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Petrolio nel Parco dei Virunga, Wwf: «La Soco viola le linee guida Ocse»

(8 Ottobre 2013)

petrovirung

Il Wwf ha presentato una denuncia contro la multinazionale petrolifera britannica Soco International PLC che «Ha violato gli standard internazionali di responsabilità sociale» nel Parco dei Virunga. Secondo il WWF, «Nel corso delle attività esplorative della compagnia Soco all’interno e intorno al Parco Nazionale del Virunga, l’azienda ha violato le disposizioni relative ai diritti ambientali e umani dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (Ocse) in merito alle linee della politica economica per le imprese multinazionali».

Secondo Lasse Gustavsson, direttore esecutivo conservazione del Wwf International, «Le operazioni della compagnia Soco stanno mettendo a rischio le persone, gli animali e l’intero habitat del Virunga. L’unico modo affinché la Soco torni a rispettare le linee guida dell’Ocse è quello di porre fine a ogni genere esplorazione di pozzi nel Virunga. Chiediamo alla compagnia di interrompere immediatamente le sue attività».

La Soco avrebbe anche utilizzato le forze di sicurezza dello Stato per intimidire gli oppositori alle trivellazioni e durante le consultazioni con le comunità locali non avrebbe rivelato informazioni fondamentali sui possibili impatti ambientali e sulla salute delle sue esplorazioni petrolifere. Inoltre, il contratto della multinazionale contiene una clausola che la esenta dal rispetto di leggi future per la tutela dei diritti umani e dell’ambiente».

Il Wwf International denuncuia che «La valutazione dell’impatto realizzata dalla compagnia Soco stessa mostra che l’esplorazione di petrolio potrebbe causare inquinamento, danneggiare l’habitat e portare il bracconaggio in questo fragile ecosistema. Potrebbe anche nuocere la salute dei residenti e danneggiare le risorse naturali da cui dipendono 50.000 persone».

Il Parco Nazionale del Virunga è l’area protetta più ricca di biodiversità dell’Africa e uno dei più antichi siti individuati come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il Comitato dell’Unesco sostiene che l’esplorazione petrolifera vada contro la Convenzione del Patrimonio Mondiale dell’Umanità ed ha chiesto l’annullamento di tutti i permessi di esplorazione nel Virunga. Per questo il WWF ha avviato una campagna globale “Viringa – SOS Petrolio” per proteggere il Parco dalle trivellazioni e chiedere alla Soco di abbandonare i suoi piani di esplorazione petrolifera anche in tutti gli altri siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Isabella Pratesi direttrice Conservazione Internazionale del Wwf Italia, fa notare che «Nominando il Virunga come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, il governo della Repubblica democratica del Congo (Rdc) si è impegnato giuridicamente con la comunità internazionale per la conservazione del parco per le generazioni future. Con l’ingresso nel Parco per l’esplorazione petrolifera, la compagnia Soco ha violato le linee guida dell’Ocse, sollecitando il rispetto delle leggi nazionali e dei trattati internazionali».

La Rdc orientale , dove si trova il Parco Nazionale del Virunga, è stata devastata prima dalla guerra e poi da una guerriglia enden mica per le risorse minerarie e la fauna selvaticsa. Sia l’Ocse che l’On raccomandano le imprese che operano in settori a governance debole di stare attente soprattutto a garantire che le loro attivitài non compromettano i diritti umani, per il Wwef «La compagnia Soco non ha fornito alcuna prova di aver intrapreso adeguate misure per salvaguardare i diritti umani» e ricorda che «Le linee guida dell’Ocse si applicano a tutte le imprese multinazionali che operano in o da Paesi aderenti. La Gran Bretagna è uno dei membri fondatori dell’Ocse, istituita dai governi nel 1961 per promuovere il benessere economico e sociale a livello mondiale», quindi la Soco non rispetta le norme Ocse approvate dalla Gran Bretagna..

L’alternativa al petrolio nei Virunga esiste: il recente dossier del Wwf “Il valore economico del Virunga” ha rivelato che il Parco Nazionale «Potrebbe valere 1,1 miliardi di dollari all’anno se sviluppato in modo sostenibile e potrebbe essere la fonte di 45.000 posti di lavoro permanenti per i residenti».

Da anni il Panda porta avanti in questo delicatissimo e tormentato territorio programmi mirati soprattutto a dare un futuro sostenibile alle popolazioni locali, «Futuro che passa attraverso un uso intelligente e duraturo delle risorse naturali – sottolinea l’associazione – Vedere distruggere la speranza di vita e di benessere delle comunità che vivono dentro e intorno al parco del Virunga fa veramente male al cuore: lo sviluppo legato al petrolio porterà conflitti, corruzione, malattie riempiendo le tasche dei soliti noti, ripiombando questi territori nella drammatica equazione petrolio = violazione diritti umani e distruzione servizi ecosistemi = povertà, guerre e malattie».

La Pratesi conclude: «E pensare che negli ultimi anni eravamo riusciti a lavorare con le comunità del posto, coinvolgendole in una miriade di piccoli e grandi progetti di cui potevano beneficiare tutti. Abbiamo inventato con loro sistemi a basso consumo di energia e basso impatto sulla deforestazione, programmi di educazione ambientale, abbiamo ripianto migliaia di ettari di foresta, abbiamo arricchito i programmi scolastici con una particolare attenzione all’ambiente, abbiamo facilitato l’imprenditoria locale trovando modi innovativi per gestire in modo intelligente le loro grandi risorse naturali, fra cui il turismo sostenibile e la pesca estensiva».

greenreport.it

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