, dal democristiano Casini e dall’ex fascista Fini e infine della coalizione del PD di Bersani, che dopo aver votato le peggiori cose ha scritto nel suo programma che rispetterà gli impegni europei, cioè la politica di austerità.

Ricordiamoci cosa hanno fatto da soli o tutti insieme negli ultimi due anni:

•aumentata l’età della pensione e diminuito il valore della pensione stessa;

•messo sul lastrico i lavoratori cosiddetti esodati;

•aumentata l’IVA e introdotto un’IMI terrificante;

•strozzato gli Enti locali con conseguente drastico taglio dei servizi sociali;

•abolito l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori;

•tagliato decine di miliardi alla sanità e alla scuola; ed altro ancora…

Ma hanno anche lasciato che Marchionne facesse alla e della Fiat tutto quello che voleva, trasformando i lavoratori in merce usa e getta; hanno contribuito, insieme ai sindacati strapuntino, a distruggere il contratto nazionale di lavoro e, col recente patto sulla produttività, a introdurre il supersfruttamento in tutte le fabbriche.

Ricordiamoci che costoro hanno gestito queste leggi e ricordiamolo anche il giorno delle prossime elezioni; coloro che hanno sostenuto e sostengono l’austerità non sono votabili.

Ma stare lontano da costoro non basta; occorre costruire nel nostro paese e in tutta l’Europa un vasto movimento di lotta e di organizzazione dei lavoratori per imporre con la mobilitazione la fine delle politiche di austerità, per riappropriarci del futuro per noi e i nostri figli e figlie.

Bisogna imporre con la lotta un’altra politica economica, di redistribuzione della ricchezza (che solo le lavoratrici e i lavoratori producono), di eguaglianza sociale; un salario e uno stipendio adeguato per vivere, un salario sociale per quelli che restano senza lavoro, ma anche la distribuzione del lavoro esistente tra quelli che ne hanno bisogno a parità di salario; forti investimenti per garantire scuola e sanità di qualità ed accessibile a tutte e tutti, piani di sviluppo veramente utili a vantaggio della popolazione e non grandi opere inutili e devastanti.

Una mobilitazione unitaria per riconquistare il contratto di lavoro per difendere il salario e l’occupazione.

NO ALL’AUSTERITA’ SÌ ALLA GIUSTIZIA SOCIALE

Sinistra Critica Torino

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