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(16 Agosto 2012) Enzo Apicella

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SIRIA. Siccità, milioni di persone a rischio denutrizione

(9 Aprile 2014)

Agli scontri tra regime e opposizioni, si aggiunge ora l’assenza di pioggia e il crollo della produzione agricola. Sul campo Assad, con l’aiuto di Hezbollah, si riprende la regione di Qalamoun.

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(Foto: Reuters)

dalla redazione

Roma, 9 aprile 2014, Nena News – Ad una guerra civile che sta andando avanti da tre anni si aggiunge ora la siccità. L’allarme lanciato dal World Food Program, agenzia delle Nazioni Unite, è drammatico: “WFP è preoccupato per l’impatto dell’incombente siccità che sta colpendo il Nord Ovest del Paese, in particolare Aleppo, Idlib e Hama, con meno della metà della media stagionale delle precipitazioni che potrebbero avere gravi conseguenze sulla raccolta di cereali. Questo metterebbe a rischio la vita di milioni di persone”.

A commentare la nuova emergenza che sta colpendo la Siria è la portavoce dell’agenzia Onu, Elisabeth Byrs, secondo la quale gli effetti sul settore agricolo – già gravemente danneggiato a causa del conflitto per la distruzione dei sistemi di irrigazione e dei macchinari agricoli – sarebbero potenzialmente disastrosi. A rischio anche la pastorizia per la mancanza d’acqua per gli animali. Difficile, secondo la Byrs, fare una stima delle persone a rischio malnutrizione per il crollo della produzione agricola a causa della siccità, ma si teme che quest’anno il raccolto in metà del territorio siriano tocchi il record negativo di soli due milioni di tonnellate di prodotti agricoli.

Già lo scorso anno, a causa degli effetti del conflitto, Damasco era stata costretta a importate 5 milioni di tonnellate di grano. Quest’anno, spiega il WFP, potrebbero essere molte di più. Alla crisi agricola si aggiunge quella dell’agenzia Onu che lunedì ha annunciato di aver tagliato del 20% la quantità di cibo consegnata alle famiglie siriane, a causa dei ritardi nei finanziamenti dei donatori internazionali. A marzo erano stati 4 milioni i siriani ad aver ricevuto aiuti dal WFP. Oggi è giunto invece l’annuncio dell’invio da parte dell’Iran di altre 30mila tonnellate di cibo a favore della popolazione siriana.

Una goccia nel mare della crisi della Siria, dove si continua a combattere. Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, sarebbero almeno 50 i morti – tra cui tre bambini – nei raid di ieri del regime di Damasco in tutto il Paese, dalla capitale a Hama, da Aleppo a Daraa. Sotto attacco delle forze governative, secondo il Local Coordination Committes of Syria – rete delle opposizioni locali – diversi quartieri di Damasco, mentre jet militari colpivano la città di Latakia.

E se ad Aleppo – riportano alcuni media arabi – regime e Esercito Libero Siriano sono giunti a definire un cessate il fuoco temporaneo per permettere la consegna di aiuti umanitari da parte dell’UNRWA e della Mezza Luna Siriana alla popolazione civile, il resto del Paese è un campo di battaglia. Le forze del presidente Assad sembrano proseguire nella loro avanzata e nella riconquista di città divenute nei mesi scorsi roccaforte dei ribelli. È il caso della regione di Qalamoun, dove dopo cinque mesi di scontri e il fondamentale sostegno dei miliziani di Hezbollah, l’esercito di Damasco ha riassunto il controllo quasi totale dell’area, rioccupando villaggio dopo villaggio e lo strategico corridoio di collegamento tra la capitale e la città di Homs, tra il centro e la costa.

Ora l’obiettivo è la città di Zabadani, a Nord Ovest di Damasco, fondamentale collegamento con le zone di rifornimento dei ribelli. Gli analisti immaginano una battaglia all’ultimo sangue per la conquista di Zabadani, città sunnita sotto il controllo delle opposizioni da maggio 2012, ma oggi circondata dalle milizie di Hezbollah da una parte e dalle montagne dall’altra: se il regime riuscirà nell’impresa, i ribelli si ritroveranno senza alcuna via d’uscita.

Nena News

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