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La lettera di risposta

La lettera di risposta

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(Dove và la CGIL?)

Solidarietà alla compagna Muffato! Dimissioni dei responsabili di questa gravissima violazione dei diritti e delle libertà in Cgil!

(15 Luglio 2013)

L'esecutivo nazionale della Rete 28 Aprile esprime tutta la solidarietà e il sostegno alla compagna Maria Elena Muffato, della Fisac di Napoli, espulsa dalla CGIL con una procedura e un provvedimento segreti, attuati senza dare alla compagna alcuna possibilità di conoscere le accuse e difendersi da esse, e sulla base di una pura e conclamata discriminazione politica. Con una lettera di quattro righe alla compagna è stata comunicata dalla Fisac nazionale e territoriale e dalla CGIL regionale Campania l'interruzione del rapporto associativo con l'organizzazione.(...)

Con questa formula da licenziamento aziendale si liquida il rapporto con una compagna generosa ed impegnata a tutela dei lavoratori e che tanto ha già dato alla CGIL, con riconoscimenti vasti e non solo da parte di chi le è più vicino nelle posizioni sindacali e politiche.

La motivazione di questo atto gravissimo sta esclusivamente nella appartenenza della compagna Muffato alla organizzazione politica Carc. Questa appartenenza viene ritenuta non compatibile con quella alla CGIL ai sensi dell'articolo 3 dello statuto confederale e a seguito di una delibera del Collegio Statutario Nazionale del 9 luglio 2013 che non è neppure stata resa pubblica e di cui quindi non si conoscono le ragioni e le motivazioni.

L'articolo 3,dello statuto CGIL definisce incompatibili con la CGIL gravi condanne penali o la partecipazione ad associazioni e attività fasciste , razziste, segrete o terroriste. I Carc rientrano in una di queste fattispecie? Allora la CGIL avrebbe il dovere di denunciare questa organizzazione alla magistratura. In realtà, come il Collegio statutario sa o dovrebbe sapere, recenti sentenze hanno totalmente assolto militanti di questa organizzazione da accuse di illegalità perché il fatto non sussiste.

La delibera del Collegio statutario che dichiara incompatibile con la CGIL una organizzazione politica senza fatti, documenti e prove è un gravissimo arbitrio, ancora più inaccettabile perché costruito ad hoc su una sola persona e con un procedura segreta da inquisizione, che offende lo statuto e i principi fondanti della CGIL .

Non è ammissibile che si possa sindacare sulle opinioni politiche degli iscritti, fermi i principi di democrazia. Non è ammissibile che ci sia un tribunale segreto che a seconda dei momenti e delle persone decida quale organizzazione è compatibile con la CGIL e quale no, in un arbitrio autoritario che minaccia le libertà di ogni iscritto.

È necessario fare piena luce sulle ragioni di questa sentenza i cui responsabili devono essere chiamati a rispondere all'organizzazione, oltre a risarcire i gravi danni, anche sul piano del lavoro , che hanno procurato ad una compagna stimatissima.

La rete 28 aprile , oltre che sostenere tutte le iniziative di mobilitazione e solidarietà con la compagna Muffato, nonché la sua sacrosanta azione a tutela dei suoi diritti in tutte le sedi, chiede una verifica politica per tutti i gruppi dirigenti implicati in questo provvedimento e presenterà al direttivo nazionale CGIL una mozione di sfiducia per gravissime violazioni statutarie nei confronti della presidenza del Collegio Statutario nazionale, responsabile di questo atto.

Questo provvedimento si colloca in un clima autoritario e di repressione del dissenso che si manifesta sempre più spesso in CGIL e che sta snaturando l'organizzazione e i suoi principi democratici. Tutti i militanti sono chiamati ad intervenire per fermare questa deriva e i gravi danni che essa produce al sindacato ed ai lavoratori.

La battaglia congressuale della rete 28 aprile trova ulteriore conferma da questo gravissimo provvedimento e per questo essa sarà condotta con ancora maggiore convinzione e determinazione, assieme alla mobilitazione per la democrazia sindacale.

15 luglio 2013

L'esecutivo nazionale Rete 28 aprile

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