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Sciopero

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(28 Gennaio 2011) Enzo Apicella
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(Lotte operaie nella crisi)

QUESTA È LOTTA di CLASSE!

(1 Dicembre 2013)

Il magnifico sciopero dei tranvieri genovesi deve essere di esempio per tutti i lavoratori e da esso bisogna trarre degli insegnamenti fondamentali

– Le leggi che regolamentano gli scioperi, non solo nei trasporti, sono in realtà vere e proprie leggi antisciopero: seguirle significa condurre lotte completamente inefficaci. Sempre più i lavoratori, se vogliono difendersi dai crescenti peggioramenti, saranno costretti ad infrangerle, quindi a prepararsi a fronteggiare le conseguenti ritorsioni padronali e statali.

– Degli inevitabili fastidi imposti ai lavoratori di altre categorie sono responsabili i Sindacati confederali che impediscono la mobilitazione solidale e contemporanea di tutti i lavoratori.

– Dalle minacce padronali e statali la difesa sta solo nell’estensione della lotta e nel rafforzamento dell’organizzazione operaia. Il diritto di sciopero si difende... scioperando.

– Il fatto che queste lotte, che periodicamente si ripetono, a distanza di anni e in diverse città, non riescano a fondersi in un unico grande movimento di sciopero è dovuto alla mancanza oggi di un vero e forte Sindacato di tutti i lavoratori.

– È urgente che i lavoratori ricostruiscano le loro organizzazioni, un sindacato nazionale, categoriale e intercategoriale, che realmente esprima la necessità e volontà di lotta.

Non è la prima volta negli ultimi anni che i tranvieri ricorrono a questa prassi che i più definiscono estrema ma che in realtà è semplicemente il ritorno all’utilizzo dell’arma dello sciopero nella sua forma tradizionale e necessaria perché più efficace, in quanto più dannosa per l’azienda.

Presto anche le altre categorie di lavoratori, se vorranno difendersi dal crescente peggioramento delle loro condizioni di vita, dovranno ricorrere all’arma classica dello sciopero senza preavviso e ad oltranza, infrangendo la legalità dei codici, preparandosi a fronteggiare la possibile repressione attraverso la solidarietà fra i vari reparti della classe lavoratrice.

Sarà questo un passaggio decisivo verso la rinascita di una organizzazione sindacale di classe su base nazionale, che superi le differenze tra le varie categorie, le divisioni tra settore pubblico e privato, rifiuti ogni tipo di collaborazione con lo Stato e il padronato, che abbia nel suo programma la difesa, senza compromessi, degli interessi dei lavoratori con i mezzi classici della lotta di classe.

Affinché la classe, tutta la classe, possa difendersi tutti i giorni c’è bisogno di un gran lavoro di organizzazione e di chiarificazione da fare, al quale tutti i proletari sono chiamati:
– vita sindacale basata sul lavoro gratuito e volontario dei militanti sindacali, riducendo al minimo funzionari stipendiati;
– raccolta delle quote mensili sindacali per via diretta, attraverso i militanti sindacali, rigettando il mezzo della delega, per non dare in mano all’azienda i soldi del sindacato e la lista dei suoi iscritti, base materiale fondamentale del sindacalismo concertativo e collaborazionista;
– organizzazione sindacale che privilegi le strutture territoriali rispetto a quelle aziendali, come nella tradizione delle originarie Camere del Lavoro, dove i lavoratori si incontrano in quanto tali, non come dipendenti della singola azienda, rafforzando i legami di classe.

Lavoratori di tutti i paesi unitevi !

Partito Comunista Internazionale

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