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Re ferendum

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(13 Gennaio 2012) Enzo Apicella
La Corte Costituzionale respinge i due referendum per l'abrogazione della legge elettorale Calderoli (il "porcellum")

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ACCORDO BERLUSCONI/RENZI: LA COERCIZIONE DELLA DEMOCRAZIA

(21 Gennaio 2014)

I particolari dell’accordo Berlusconi/Renzi sulla legge elettorale sono stati svelati dal segretario del PD nel corso della riunione della Direzione Nazionale del suo partito, confermando tutti i timori e le preoccupazioni che erano già state espresse subito alla conclusione dell’accordo tra i due contraenti.
Intendiamoci bene: la questione principale non è quella della persistenza di profili di evidente incostituzionalità pur presenti nella bozza presentata alla direzione democratica, sia al riguardo di uno smodato premio di maggioranza (il 20% a fronte del 35% dei voti), sia al riguardo delle liste bloccate.
Elementi fondamentali che contrastano con quanto disposto con la recentissima sentenza della Corte Costituzionale, pronunziata in occasione della dichiarazione di illegittimità della legge elettorale vigente.
Una decisione quella della suprema Corte che è bene ricordarlo ha disegnato una legge elettorale proporzionale già pronta per l’uso di eventuali elezioni anticipate.
Il punto fondamentale è quello che siamo di fronte ad una vera e propria “coercizione della democrazia”, di una clamorosa forzatura del sistema, perché il progetto prevede anche che, nel caso di non superamento del 35% da parte di alcuno dei contendenti, si andrebbe a un doppio turno fra le prime due coalizioni, indipendentemente dalla percentuale raggiunta, per attribuire il premio che a questo punto raggiungerebbe una percentuale smodata e, soprattutto, forzerebbe il quadro politico a una riduzione “bipolare” che evidentemente non esisterebbe nel Paese, così come non esiste in questo momento.
Da rilevare ancora l’enormità delle percentuali richieste per il superamento della soglia di sbarramento: il 5% per le forze coalizzate e l’8% per quelle non coalizzate. Tanto per dare una cifra assoluta: con 30 milioni di voti validi per una forza non coalizzata servirebbero quasi 2 milioni e mezzo di voti per entrare in Parlamento.
Non è il caso di dilungarci in commenti che potrebbero apparire anche ripetitivi, il fatto è che ci troviamo di fronte ad un tentativo di annullare il concetto fondamentale di rappresentatività politica, uno dei pilastri teorici dell’idea di democrazia liberale, acquisita compiutamente nel testo della Costituzione Repubblicana.
Da segnalare ancora la forma con la quale Renzi si è rivolto alla Direzione del PD, sbandierando i due milioni di voti raccolti alle primarie (perché e bene ricordare i partecipanti furono 2.800.000 e 800.000 voti andarono agli altri candidati).
L’espressione usata da Renzi in conclusione del suo discorso contiene un’idea plebiscitaria nella conduzione della vita politica, che ignora partiti e corpi intermedi, del suffragio diretto di una minoranza (perché in questo caso siamo di fronte ad una minoranza, ed anche esigua) verso un “uomo solo al comando”.
L’accordo Berlusconi / Renzi non soltanto limita l’esercizio della democrazia così come concepita dalla Costituzione, ma prefigura l’esercizio di un indiscriminato autoritarismo che ci ricorda tempi bui e lontani.
Occorre, da subito, mobilitarsi per contrastare questa deriva.
Ci permettiamo, in questo senso, di lanciare un vero e proprio monito che ci auguriamo non sarà lasciato cadere delle forze della sinistra, dell’alternativa, di una forte opposizione che è necessario costruire da subito, senza esitazioni.

Patrizia Turchi - Franco Astengo

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