">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Gaza

Gaza

(5 Aprile 2013) Enzo Apicella
Dopo una tregua lunga quasi cinque mesi, la notte scorsa l'aviazione israeliana ha nuovamente bombardato la Striscia di Gaza

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Palestina occupata)

Un anziano palestinese di 80 anni ricorda il villaggio distrutto della sua infanzia

(9 Novembre 2013)

anzpal

Ma’an. Un anziano palestinese di 80 anni ha ripercosso i ricordi del villaggio distrutto della sua infanzia in un programma televisivo, “La memoria non arrugginisce mai”, descrivendo il paesaggio devastato dalle forze sioniste nella guerra del ’48 conosciuta in arabo come “la Nakba”, o catastrofe.

Jameel Deif Allah Sawalma ha offerto i ricordi del suo grande e perduto villaggio di al-Auja, vicino a Jaffa, prima che fosse annientato e distrutto.

“Le pianure del nostro villaggio erano ampie come una palma, il fiume Auja era ad occidente e la nostra terra era rossa come la barbabietola”, ha riferito, “non c’erano sassi, era coltivata ad angurie, meloni, fagioli, zucche, pomodori, sesamo, lupini, arance e limoni”.

Sawalma ricorda la pesca con l’amo al vicino fiume, e degli uncini per tramortire i pesci e poi correre a casa a cucinarli, mentre i pescatori usavano grandi reti per catturare il famoso pesce di Jaffa.

Ricorda le due scuole del villaggio, e come ha studiato in una di queste fino al terzo grado (nostra scuola media).

“Studiavo matematica, arabo, il Corano e ancora oggi ricordo le poesie a memoria”, ha aggiunto, e ha recitato alcune di queste poesie imparate decenni fa.

La debole memoria di Sawalma custodisce ancora un’immagine di come il fiume Auja serpeggiava attraverso la loro terra e di come esondava in inverno. Ha parlato delle case in mattoni rossi del villaggio, delle carrozze a cavalli lungo le vie polverose e delle loro ruote di metallo o di legno che lui riparava per guadagnarsi da vivere.

Al-Qaraeen, al-Sawalma, al-Hashasheen e al-Araysha erano le quattro famiglie del villaggio e andavano a Jaffa e Malbas (l’odierna Petah Tivka) per acquistare beni e vendere i raccolti, ha riferito.

I matrimoni duravano fino a una settimana, si cantavano canzoni e lo sposo poteva cavalcare un pony attraverso il villaggio.

Sawalma ha concluso con i ricordi crudi della Nakba, quando lui e la sua famiglia furono costretti ad abbandonare il villaggio e dovettero marciare fino a Qalqiya e al campo profughi di al-Far’a.

Un sogno che non lo abbandona mai è quello di far ritorno al fiume, pescare e camminare lungo i campi del suo villaggio, un luogo che ora esiste sono nella sua memoria.

Circa 800 mila palestinesi sono stati espulsi dalle loro case in Israele durante la guerra del ’48 che ha portato alla creazione dello stato di Israele, ed oggi i loro discendenti si aggirano intorno ai 2 milioni, sparsi per tutto il mondo.

Traduzione di Alessia Valenti

InfoPal

6244