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(16 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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(Lotte operaie nella crisi)

Solidarietà ai lavoratori della Fincantieri in lotta
contro la brutale arroganza padronale!

(1 Agosto 2013)

Volantino distribuito ieri alla stazione ferroviaria di Mestre, al mercato settimanale di Mestre e nella zona del centro commerciale Panorama di Marghera

Lavoratori/trici, cittadine/i,
da ieri mattina lo stabilimento della Fincantieri di Marghera è in sciopero generale. E' la risposta, una risposta necessaria e compatta, degli operai alla smisurata arroganza padronale.
La Fincantieri pretende, infatti, di passare dalla settimana lavorativa di 5 giorni a quella di 6, rendendo il sabato una normale giornata lavorativa e abolendo così lo straordinario: in questo modo i salari degli operai vengono tagliati di 100-150 euro al mese. Al contempo, però, ha deciso 115 licenziamenti (su 998 addetti), in aggiunta agli 85 già fatti; vuole mettere a cassa integrazione 325 lavoratori – a 34 lavoratori la cassa integrazione è già stata notificata; vuole tornare al cottimo individuale spazzato via dalle lotte operaie di tanti anni fa. L'attacco riguarda, oltre Marghera, tutti i cantieri in Italia, con un totale di 904 licenziamenti e 2.992 lavoratori a cassa integrazione, su 7.420. Un vero e proprio massacro.
Lo fa, forse, in nome della crisi, vera o presunta? Assolutamente no!
Negli ultimi anni Fincantieri ha raddoppiato il suo volume d'affari, comprando un'azienda norvegese quotata a Singapore, la STX OSV (ora Vard), specializzata in tecnologie di avanguardia, diventando così il 5° gruppo mondiale della cantieristica. L'azienda ha una "solida situazione economico-finanziaria" (parole del suo amministratore delegato Bono). Proprio in questi giorni ha stretto un importante accordo col centro di ricerca russo Krylov e si è candidata a grandi lavori a Montecarlo. E', insomma, un'azienda globale che sta crescendo. Nessuna azienda italiana è tanto in alto nelle classifiche internazionali.
Allora, come mai questi colpi brutali alle famiglie di centinaia e migliaia di lavoratori che con il loro sudore, le loro conoscenze, la loro professionalità hanno fatto la fortuna dell'azienda?
La ragione è che Fincantieri vuole abbattere il costo del lavoro per portare alle stelle i propri profitti. E' la malattia inguaribile di tutti i capitalisti: non sono mai sazi dei guadagni che fanno sulla pelle dei "propri" lavoratori. Per abbattere il costo del lavoro Fincantieri vuole ridurre il numero dei propri dipendenti diretti e tagliare i loro salari, per arrivare ad avere nei suoi cantieri quasi solo ditte di appalto e sub-appalto: quelle in cui i lavoratori debbono accettare orari di 12 ore, in cui gli infortuni sono più frequenti, quelle in cui non c'è sindacato, quelle sospettate di essere più di qualche volta nelle mani della criminalità organizzata. Pensate che oggi nel cantiere di Marghera ci sono lavoratori specializzati (tornitori, carpentieri, elettricisti, etc.) pagati dalle ditte anche 4-6 euro a paga globale (senza tfr, tredicesima e malattia)! Già oggi i lavoratori sotto-pagati e super-sfruttati di queste ditte, molti immigrati dall'estero o dal Sud, fanno il 70% delle navi; nei programmi padronali dovrebbero arrivare a farne anche, se possibile, il 100%.
A questo punta Fincantieri, e il suo azionista: lo stato, e per esso il governo. E per avere le mani totalmente libere, ha disconosciuto la rappresentanza sindacale aziendale scelta dai lavoratori, pretendendone un'altra nella quale i delegati più tosti, più coscienti dei diritti operai, fossero in minoranza.
A questa arroganza padronale che crede di poter disporre del lavoro, della dignità e della vita di centinaia e migliaia di lavoratori come fossero schiavi con le catene ai piedi, i lavoratori di Marghera hanno opposto da due mesi un forte NO. L'organico è già stato tagliato; già esiste un'autentica giungla degli appalti; i salari sono già stati ridotti con la cassa integrazione e il non pagamento dei premi di produzione, mentre la disoccupazione pesa in modo crescente sulle famiglie operaie. Non si può andare oltre! Si tratta semmai di risalire la china e riprendere il terreno perduto negli scorsi anni.
Oltre che agli operai degli altri cantieri e delle altre fabbriche sotto attacco, i lavoratori della Fincatieri di Marghera in lotta chiedono anche a voi solidarietà e sostegno. Perché la lotta che stanno conducendo pone questioni (licenziamenti, orario, salario, flessibilità, organizzazione sindacale in fabbrica) che riguardano tutti i lavoratori. E' ora di reagire agli attacchi dei padroni e del governo Letta-Berlusconi, che in tutto e per tutto li asseconda! E' ora di dire basta ai sacrifici, alle rinunce, ai ricatti contro gli operai e i lavoratori! Basta alla disoccupazione e all'impoverimento di chi vive del proprio lavoro, mentre sfruttatori, grassatori e parassiti si gonfiano del nostro sudore e del nostro sangue! Fate arrivare la vostra solidarietà ai lavoratori della Fincantieri in lotta per sé e per tutti! Unitevi al nostro Comitato!


31 luglio 2013

Comitato di sostegno ai lavoratori Fincantieri - Marghera

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