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Giudizio e castigo per i responsabili dello scempio e dei morti di Olbia e di Torpè

(26 Novembre 2013)

Le inchieste giudiziarie aperte dalle procure di Tempio e Nuoro devono essere seguite da protagoniste dalla classe operaia e dalle masse popolari.
I responsabili delle catastrofi ambientali su questo pianeta sono tutti a piede libero perché sono esponenti della classe dominante. Lo stesso vale per i crimini economici. Nell’ordinamento giuridico borghese ci sono mille vie di fuga per evitare che “la giustizia sia eguale per tutti”, quando vi incappano esponenti di punta della classe dominante. Dalla manipolazione del tasso libor, in cui erano coinvolti l’ex segretario del tesoro USA Tim Geithner ed il penultimo governatore della banca d’Inghilterra Mervyn King, ai crimini di Berlusconi, dalla frode dell ‘ex ministro del bilancio del governo Hollande, J. Cahuzac, ai crimini spionistici del governo Obama denunciati da Eduard Snowden, l’aristocrazia finanziaria è colpevole secondo le sue stesse leggi. L’impossibilità di superare la propria crisi catastrofica nell’attuale quadro giuridico e politico, quello della democrazia politica, spinge i singoli capitalisti a violare le loro proprie leggi e sul proprio piano politico la questione deve essere risolta liquidando la democrazia politica. Quest’obiettivo è contenuto nel documento della banca d’affari J.P.Morgan (Il processo di aggiustamento nell'area Euro: quasi a metà percorso)pubblicato alla fine del maggio scorso. Se tutta l’aristocrazia finanziaria non fosse un’associazione a delinquere Berlusconi non sarebbe mai diventato capo del governo
La catastrofe che si è abbattuta su Olbia e sul Nuorese non può restare impunita. I Giacobini avrebbero detto che si tratta di un problema di salute pubblica. Cosa abbiamo da apprendere da questi fondatori della democrazia politica? Per loro “la democrazia è uno stato in cui il popolo regna sovrano facendo da sé quanto è possibile e servendosi di delegati laddove non è in grado di fare da solo”. I Giacobini condussero un’azione implacabile contro tutti coloro che volevano sabotare la Grande Repubblica.
I responsabili dello scempio e dei morti di Olbia e Torpè, per i loro interessi e quelli degli speculatori amici, hanno tradito, innanzitutto, il secondo comma dell’articolo terzo della Costituzione: “ È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
La CGIL, l’SB, tutte le forze democratiche si mobilitino per costruire i comitati popolari per il giudizio ed il castigo dei responsabili dello scempio ed i morti di Olbia e di Torpè. La magistratura sia solerte contro questi criminali, allo stesso modo con cui lo fu quella magistratura che negli anni settanta incarcerò tutti quei giovani e quelle giovani rivoluzionari che si battevano contro i governi guidati dalla Democrazia Cristiana che costruirono il sistema di corruzione e d’ingiustizia che rende impuniti i crimini della classe dominante.
25 – 11 – 2013

Sezioni provinciali di Sassari e Olbia del Partito Comunista dei lavoratori

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