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Mastino Napolitano

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(5 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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Assemblea sulla situazione in Ucraina

(13 Aprile 2014)

euromaidan

A Milano si è tenuta il 16 marzo una assemlea sull’Ucraina. Si è iniziato con una breve resoconto degli avvenimenti che si sono succeduti in questi ultimi mesi, delle proteste, inizialmente studentesche e di settori del ceto medio e della piccola borghesia, contro il governo che stava chiudendo la prospettiva di integrazione del paese nell’orbita dell’UE (da alcuni vista come una possibile soluzione alla difficile condizione economica-sociale), la fuga di Yanukovich da Kiev, l’istituzione del Governo provvisorio, la liberazione di Julia Timoshenko e le procedure di impeachment verso quello che ormai è l’ex presidente dell’Ucraina.

Da sfondo agli avvenimenti la difficile condizione del paese; dopo il crollo dell’Unione Sovietica i settori di punta dell’economia (in particolare la siderurgia, l’industria degli armamenti e l’agricoltura) si sono fortemente ridimensionati (con crolli della produzione fino al 50%) e la successiva crisi internazionale ha ulteriormente deteriorato la situazione (nel 2009 il PIL si è ridotto del 15%).

Le opposizioni che hanno cavalcato la protesta hanno potuto quindi contare sulla partecipazione di settori sempre più ampi della società, stanca di un continuo peggioramento delle condizioni di vita e di una politica corrotta; le formazioni dell’estrema destra (Pravy Sektor e Svoboda), forti di un’organizzazione para-militare, sono quelle che hanno avuto una maggiore influenza e visibilità nell’organizzazione delle proteste di piazza.

La partita è ovviamente molto più ampia; da un lato la Russia tenta di ricostruire un’egemonia economica e politica nelle ex repubbliche sovietiche mentre gli Stati Uniti, fin dal crollo dell’URSS, hanno tentato di ridimensionare ed isolare l’avversario ed espandere ad est l’influenza della NATO.

Gli Stati Uniti, in quest’ottica, hanno sostenuto e finanziato le “rivoluzioni arancioni” (governi filo-occidentali ed anti-russi) in Ucraina, Bielorussia e Moldavia, per costituire una “cintura di sicurezza” intorno all’avversario Russo.

Lo scontro in Ucraina ha quindi immediatamente assunto l’aspetto di una contesa inter-imperialistica che vede USA ed Russia sostenere le opposte forze interne; gli Stati Uniti hanno d’altra parte già offerto 1 miliardo di dollari di aiuto al nuovo governo, se questo ovviamente tornerà nell’orbita statunitense (le nuove elezioni presidenziali dovrebbero tenersi il 25 maggio).

L’Ucraina riveste inoltre una fondamentale valenza strategica per la Russia per il passaggio di gasdotti e oleodotti rivolti all’approvvigionamento dell’Europa occidentale (per dare un’idea degli interessi in gioco nell’interscambio economico fra Russia ed Europa, la Russia importa dall’area Euro tecnologia e manufatti per circa 40 miliardi di dollari ed esporta, verso la medesima area, 400 miliardi di dollari in forniture di gas ed in minore misura, di petrolio).

In questo senso sono in costruzione pipeline alternative volte a by-passare l’Ucraina (che si è dimostrata estremamente instabile dal punto di vista politico), in particolare in North Stream (ufficialmente inaugurato l’8 novembre 2011) ed il South Stream.

Paesi come Germania ed Italia, fortemente dipendenti dalle forniture energetiche Russe, pur dovendo sostenere l’alleato americano nelle contesa, sono più caute nell’appoggiare sanzioni e provvedimenti rispetto alla Francia ed all’Inghilterra ed hanno assunto atteggiamenti di mediazione; in questo senso il fronte Europeo è meno coeso ed esprime i diversi rapporti economici e commerciali che i differenti paesi hanno con la Russia e la sua area d’influenza (si pensi alla partecipazione dell’ENI al South stream).

Gli interessi economici-militari in Crimea sono forse ancora più palesi; la penisola, a maggioranza etnica Russa, si affaccia sul mar Nero ed è già sede di una base navale Russa.

Grande assente in tutta la contesa è il proletariato dell’Ucraina, che ha vissuto e vive le gravi conseguenze della crisi economica e che attualmente si trova diviso nei due fronti nazionalisti ed imperialisti della borghesia che stanno lacerando il paese (grande assente anche l’avanguardia politica del proletariato, il partito, premessa fondamentale per un orientamento di classe e comunista delle lotte).

Sabato, April 12, 2014

Partito Comunista Internazionalista

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