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60 anni di crimini di Israele

Nakba

(15 Maggio 2010) Enzo Apicella
62° anniversario della Nakba palestinese

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    Roma, lettera al sindaco sul (presunto) rapimento dei tre israeliani e sui diritti dei palestinesi

    (27 Giugno 2014)

    birzeit

    Roma 26 giugno 2014

    all'Ufficio del Sindaco per i Rapporti con i Cittadini

    Nell'apprendere che il sindaco si preparerebbe a pubblicare un manifesto di condanna del presunto rapimento di tre giovani israeliani (evento ancora tutto da chiarire), ci si deve augurare che il sindaco condannerà, nel contempo, le azioni compiute dall'esercito israeliano, mobilitato per l'occasione. In questi giorni, infatti, l'esercito israeliano ha:

    1. ucciso senza giustificazione sei giovani palestinesi innocenti (tra cui adolescenti di appena 14 anni);

    2. arrestato arbitrariamente centinaia di palestinesi sulla base di prove inesistenti;

    3. devastato case private, sedi di organizzazioni, ospedali, scuole ed università palestinesi;

    4. devastato la sede dell'emittente TV russo “RT” a Ramallah, presumibilmente a scopo punitivo per i servizi realizzati;

    5. bombardato nuovamente la striscia di Gaza assediata e sotto embargo da anni.

    Il Sindaco potrebbe anche cogliere l'occasione per condannare, più in generale, la pratica di oppressione del popolo palestinese che lo stato di Israele attua da oltre 60 anni e che comporta la negazione dei diritti di questo popolo, riconosciuti in decine di risoluzioni dell'ONU. Ci riferiamo in particolare alla risoluzione 194/1948, che riconosce ai milioni di profughi palestinesi il diritto di tornare in Palestina, e alle risoluzioni che ordinano ad Israele di sgombrare i territori occupati militarmente. Infine, il Sindaco potrebbe aggiungere a queste doverose condanne anche quella della costruzione, riconosciuta illegale da Corti e Organizzazioni internazionali, di un muro di separazione e di nuove colonie, interamente o in parte su terre sottratte al popolo palestinese.

    Ci auguriamo che il sindaco eviti di assumere una posizione faziosa e ingiustificata, condannando un fatto recente ancora tutto da appurare e, nel contempo, tacendo fatti comprovati, sia recenti che di lunga data, che invece meriterebbero condanne recise.

    Cordiali saluti,

    Rete NoWar - Roma

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