">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Ventiquattro ore senza di noi

Ventiquattro ore senza di noi

(1 Marzo 2010) Enzo Apicella
Sciopero generale dei lavoratori migranti

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Capitale e lavoro:: Altre notizie

Disoccupazione, per Renzi la questione del secolo può attendere

(21 Giugno 2014)

11 luglio. Il vertice europeo a Torino è stato annullato. Come spiegare che di una questione tanto "cruciale" e "urgente" se ne potrà parlare, con tutta calma, "forse" alla fine della celebrata presidenza italiana o addirittura oltre?

disorenzi

Evi­den­te­mente non è pro­prio con­si­de­rata una noti­zia. Dif­fi­cile tro­varne qual­che trac­cia fuori dalle pagine di que­sto gior­nale. Eppure la can­cel­la­zione del ver­tice dell’Unione euro­pea sulla disoc­cu­pa­zione gio­va­nile pre­vi­sto per il pros­simo 11 di luglio a Torino e il suo “pro­ba­bile” rin­vio a fine anno nella sede di Bru­xel­les, annun­ciato da Renzi al mar­gine dell’incontro con Van Rom­puy, non è pro­prio un’inezia.

A moti­vare il rin­vio e lo spo­sta­mento del sum­mit per conto del governo ita­liano ci ha pen­sato il mini­stro del lavoro Giu­liano Poletti, evo­cando gravi rischi per l’ordine pub­blico con­nessi con le mobi­li­ta­zioni inter­na­zio­nali con­vo­cate a Torino per con­te­stare il vertice.

Se que­sta fosse dav­vero la ragione del rin­vio i con­te­sta­tori potreb­bero dirsi più che sod­di­sfatti. La sem­plice con­vo­ca­zione di una pro­te­sta con pos­si­bili risvolti di scon­tro sarebbe stata suf­fi­ciente a inci­dere sull’agenda dei governi euro­pei e a sug­ge­rire di con­fi­nare le sedi di una discus­sione che si annun­cia assai poco pre­sen­ta­bile ben lon­tane dalle piazze e dall’ostilità dei cittadini.

Ma nes­sun governo ammet­te­rebbe, con la gros­so­lana inge­nuità esi­bita da Poletti, una ragione così arren­de­vole. Per di più un governo che eser­cita la pre­si­denza di turno dell’Unione e sban­diera di volerne trarre gran pre­sti­gio e grandi risul­tati. Eppure la reto­rica sulla disoc­cu­pa­zione gio­va­nile di massa infe­sta quo­ti­dia­na­mente i media e le ester­na­zioni della poli­tica gover­na­tiva e non.

Sarebbe la solu­zione di que­sto pro­blema, ci giu­rano, la prio­rità delle prio­rità, lo spar­tiac­que tra declino e rina­scita. Come spie­gare allora che di una que­stione tanto “cru­ciale” e “urgente” se ne potrà par­lare, con tutta calma, “forse” sei mesi dopo il pre­vi­sto, alla fine della cele­brata pre­si­denza ita­liana o addi­rit­tura oltre? E infatti non lo si spiega, men­tre sull’intera fac­cenda cala il silenzio.

Del resto non è la prima volta che i gover­nanti ita­liani con­vo­cano e poi disdi­cono un ver­tice sul “dramma della disoc­cu­pa­zione gio­va­nile”. Ma Poletti, che fa appunto il mini­stro del lavoro, le vere ragioni dovrebbe cono­scerle bene. La prima è che la disoc­cu­pa­zione gio­va­nile non è affatto una prio­rità nelle poli­ti­che eco­no­mi­che euro­pee, che si occu­pano piut­to­sto di masche­rarla attra­verso forme fero­ce­mente sfrut­tate di sot­toc­cu­pa­zione e di ricatto.

La seconda è che i governi dell’Unione su que­sto argo­mento non hanno nulla da dire, quan­to­meno nulla di cre­di­bile o dige­ri­bile per le rispet­tive cit­ta­di­nanze. Il ver­tice di Torino avrebbe allora messo a con­fronto una stuc­che­vole incon­clu­denza con una dif­fusa e deter­mi­nata osti­lità sociale. Un’ombra, insomma, sull’alba dorata e gio­va­ni­li­sta del governo Renzi. E una solida con­ferma delle ragioni dei movi­menti, cui a que­sto punto potrebbe spet­tare il com­pito di con­vo­care un pro­prio incon­tro sulla vera natura della “que­stione del secolo”.

Marco Bascetta, Il Manifesto

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie dell'autore «Il Manifesto»

3703