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Rifugiato o clandestino?

Rifugiato o clandestino

(5 Aprile 2011) Enzo Apicella

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    (La tolleranza zero)

    FINALMENTE IL PARLAMENTO HA DECISO DI ABROGARE UNA ABOMINEVOLE MISURA RAZZISTA

    (3 Aprile 2014)

    Seppure in modo non immediato (con una delega al governo nel termine di 18 mesi) e con un limite assai discutibile (la rilevanza penale del reingresso degli espulsi), il Parlamento ha finalmente in sostanza deciso di abrogare la scellerata ed infame misura hitleriana del cosiddetto "reato di immigrazione clandestina", una misura razzista palesemente criminale e criminogena in flagrante contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana. Infatti il cosiddetto "reato di immigrazione clandestina" altro non era che una abominevole misura persecutoria nei confronti di persone innocenti cui veniva attribuito come colpa, come reato, il mero fatto di esistere.
    L'abrogazione della scellerata ed infame misura hitleriana restituisce un sorso di democrazia, di civiltà giuridica, di dignità al nostro paese.
    Adesso occorre proseguire nell'azione di riconquista della democrazia, del diritto, della legalità costituzionale, ed occorre in particolare ed immediatamente: abolire i campi di concentramento; abolire le deportazioni; abolire il favoreggiamento della schiavitù da parte dello stato; consentire a tutti gli esseri umani di entrare in Italia in modo legale e sicuro, così sconfiggendo le mafie schiaviste dei trafficanti e facendo cessare le stragi nel Mediterraneo.
    Il razzismo è un crimine contro l'umanità.
    Le istituzioni democratiche in tanto sono legittime in quanto sono intese a salvare le vite umane e a difendere e promuovere la civile convivenza.
    Si torni al pieno rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, si torni al pieno rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani.
    Vi è una sola umanità in un unico pianeta casa comune dell'umanità intera.
    Vi è una sola umanità e tutti gli esseri umani ne fanno parte in pienezza ed eguaglianza di diritti.
     

     Viterbo, 3 aprile 2014

    Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

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