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Il pupazzo di Monti

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(5 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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12 Aprile 2014 manifestazione nazionale

(10 Febbraio 2014)

manif

Si è svolta ieri, 9 febbraio, a Roma, un'affollata e partecipata assemblea organizzata da tutti i soggetti che avevano dato vita allo sciopero generale del 18 ottobre e alla manifestazione dello stesso giorno, alla manifestazione sul diritto all'abitare e al reddito del 19 ottobre con arrivo e stazionamento a Porta Pia e alle 24 ore a Piazza San Giovanni che avevano collegato le due iniziative.

L'assemblea, molto articolata nelle presenze e negli interventi, ha evidenziato una condivisione complessiva sulla necessità di partire proprio dall'esperienza del 18 e 19 ottobre per costruire un percorso di opposizione sociale che individui obiettivi comuni senza operare forzature tra diverse posizioni, che pur esistono, e valorizzando invece proprio le differenze per creare un fronte il più ampio possibile.

Per costruire la manifestazione nazionale del 12 aprile, iniziative in concomitanza con il 1° maggio, una mobilitazione contro il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile previsto nei prossimi mesi e contro contro l'Expò, simbolo della più accesa precarietà, nei prossimi giorni si svilupperà la discussione ed il confronto tra il sindacalismo conflittuale, i movimenti per il diritto all'abitare e tutti quei movimenti che operano sui territori, i No Tav, i No Muos e tanti altri e le forze politiche.

La disoccupazione aumenta e quella giovanile evidenzia ormai un fenomeno che sembra irreversibile se non si modificherà radicalmente e strutturalmente il sistema economico che ha creato queste condizioni. L'Unione Europea, la BCE e il FMI sono ormai i veri “conduttori” di un meccanismo finalizzato a salvaguardare banche, finanza e grandi gruppi economici e i governi nazionali non sono altro che meri esecutori. Nel nostro paese le misure economiche, in perfetta sintonia con le direttive internazionali, stanno producendo un livello di povertà che ricorda il dopoguerra, una precarietà diffusa senza limiti e la riduzione sostanziale di diritti e democrazia.

Il mondo del lavoro paga un prezzo pesantissimo: la radicalizzazione dell'attacco alle condizioni di lavoro e al salario, le privatizzazioni e la riduzione degli spazi di democrazia, stanno producendo un arretramento senza limiti che vede Cgil, Cisl e Uil stringersi a difesa del loro ruolo di “collaboratori” delle politiche dei padroni e della finanza internazionale, calpestando diritti e democrazia.

La risposta ad un attacco generale deve essere anch'essa la più ampia e generale possibile, attraversare l'intero paese, coinvolgendo i lavoratori, i disoccupati, i migranti, i pensionati e gli studenti. Il sindacato conflittuale, primo fra tutti USB, ed i movimenti che operano nel sociale e nei territori devono assumersi la grande responsabilità ed il difficile ruolo di collante di tutti questi soggetti sociali che devono riuscire ad emergere e far valere i propri diritti in modo organizzato, dirompente e collettivo.

USB, che aveva già deciso di organizzare una grande manifestazione nazionale in primavera per il lavoro e contro le politiche dell'Unione Europea e quelle nazionali, intende inserire questo percorso comune e la giornata del 12 aprile nel più ampio intervento sindacale che sta portando avanti attraverso le varie campagne che, decise nell'ultimo Congresso, si stanno progressivamente dispiegando attraverso iniziative e mobilitazioni generali, di categoria e territoriali.

Riteniamo infatti che la campagna sull'occupazione, il lavoro ed il reddito sia oggi più necessaria che mai. Per dare forza a questa mobilitazione è necessario un coinvolgimento sempre più ampio che vada ad interagire anche con soggetti sociali non sindacali che da sempre lavorano sui territori a difesa del reddito diretto ed indiretto.

Eguale valore hanno per noi la questione salariale, quella del rinnovo dei contratti, la lotta alla precarietà, la mobilitazione contro la proposta di Job Act avanzata da Matteo Renzi e dal PD e soprattutto contro le privatizzazioni che stanno attaccando pesantemente i diritti e le condizioni di chi lavora e al tempo stesso riducono welfare e servizi a fasce sempre più vaste e sempre più povere della popolazione.

Come fondamentale è anche la campagna sui diritti e la democrazia sui posti di lavoro. Mobilitazione diventata ormai urgenza dopo l'accordo del 10 gennaio sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria rispetto al quale si sta predisponendo anche una forte iniziativa di carattere legale che intende portare in tribunale proprio i soggetti che hanno sottoscritto quell'accordo.

Questi temi, insieme al diritto all'abitare ed ai beni comuni, alla partecipazione e al forte sostegno alla “Carovana per l’eguaglianza, la dignità e la giustizia sociale” - di richiedenti asilo, rifugiati, clandestini, migranti ed europei definiti d’origine straniera -, alla volontà di sviluppare una confederalità sociale sempre più coinvolgente e ampia che comprenda anche la sperimentazione di forme di mutualismo, saranno per noi elementi fondamentali sui quali costruire anche le mobilitazioni comuni, a partire dalla manifestazione nazionale del 12 Aprile.

USB

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