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(21 Giugno 2014)
Eminente personalità di spicco, la senatrice Stefania Pezzopane è corregionale di altrettante eccellenze quali quelle del senatore Antonio Razzi, dell'indagato per la "Rimborsopoli" ed ex presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, e del neoeletto governatore Luciano D'Alfonso.
State attenti a quello che adesso vi dico sulla senatrice Stefania Pezzopane.
Mi chiamo Domenico Attanasii e non sono nessuno... se per "nessuno" - nell'immaginario delle persone per bene - s'intenda una persona che sta in cassa integrazione da anni e che sopravvive a carico della colletività.
La senatrice Pezzopane, dipendente dei contribuenti, probabilmente ha preso visione di un articolo che la riguarda scritto e pubblicato da me e che riporto fedelmente di seguito proponendone il link:
http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o43793:e1 .
Sarà a causa del contenuto del mio pezzo che la senatrice Pezzopane mi impedisce di seguire il suo account su Twitter?
Cliccate sul link e constaterete ciò che dico:
https://www.flickr.com/photos/byteramaners/14472032495/
Nel testo giornalistico pongo in evidenza le "ombre" di una società partecipata, la Abruzzo Engineering (che non è una azienda dell'Aquila, ma proprietà della Regione tutta), posta in liquidazione da anni, a causa di un presunto deficit di 19 milioni di euro, che la senatrice Stefania Pezzopane - onnipresente sui media, seppure io ignori le sue capacità di statista - addirittura vorrebbe "resuscitare" e pure innalzare agli "allori nazionali". Gli "allori" per un "carrozzone politico", come lo ha più volte definito l'ex Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi.
Si tengano a mente queste parole ogni qualvolta si tratterà delle vicissitudini della Abruzzo Engineering, società partecipata posta in liquidazione volontaria dal dicembre 2010, a causa di un presunto deficit di 19 milioni di euro:
"Sono solamente i poveri mortali a essere tenuti in ostaggio immersi in un malaffare di cui non si distinguono gli orizzonti. E semmai ve ne fossero - se non altro di quelli giustificabili da tanta perseveranza nel perpetrare delitti sulla cosa pubblica - di linee immaginarie più che stagliate apparirebbero dritte come rette, appoggiate sulla curvatura del mondo quanto basta per far pensare a una tangente."
Domenico Attanasii
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