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Casa, il ministro chiude il confronto ma la lotta contro gli sfratti non si arresta

(23 Ottobre 2013)

Delusione ma ancora determinazione dopo l’incontro deludente di ieri a Roma dei movimenti del diritto all’abitare col ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

minchiud

Dalla sera del 19, dopo il successo della manifestazione, fino a ieri, l’Acampada di Porta Pia realizzata dai movimenti del diritto all’abitare, sotto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con numerose tende ha atteso l’incontro del 22 avvenuto con il ministro Maurizio Lupi. Un momento fortemente voluto da tutti, dopo anni di lotte e la preparazione di una manifestazione importante come quella su citata.
Eppure il tutto, come già accennato, si è risolto con un nulla di fatto, o meglio, con grande insoddisfazione da parte dei movimenti.

Forte è chiara arriva così la dichiarazione di Paolo Di Vetta, dei Blocchi Precari Metropolitani: "E' inutile stare qui davanti a un ministero che non sa ascoltare le esigenze – ha dichiarato - perché non c'è la volontà di mettersi in relazione con la piazza. Domani – ha poi detto ieri sera - saremo a Regina Coeli, venerdì a Firenze e il 31 ottobre in Parlamento". Ma cosa è accaduto durante l’incontro con Lupi? I manifestanti si sono pronunciati con chiarezza, "Lupi - ha chiarito Di Vetta - ha detto che c'è già un decreto che preveda la gradazione degli sfratti, ma per noi non ci sono sfratti di serie A e di serie B e tutti devono essere tutelati allo stesso modo".

"Noi siamo rifugiati senza niente, senza diritti. Basta. Risposte subito". Sono questi gli slogan della piazza riempita dall’acampada e che ieri poi, dopo l’incontro insoddisfacente, ha visto svuotare e restituire la piazza solo al monumento del Bersagliere e al traffico di via Nomentana.
"Siamo molto distanti dalle posizioni del governo", dichiarano così i movimenti al megafono. "Il ministro- afferma ancora Paolo Di Vetta – ha detto e che l'unica cosa che poteva fare per le famiglie è aumentare il fondo di aiuto per l'affitto che adesso è di 40 milioni per il 2013-2014. Ma questo aiuta i proprietari, non gli inquilini".

Anche il sindaco Ignazio Marino ieri si è fatto vedere a Porta Pia, arrivando con la sua bicicletta, ormai tanto famosa.
Un arrivo di cui è stato ringraziato, sì, ma d’altra parte i movimenti, anche su questo, non lasciano intendere nulla se non la loro precisa e ormai dichiarata lotta. Da una parte c’era Marino a dire di essere sceso per dimostrare di essere con i più deboli, dall’altra i movimenti lì a sottolineare altro: "Abbiamo ringraziato il sindaco della sua presenza ma era la nostra assemblea – ha chiarito Di Vetta - Non abbiamo governi amici e non ci sentiamo rappresentati".

Di fatto, inoltre, va detto che l'unico impegno preso dal ministro è stato quello di portare posizioni dei movimenti alla conferenza tra Stato-Regioni e Comuni che avverrà il 31 ottobre, giorno in cui ci sarà dunque di nuovo “l’assedio" da parte dei movimenti.

La battaglia non è certo finita.
Sul tavolo resta chiaro che i movimenti del diritto all’abitare vogliono l'immediato blocco degli sfratti per morosità e, di non minore importanza, anche una politica di edilizia popolare serie e adeguata. Questo significa una cosa sola: la lotta andrà avanti.
Intanto ieri non solo a Roma proseguiva la battaglia contro gli sfratti. Ricordiamo che ottobre è il mese della campagna nazionale sfratti zero, messa in campo dai sindacati del diritto all’abitare, tra cui l’Unione Inquilini (sindacato ricevuto ieri in un incontro separato, ma sempre per il blocco degli sfratti e con tre proposte ben articolate ), e che il 10 ottobre impegnate in piazza sono state più di settanta città contro gli sfratti.
Movimenti, sindacati e cittadini in lotta. Questa oggi è l'Italia per il diritto alla casa, e non solo.

Ma ieri in piazza c’erano diverse città: a Torino il presidio, iniziato sotto Palazzo di città, con la partecipazione di esponenti dei centri sociali cittadini, collettivi, comitati antisfratto e profughi africani che occupano le palazzine dell'ex Moi da diversi mesi. A Milano invece sono stati occupati gli uffici per l'assegnazione Erp.
Manifestazioni anche a Bologna. Proprio qui il presidio si è trasformato in un corteo. Al grido di “Ad assediare i ministeri c’eravamo tutti”, si è poi snodato lungo via Petroni e lungo via San Vitale, è passato sotto le Due torri per poi tornare in piazza Verdi dopo che sono stati allontanati gli agenti della Digos che da vicino invece seguivano i manifestanti. Al termine della manifestazione, è iniziata l’assemblea pubblica che è stata chiamata a rilanciare nuovamente sul territorio la forza espressa dal #19o di Roma. Cortei anche a Modena e a Brescia.

Il diritto alla casa, oggi, una battaglia su cui cittadini e movimenti non intendono fare un solo passo indietro.

isabella borghese - controlacrisi.org

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