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(17 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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ESISTE UNA CONTRATTAZIONE SINDACALE NEGLI ENTI LOCALI E NELLA SANITA’?

(5 Marzo 2014)

I contratti nazionali sono bloccati da 5 anni, per cui anche nel 2014 non ci sarà il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Ferma perfino la indennità di vacanza contrattuale al livello di 4 anni fa, eppure avrebbe dovuto aumentare in proporzione al prolungamento della vacanza contrattuale . Esiste in tutto questo la consapevole colpa dei soliti confederali che hanno permesso alla politica di occupare gli spazi riservati alla contrattazione collettiva, e questa a colpi di decreti legislativi ha bloccato tutto.
Allo stesso tempo i Governi e l'Aran non hanno perso tempo. Hanno impedito ogni possibilità di incremento stipendiale, sottoforma di scatti /progressioni economiche nonostante queste fossero finanziate con fondi aziendali e non incidevano sull’ incremento di spesa del personale, e del fondo della produttività e del salario accessorio che è fermo al 2010, anzi viene ridotto annualmente in proporzione alla diminuzione del personale.
I tecnici e gli uffici personale, ma anche tutto quel sistema di potere e controlli interni che gira intorno agli organi di valutazione e alle Direzioni, sperano che almeno nel 2015 si rinnovino i contratti collettivi, anche solo per la parte normativa. Ma non sarà perché:
- sperano di modificare ancor di più un impianto contrattuale fatto di norme concepite prima di tutti i “decreti Brunetta” e accentuare tutte quelle forme che rendono sempre meno fisso il salario e di conseguenza sempre più soggetto a valutazione della dirigenza?
- confidano in clausole contrattuali che consentono tutele del lavoro variabili in caso di nuovi ingressi e maggiori possibilità di privatizzare servizi già svolti dagli enti pubblici trasferendo ad altro soggetto il relativo personale in servizio?
- auspicano un potere di organizzazione del datore di lavoro che possa decidere unilateralmente, senza contrattazione collettiva decentrata, l’ utilizzo e assegnazione delle risorse del salario accessorio aziendale?

In ogni caso, pur essendo questo il contesto che si è determinato per la sottomissione di CGIL CISL UIL alle logiche e agli interessi dei diversi Governi che si sono succeduti, perché dobbiamo accontentarci di un semplice rinnovo solo per avere risorse fresche per la contrattazione decentrata? Quando recuperemo il potere di acquisto dei salari persi con 5 anni di blocco dei CCNL?
Se piove di quel che tuona, dai prossimi contratti non avremo niente di buono sotto questo punto di vista, infatti:
- Il fondo della produttività subirà costanti tagli negli anni;
- Le progressioni verticali, ma anche quelle orizzontali, scompariranno o saranno sospese ulteriormente;
- Le materie oggetto di contrattazione saranno ridotte al lumicino, con il predominare di una distribuzione delle risorse del salario accessorio per scelta individuale della dirigenza.
- I contratti decentrati non in linea con la Brunetta e successive leggi decadranno automaticamente, e c’è il rischio che possano licenziare qualche decreto per toglierci anche gli effetti (benefici) derivanti dalle progressioni orizzontali
- C’è il rischio che il contratto nazionale possa cancellare la possibilità di contrattare in sede decentrata alcune voci del salario accessorio e ciò non determina il rafforzamento della contrattazione nazionale ma solo perdita di salario per il personale
- Con il futuro contratto nazionale proveranno a ridiscutere i risultati ottenuti dalle Rsu con i decentrati,

E LE RELAZIONI SINDACALI?
Dopo l’abrogazione, anche a colpi di sentenze del tribunale, della concertazione, ci resterà solo l’informazione che di fatto è quasi sempre successiva!
E L’ ACCANIMENTO SOTTOFORMA DI CONTROLLI SUI FONDI DEL PERSONALE?
Sono ormai molti gli Enti Locali nei quali per effetto di controlli effettuati dalla Ragioneria dello Stato sono emersi errori nella costituzione dei fondi del salario accessorio effettuati dai dirigenti e dalle strutture di vertice.
Eppure per questi errori, da quel si legge, la politica sta cercando di cancellare le responsabilità di chi ha costituito e gestito i fondi, non escludendo però di fatto il recupero delle somme con le future contrattazioni, per cui esclusivamente a danno di lavoratrici e lavoratori.
E che dire degli enti locali che hanno sforato il patto di stabilità? Anche in questo caso gli effetti di errori e scelte della politica e della dirigenza si ripercuotono sul personale delle categorie. Dalla lettura delle proposte di legge attuali non si rileva niente di buono, per cui c’è il rischio forte che molte risorse del fondo del salario accessorio per questo in certi casi vengano tagliate.
Insomma quando si tratta di errori nella costituzione dei fondi o di sforamento dei vincoli di bilancio la politica difende un solo principio per non contrattare: CHI SBAGLIA…NON PAGA!

Cobas Pisa

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