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Re ferendum

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I 10 saggi di Napolitano, il comitato d’affari straordinario del capitale

(2 Aprile 2013)

Più o meno 500 anni fa, nel cosiddetto discorso di Logrogno Francesco Guicciardini immaginava un Senato composto da saggi, con lo scopo di riequilibrare i poteri nella Repubblica fiorentina a vantaggio del Gonfaloniere e dell’aristocrazia finanziaria e mercantile, sottraendo al Consiglio grande, per lo più espressione della media borghesia cittadina i poteri di cui disponeva.

Il “cavallo di Troia” del Senato veniva proposto con la motivazione che in esso avrebbero dovuto sedere i saggi, cioè quelli che avevano esperienza e conoscenza, che altri non erano che coloro che avevano occupato posti di governo e di amministrazione nel passato che a loro volta appartenevano per intero ai ceti aristocratici che sempre avevano avuto il potere nelle loro mani.

Francesco Guicciardini altro non era che un intellettuale, espressione organica del ceto conservatore fiorentino.

I centri finanziari internazionali, il sistema bancario italiano, la Confindustria, reclamano un governo che ne tuteli gli interessi, il loro primo garante Napolitano, dopo l’afflosciamento del “Gonfaloniere” Monti e nell’impossibilità di contare sul parlamento, mette in campo 10 saggi per curare in questa fase eccezionale gli affari del capitale finanziario e industriale, con lo scopo di realizzare con le buone o con le cattive, una riforma elettorale che garantisca la governabilità ( il concetto si traduce nell’annullamento della democrazia rappresentativa che è una testa un voto e rappresentanza proporzionale ai voti ottenuti), provvedimenti economici a favore delle banche e delle aziende in crisi, e rispondere alle continue richieste di pizzo che proviene dai mercati, dagli investitori, dalle agenzie di rating, dalla BCE, e da chi comanda nella UE, Draghi, Merkel e associati.

Questo è quello che è successo in queste ore nella realtà politica italiana. C’è chi ha parlato di golpe e chi di iniziativa inusuale, sta di fatto che le regole tanto decantate e mai rispettate, sono carta straccia e la decisione di Napolitano è solo l’ultimo atto che lo attesta.

Siamo alla Repubblica presidenziale piuttosto che alla democrazia (etero) diretta del due Grillo Casaleggio. I 5 stelle eletti in parlamento hanno dimostrato una inettitudine ineguagliabile alla lotta politica, col vento in poppa con cui sono entrati in parlamento, avevano Bersani e il PD con il cappio sul collo e invece di fargli fare in 6 mesi le 5 o 6 cose per il Movimento fondamentali oggi, di natura politica, ambientale, sociale, morale (reddito di cittadinanza, No TAV, conflitto d’interessi, legge elettorale, presidenza della Repubblica ecc…) e poi mandarlo a casa, come avrebbero fatto dei veri sanculotti, hanno passato la mano a Napolitano.

Gli avversari politici non vanno insultati, dileggiati, per il solo gusto di farlo, vanno combattuti, non è una questione estetica, di immagine, vanno combattuti imponendo le proprie politiche, non chiedendo di mettere il culo su delle poltrone per sedersi sulle quali oggi ci vogliono il 51% dei parlamentari.

E Napolitano che ha ricevuto in dono questa rendita di posizione sta facendo quello che i mercati dettano ai popoli.

ASSOCIAZIONE CULTURALE CASA ROSSA

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