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Un bel di' vedremo

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(16 Dicembre 2010) Enzo Apicella
In tutta l'Europa cresce la protesta contro il capitalismo della crisi

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(Lotte operaie nella crisi)

PER LA RIPRESA DI UNA LOTTA DI CLASSE EFFICACE

(17 Luglio 2013)

Da Alternativa di Classe, n. VII, anno I

Il nostro lavoro politico non può limitarsi a contrastare duramente le scelte delle burocrazie sindacali e le varie operazioni politiche di stampo elettoralistico; si tratta di elaborare un programma di classe da presentare in tutti i luoghi possibili, per provocare una mobilitazione costante su obiettivi concreti.
Per rispondere alla disoccupazione di massa che torna oggi a caratterizzare l'economia capitalistica, indebolendo strutturalmente la classe operaia, producendo divisione crescente e demoralizzazione, aprendo spazi al paternalismo padronale ed a ricatti di ogni tipo, occorre suscitare e rinsaldare la solidarietà e l’unità di classe tra lavoratori e disoccupati, tra uomini e donne, tra lavoratori indigeni ed immigrati, tra giovani in cerca di lavoro e lavoratori che non sono riusciti ad imporre di “lavorare di meno, ma tutti”. Occorre, infatti, battersi per la riduzione dell’orario di lavoro e della giornata lavorativa a parità di salario e di ritmi lavorativi, nonché per forme di salario garantito unificanti, come potrebbe essere, ad esempio, ma non solo, il salario minimo sociale per tutti, congrua quota intercategoriale per chi lavora, oltre che “retribuzione” per chi viene tenuto fuori dal ciclo produttivo, che abbia già lavorato o meno.
Per il blocco degli straordinari e gli aumenti salariali, per il controllo operaio sulla situazione finanziaria delle aziende che dichiarano lo stato di crisi, e per combattere ogni speculazione.
Per il diritto alla casa, con obbligo di affitto degli alloggi.
Per la difesa e l’ampliamento della scuola pubblica.
Perché nessuna risorsa venga erogata alle banche in crisi, ma siano attivati servizi per i proletari, facendoli pagare, caro e tutto, a chi non ha mai pagato, anche mediante imposta patrimoniale sulle ricchezze.
Tutto questo, e magari altro, può essere proposto da una piattaforma alternativa.
La nostra elaborazione non può che partire dall'analisi oggi del proletariato, di come è fatto al suo interno, di quali sono i suoi bisogni concreti, di come reagisce alla politica padronale e di come si organizza.
La classe operaia resta il perno decisivo di qualsiasi blocco sociale anticapitalistico, nonostante le sconfitte subite negli ultimi anni e le profonde trasformazioni. La classe operaia deve riprendere la mobilitazione sul terreno dell'opposizione di massa alla borghesia e ai suoi governi. Nessuna sconfitta della classe operaia italiana degli ultimi anni è stata determinata da un rapporto strutturalmente sfavorevole.
Sono da sconfiggere, perciò, quelle posizioni che, partendo dalla nuova organizzazione del lavoro e dai suoi riflessi sulla composizione sociale, ritengono sia tramontato il ruolo anticapitalistico del proletariato.
Con la crisi, emerge una rinnovata e fondamentale contraddizione sociale, con un carattere classista, fra i due poli contrapposti del lavoro morto (il capitale) e del lavoro vivo (la forza-lavoro). Fra le questioni considerate “emergenti”, riveste poi un carattere importante la questione ambientale: il dominio sulla natura cambia la natura stessa, in termini che si presentano come un rischio immediato e una certezza futura di compromissione per la vita dell'universo stesso.
Cresce l'estraneità di massa verso la politica degli apparati borghesi. Il consistente calo di votanti alla recente tornata elettorale, ne è il sintomo più evidente. In una fase di crisi profonda della società borghese, la rinuncia ad un programma di classe, o la omologazione alle posizioni puramente elettoralistiche, consegnerebbe l'iniziativa al populismo reazionario.
Per accelerare la ripresa della lotta di classe, non ci sono ricette belle pronte. Le riprese dopo le sconfitte sono lunghe e difficili…
La emancipazione della classe lavoratrice dallo sfruttamento del capitalismo, non può realizzarsi fuori dalla lotta proletaria e senza l'organizzazione politica della classe rivoluzionaria, un “partito” certamente comunista, e che dovrà essere internazionalista ed internazionale, come è stato all'origine.
Dobbiamo guardare coraggiosamente in faccia il ciclo storico che la società capitalistica attraversa. Non ci illudiamo, nè vogliamo illudere. Dobbiamo fare uno sforzo per comprendere la realtà delle situazioni obiettive, condizione necessaria per affrontarle.
Riconosciamo nella esistenza di una significativa area coerentemente classista ed anticapitalista sia all'interno della CGIL (tra i compagni della RETE 28 APRILE), che nei Sindacati di base e altro, la garanzia per una ripresa della lotta proletaria, l'unico punto fermo nel moto rovinoso della evoluzione capitalistica.
Si tratta ora di lavorare per gettare le basi di un più acuminato intervento nella crisi della società borghese, fondata sullo sfruttamento della classe operaia. Si tratta di ritrovare adeguata strumentazione teorica per il proletariato rivoluzionario, per far fronte alle nuove esigenze della lotta di classe, non sottacendo nè la complessità dei problemi, nè le gigantesche difficoltà che ci troveremo a dover affrontare. Nel periodo di lotte imminenti o future, che attendono la classe operaia in Italia, imprescindibile sarà la capacità di azione, e quindi la massima unità di classe possibile.
I comunisti, si dice nel “Manifesto” di Marx, di fronte ai vari interessi di gruppo (nazionali e locali) dei lavoratori, difendono quelli comuni all'intero proletariato, cioè mirano alla meta della liberazione di tutto il proletariato internazionale. Le vicende del Movimento operaio italiano sono condizionate dalla situazione internazionale, dalla crescita dell'imperialismo nel mondo in tutte le sue varianti, vecchie e nuove, e dal mutamento dei rapporti di forza tra le classi.
Quindi il nostro internazionalismo si deve manifestare innanzitutto qui in Italia, contro questa borghesia, e come antimperialismo in grado di attivare un processo rivoluzionario su scala internazionale.

Alternativa di Classe

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