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(6 Novembre 2010) Enzo Apicella
Esplode la Eureco di Paderno Dugnano: sette operai feriti, quattro rischiano la vita. In Puglia tre morti sul lavoro nell'ultima settimana

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"La fabbrica del panico": un romanzo affronta il dramma delle morti sul lavoro

(28 Febbraio 2014)

A margine della presentazione de "La fabbrica del Panico" (edizioni Feltrinelli) abbiamo intervistato l'autore, Stefano Valenti.

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Perchè un romanzo dedicato alle morti sul lavoro?
La prima cosa che chiedono a un autore è l'origine del libro, io sono figlio della classe operaia ma dagli anni sessanta ad oggi gli operai non hanno avuto diritto ad una espressione narrativa. Se oggi cercassimo una letteratura operai troveremmo sparuti esempi e ancor minori pubblicazioni. Ho pensato a quali temi raccontare scegliendo un dramma umano, di un operaio deceduto dopo avere contratto un tumore sui luoghi di lavoro. Il racconto letterario esprime l'appartenenza, l'internità alla classe operaia, l'orgoglio di essere figlio della working class, la necessità di raccontare un pezzo di storia dimenticato. Non intendo solo omaggiare la figura di mio padre morto di mesotelioma , volevo riconoscere il merito alla classe operaia di avere contribuito con il proprio sfruttamento a creare una società migliore dove la mia generazione ha potuto studiare e vivere sicuramente meglio della generazione precedente

Le morti di amianto continueranno a crescere nei prossimi anni. Tu le hai narrate ma allo stesso tempo rivendichi una militanza all'interno dei comitati in difesa della salute.
Scrivendo il romanzo sono entrato in contatto con i comitati, strumenti trasversali di lotta. Il primo comitato è quello di Sesto San Giovanni ove ho incontrato figure di riferimento, operai che esprimono una linea operativa alla loro azione politica, riproducono all'interno dei comitati quella struttura organizzativa, quella solidarietà che era l'elemento portante della classe operaia. La denuncia delle malattie contratte nei luoghi di lavoro è stato solo l'inizio di un percorso rivendicativo, gli operai ripetono a ogni incontro come il mesotelioma abbia dato nome alla nostra malattia, noi saremmo morti comunque di fabbrica
Gli operai dei comitati vogliono ribadire che lo sfruttamento del lavoro è la causa di decessi, malattie e infortuni, di una nocività che riguarda non solo gli operai ma anche la popolazione che viveva e vive vicino agli impianti . Il caso Ilva è emblematico ma esistono numerose situazioni sparse sul territorio che meritano la massima attenzione anche se ne parliamo solo in occasione dei processi intentati per disastri ambientali
Il fatto che non sia stato riconosciuto il diritto alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro ha creato un vero trauma tra gli operai che attraverso le loro malattie esprimono con forza la rivendicazione negata loro per anni, quella di avere giustizia, dignità e la condanna dei responsabili. Il sindacato ha venduto la salute in cambio di posti di lavoro ma la salute non ha prezzo, non si baratta la nostra vita per un salario per altro da fame. Il primo compito del sindacato dovrebbe essere quello di non accettare lo scambio tra lavoro e salute, quando si monetizzano le nostre esistenze siamo già sconfitti. Dare voce alla classe operaia in un romanzo vuol dire descriverla non in termini agiografici o astratti ma all'interno del modo di produzione capitalistico che questi operai continua a sfruttarli ogni giorno disinteressandosi alla loro salute. Mi è capitato di incontrare in convegni sindacali un orgoglio operaio fittizio e generico , nelle tante presentazioni del libro ho invece conosciuto un 'altra realtà, quella di una organizzazione operaia che alla fine degli anni settanta hanno distrutto scientemente cancellando dalla storia ufficiale molte pagine scomode.
Raccontare le morti operaie significa abbattere quel senso di colpa atavico che accompagna ogni manifestazione operaia, dobbiamo non solo difenderci ma esprimere forti rivendicazioni a partire dalla considerazione che la classe operaia, pur con mille sfaccettature, è egemonica nel paese , capace insomma di esprimere contenuti e pratiche conflittuali e sicuramente antagoniste al modo di produzione capitalista.
Il concetto egemonico gramsciano si materializza con una nuova epica del lavoro capace di raccontare storie, esperienze e suscitare interesse e coscienza non solo nel mondo operaio ma nell'intera società. Questo era uno degli obiettivi del libro, speriamo di avere reso un'idea concreta e attiva della classe operaia

Cobas Pisa

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