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Riforma Fornero colpisce anche in Bnp Paribas Milano

(30 Gennaio 2013)

PRIMO LICENZIAMENTO "ECONOMICO" NEI GRUPPI BANCARI A CAUSA DELLA CRISI DELL’IMMOBILIARE E DELLA RIFORMA DELL’ARTICOLO 18: “SI TRATTA DI UN PRECEDENTE PERICOLOSISSIMO” SECONDO UNISIN

La crisi del settore immobiliare e la riforma dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori costituiscono un mix che rischia di diventare esplosivo per il personale dei maggiori gruppi bancari: “È quanto verrebbe spontaneo pensare – afferma il Segretario Generale di Unità Sindacale Falcri Silcea, Aleardo Pelacchi – verificando che la società del gruppo Bnp Paribas che opera nel settore del Real Estate, prevedendo di chiudere l’esercizio con una perdita ante imposte di appena 29mila euro, non ha trovato miglior soluzione che decidere di licenziare in tronco un singolo dipendente della sede di Milano, con nessun’altra motivazione se non il ridimensionamento dell’attività del solo dipartimento in cui quel lavoratore era impegnato”.

È la stessa Bnp Paribas Real Estate che nella lettera con la quale lo scorso 11 gennaio ha confermato il licenziamento del lavoratore dichiara testualmente che “i risultati negativi del dipartimento – che si occupa di consulenza alla compravendita di immobili ad uso ufficio per clienti privati, corporate ed istituzionali – hanno risentito pesantemente della situazione generale di crisi, la quale non fa presagire alcun miglioramento nel breve e medio periodo”. In presenza della conclamata difficoltà del settore immobiliare, il dipartimento Investment, del quale Bnp Paribas Real Estate ha deciso la soppressione, avrebbe chiuso l’esercizio con una previsione di perdita ante imposte di circa 1 milione e 97 mila euro: “Ma se a fronte di questo ammontare di perdita del dipartimento l’intera società chiude in passivo di soli 29 mila euro – annota la Segreteria Generale di Unisin – vuol dire che gli altri dipartimenti hanno dato comunque risultati soddisfacenti: operare in quello specifico business rivelatosi perdente è stata una scelta manageriale, dunque ancora una volta a pagare per le decisioni sbagliate del management sono i lavoratori, con l’aggravante che questa volta si passa direttamente al licenziamento, creando un inaccettabile precedente, pericolosissimo per l’intero settore, soprattutto alla luce dell’attuale intensa e problematica fase di riorganizzazione delle attività di servizio nei gruppi bancari italiani, in primis Intesa San Paolo, UniCredit e Monte dei Paschi”. Forte sdegno per l’accaduto è stato espresso dal Coordinamento Unisin delle aziende del Gruppo Bnp Paribas, che parla di “inconcepibile licenziamento” e scrive che “ancora più inaccettabile appare l’impossibilità di ricollocare una sola persona all’interno delle varie società del Gruppo Bnp Paribas in Italia, come avvenuto per circa 800 colleghi negli ultimi due anni”.

Un licenziamento, sottolinea il coordinamento di Unisin, avvenuto nonostante lo stesso “Employment Management Agreement” del gruppo bancario preveda testualmente che “le aziende europee del Gruppo Bnp Paribas cercheranno di evitare licenziamenti forzati offrendo alternative discrezionali” tra le quali figura la possibilità di “esaminare le opportunità di trasferimento tra le aziende”, trasferimento che il lavoratore licenziato aveva già proposto nel febbraio dello scorso anno.

Roma, gennaio 2013

Unità Sindacale Falcri - Silcea
LA SEGRETERIA NAZIONALE

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