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(13 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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Nigeria: Il solito gioco delle parti

(23 Maggio 2014)

La Nigeria è percorsa da bande criminali: “Davano tutti le spalle all’esplosione. Erano al Terminus Market di Jos. Non hanno fatto nemmeno in tempo a sentirla che erano già tutti riversi a terra, con le fiamme che scaldavano la torrida aria della primavera subsahariana. Corpi fumanti e resti dei passeggeri dei vicini autobus sulla terra bruciata. Scaraventati a faccia in giù venditori abusivi, le donne che cucinavano la manioca e il pesce arrostito, i bambini che mangiavano arachidi. 120 morti, forse di più secondo fonti nigeriane. Centinaia i feriti. Ritorna martellante lo spettro Boko Haram. Paure che incidono sugli aspetti più elementari della vita, appartenenza etnica, religione, diseguaglianze regionali.” (1)
Contro queste bande, si sta preparando un Superman a stelle e strisce, seguito da scagnozzi inglesi, francesi, e forse italiani. Ma sappiamo già che questo Superman, a differenza di quello del fumetto, invece di difendere la popolazione, proteggerà i pozzi di petrolio e gli oleodotti. Niente di nuovo: in Iraq, mentre le truppe americane presidiavano i pozzi petroliferi, la popolazione viveva nel terrore, e i musei con i reperti delle civiltà mesopotamiche venivano saccheggiati. E la guerra civile innescata allora, con le sue terribili stragi, ancora non è terminata.
Perché l’onnipotente sistema satellitare non localizza e stana queste bande che hanno rapito le studentesse e terrorizzano il paese? Perché, invece che contro civili, non si utilizzano i famigerati droni contro questi filibustieri? Perché fanno comodo, sono la “spalla” dell’attore principale che cerca il pretesto per occupare un paese di oltre 140 milioni di abitanti, spezzarlo in due secondo linee confessionali, e renderlo indifeso di fronte alle multinazionali del petrolio. Con ciò, ci s’impadronisce delle materie prime, si aizza l’odio tra cristiani e musulmani, si incrementa il traffico d’armi (finché c’è guerra c’è speranza) e magari ci s’impadronisce del tesoro aureo del paese. Non è una gratuita congettura: il tesoro ucraino è già stato trasportato in USA e quello libico non è chiaro che fine abbia fatto.
Ovunque si installino, le forze armate americane non se ne vanno più. Col terremoto del 2010 gli USA hanno occupato il paese, col pretesto dei soccorsi. Tuttora, gran parte degli edifici pubblici, aeroporti, palazzi governativi, sono occupati da militari USA, che hanno trasferito nell’isola centinaia di mezzi blindati, creato accampamenti e arsenali. 10.000 Marines statunitensi pattugliano il territorio.
In passato, la presenza vera o presunta di Al Qaeda era un ottimo pretesto per occupare un paese, poi il fantasma di bin Laden, divenuto ingombrante, rendeva difficile usare le forze jihadiste in Siria. Occorreva voltar pagina, di qui la presunta uccisione di Osama. Qualunque giallista avrebbe trovato una storia più credibile. Immaginate un giudice di fronte un tizio che affermasse di avere inviato una squadra ad uccidere un suo nemico, e di averlo fatto gettare in mare. Mancando il corpo del reato, condannerebbe il tizio per autocalunnia (essersi accusato di omicidio e di occultamento di cadavere).
Senza più Osama, jihadisti e mercenari possono essere utilizzati in varie maniere. O come “combattenti della libertà” in Siria, o, insieme ai mercenari della Blackwater (ora Academi), in Ucraina; oppure additati come nemici dell’America, come pretesto per invadere un paese. Quasi sempre nazioni ricche di petrolio o gas, stati canaglia, oppure amici per “proteggerli”, facendo pagare loro il pizzo, per esempio costringendoli a comprare dagli USA armi di cui non hanno bisogno.
Si è fatto un gran parlare, in questo periodo, del pivot (cardine, perno, fulcro) nei confronti della Cina. Ma alcuni hanno colto bene il problema: Obama non ha osato sfidare Pechino, visitando Taiwan. La guerra contro la Cina, almeno per ora, non si combatte nel Mar Giallo, ma in Africa e Medio Oriente, per colpire i rifornimenti di gas e petrolio, sabotare gli investimenti e i commerci delle imprese cinesi, bloccando la penetrazione economica con mezzi militari.
I governanti americani si sono arrogati le prerogative di dio, vogliono guidare l’intera umanità, non verso il paradiso, ma in un nuovo inferno terrestre, ancora peggiore di quello descritto da Orwell.
Ma c’è un punto debole: la repubblica stellata di una volta poteva contare su un ricco ceto medio e una numerosa aristocrazia operaia. Oggi, governo, banche e multinazionali non dimostrano alcun riguardo per gran parte della popolazione americana, che vede sempre più crescere la ricchezza di una banda di speculatori e dell’industrie di guerra, mentre città come Detroit sono ridotte in rovina e masse di sfrattati vivono sotto le tende. E’ risaputo che un popolo che domina gli altri non può essere libero. I lavoratori americani, come i popoli dei paesi sottomessi e invasi, hanno interesse a liberarsi di questa banda di malfattori, speculatori, guerrafondai. E dovranno condurre fino in fondo queste lotte, se non vorranno essere ridotti allo stato di paria.

Note
1) Federica Iezzi, “NIGERIA, violenze senza fine: Boko Haram fa strage a Jos”, Nena news, 23 maggio 2014.

Michele Basso

Fonte

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