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(25 Aprile 2012) Enzo Apicella

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    UN INCONTRO SULLA FIGURA E L'OPERA DI LEONE GINZBURG

    (15 Aprile 2014)

    leoneginzburg

    Si è svolto la sera di lunedì 14 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sulla figura e l'opera di Leone Ginzburg, il grande intellettuale e militante antifascista assassinato dai nazisti nel 1944.
    Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi di Leone Ginzburg.
    *
    Leone Ginzburg, eroe antifascista, nato a Odessa nel 1909 e trasferitosi ben presto a Torino, fu fin da giovanissimo punto di riferimento morale ed intellettuale per l'antifascismo attivo. Morì a Roma nel carcere di Regina Coeli il 5 febbraio 1944 a seguito delle torture naziste. Dal sito dell'Anpi (www.anpi.it) riprendiamo la seguente scheda: "Nato a Odessa (Ucraina) il 4 aprile 1909, morto nel carcere di Regina Coeli a Roma il 5 febbraio 1944, letterato. Di famiglia ebrea di origine russa ma naturalizzato italiano, Leone aveva frequentato tra il 1914 e il 1919 le scuole elementari a Viareggio, località di vacanza dei Ginzburg. I primi anni delle secondarie li aveva però seguiti in una scuola russa di Berlino, dove la famiglia si era trasferita, per continuare poi al liceo “d'Azeglio”, quando i Ginzburg si stabilirono a Torino. Leone frequenta ancora il liceo quando comincia a scrivere lunghi racconti, traduce da Gogol Taras Bul'ba, scrive un saggio su Anna Karenina. Non sorprende, quindi, che dopo essersi iscritto alla facoltà di Legge, l'abbia abbandonata l'anno dopo per Lettere. Non sorprende nemmeno se le frequentazioni con Norberto Bobbio, Augusto Monti e altri intellettuali torinesi (a Parigi, dove si era recato per completare la tesi di laurea, aveva anche avuto modo di incontrare Croce, Carlo Rosselli, Salvemini), hanno in qualche modo influenzato i suoi orientamenti politici. E' così che Leone Ginzburg, che dopo la laurea in lettere moderne aveva subito ottenuto la libera docenza e che con Giulio Einaudi aveva appena costituito l'omonima casa editrice, viene estromesso dall'Università: l'8 gennaio del 1934, infatti, rifiuta di prestare giuramento di fedeltà al regime fascista. Non solo: intensifica l'attività clandestina nel movimento di Giustizia e Libertà e poche settimane dopo viene arrestato con Carlo Levi, Augusto Monti ed altri. Il Tribunale speciale condanna Ginzburg a quattro anni di reclusione. Un'amnistia gliene risparmia due, e lui esce dal carcere di Civitavecchia il 13 marzo del 1936. Come sorvegliato speciale non può svolgere attività pubblicistica, così svolge, con Cesare Pavese, un intenso lavoro alla Einaudi. Si sposa nel '38 e lo stesso anno, a causa delle leggi razziali, perde la cittadinanza italiana. Quando, nel 1940 l'Italia entra nel conflitto Ginzburg è arrestato e confinato, come "internato civile di guerra" in Abruzzo, a Pizzoli. Con la caduta del fascismo il giovane intellettuale ritorna a Roma ed è tra gli organizzatori del Partito d'Azione e poi delle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà. Lavora alla sede romana dell'Einaudi e, durante l'occupazione, adotta il nome di copertura di Leonida Gianturco. Dirige "Italia Libera", giornale del Partito d'Azione, sino a che viene sorpreso nella tipografia clandestina. E' il 20 novembre del 1943. A Regina Coeli i fascisti scoprono presto chi è davvero Leonida Gianturco e il 9 dicembre Leone Ginzburg viene trasferito nel braccio controllato dai tedeschi. Interrogatori, torture, una mascella fratturata. Nel gennaio del 1944 il prigioniero è trasferito, quasi incosciente, nell'infermeria del carcere. Un mese dopo, mentre i suoi compagni stanno organizzando un'improbabile evasione, Leone Ginzburg viene trovato morto". Opere di Leone Ginzburg: Scritti, Einaudi, Torino 1964, nuova edizione 2000. Opere su Leone Ginzburg: AA. VV. (a cura di Nicola Tranfaglia), L'itinerario di Leone Ginzburg, Bollati Boringhieri, Torino 1996.
    *
    Ovviamente le persone partecipanti all'incontro hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgerà il 25 aprile all'arena di Verona.

    Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

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