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Se non le donne, chi?

Se non le donne, chi?

(11 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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    Padova, 8 marzo: proiezione del "Gangor", di Italo Spinelli

    (7 Marzo 2014)

    gangor

    Care/i compagne/i

    vi invitiamo alla proiezione del film "Gangor" domani presso la sede dell'associazione culturale Nicola Pasian.
    Alle 20 ci saranno aperitivo e buffet e alle 21 inizierà la proiezione del film. Seguirà il dibattito.
    Presso piazzetta caduti della Resistenza, via Varese 10,
    capolinea bus 9, Padova.


    Gangor è un film di denuncia sulla condizione della donna. La storia si ambienta nel Bengala occidentale dove il fotografo Upin viene inviato nella
    provincia più arretrata e rurale per un reportage sullo sfruttamento e la violenza subita dalle donne tribali. Ma quando Upin pubblica la foto di una donna, Gangor, a seno nudo mentre allatta il suo neonato, le autorità di polizia locale scatenano una violenta ritorsione contro di lei. Da quel momento la storia di Gangor si trasformerà in ulteriore sofferenza, ma anche in lotta e mobilitazione delle altre donne contro gli abusi della polizia.
    Il sistema capitalista fondato su sopraffazione e sfruttamento necessariamente produce violenza a danno delle donne, soprattutto in corrispondenza di fasi di crisi economica come quella attuale, crisi che diventa necessariamente anche culturale e sociale. Le donne sono infatti le prime a pagare le conseguenze dei tagli sui posti di lavoro o a subire maggiore sfruttamento e ricattabilità.
    Parallelamente, in assenza di servizi statali adeguati e a causa dei tagli su quelli esistenti, la cura dei figli e dei parenti malati ricade principalmente ancora sulle donne proletarie, le prime ad essere colpite anche dalle politiche reazionarie, tese a rafforzare la logica del divide et impera che la classe dominante utilizza al fine di dividere gli oppressi per isolarli e conseguentemente renderli più deboli in una fase in cui le lotte sono in sviluppo. Non è un caso e nemmeno una novità che l'ultimo decreto "sul femminicidio", in nome della difesa della donna, si traduca in realtà in norme sicuritarie volte a colpire invece chi lotta.
    Davanti ai modelli propinati dai media- dalla donna manager, alla soldatessa,
    alla velina- vogliamo invece rilanciare degli esempi ben diversi di Donna:
    quello delle donne no tav che resistono alla devastazione del territorio, quelle spagnole in difesa del diritto di decidere del proprio corpo, le tantissime donne in Palestina e nei paesi oppressi che resistono agli occupanti o le donne indiane che da anni lottano contro gli stupri di gruppo da parte della polizia, tra le quali le rivoluzionarie maoiste che proseguono la lotta in difesa della loro terra e per dare una reale prospettiva di rovesciamento del sistema.
    Per un otto marzo di lotta

    Centro di Documentazione Comandante Giacca

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